Trasparenza, riformismo e apertura alle novità

Riprendo la direzione di FederNotizie dopo oltre 16 anni.
L’ultimo corsivo redazionale l’avevo firmato nel novembre del 2004. Impossibile resistere alla tentazione di andare a rileggerlo.
Si respirava un clima elettrizzante, si era nel mezzo di un vortice di novità in gran parte positive “la riforma della disciplina delle società di capitali e delle società cooperative, e la relativa modifica dei procedimenti in materia di diritto societario, il nuovo testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia urbanistica, il nuovo codice dei beni culturali, l’imprenditore agricolo professionale, l’ultimo condono edilizio, le novità in materia di mutui, la riforma fiscale, l’istituzione dell’amministratore di sostegno, le norme in materia di privacy e di sicurezza dei dati, senza parlare delle novità di carattere tecnico, ad esempio le evoluzioni applicative dell’(adempimento) unico.”
Ci si era messi alle spalle la stagione della prima informatizzazione. Quella dei pubblici registri immobiliari e commerciali finalmente aggiornati e affidabili. Quella dell’adempimento unico informatico che risparmiava preziose ore di lavoro negli uffici pubblici. La categoria era all’avanguardia. Il processo telematico e la trasmissione telematiche delle dichiarazioni dei redditi erano lontane da venire e il notariato era preso a modello dalle altre professioni.
E si era alla vigilia di novità altrettanto importanti. La legge sulla tutela degli acquirenti di immobili in corso di costruzione. Soprattutto l’introduzione del prezzo valore, che ha riportato il notariato ad essere un fedele alleato dello stato e non un testimone di evasione fiscale (lo so, sono già stato criticato per questa considerazione, ma continuerò a vigilare perché FederNotizie continui ad anteporre la verità alla comodità). Ma anche l’obbligo di indicare i mezzi di pagamento nelle transazioni immobiliari, che ha riportato negli atti notarili il diritto delle obbligazioni e dei contratti in generale.
E un clima di freschezza si percepiva anche all’interno del consiglio nazionale.
Si era da poco insediato il Consiglio presieduto da Paolo Piccoli il cui motto era “comunicazione, comunicazione, comunicazione“.
Il primo numero di CNN Notizie era stato messo on line ormai diversi anni prima, nel dicembre del 1997. Tutti i notai potevano leggere i resoconti delle riunioni del Consiglio Nazionale e conoscere prima, dagli avvisi di convocazione, tempi e argomenti. Si sfruttava la telematica per dare piena trasparenza ai lavori consiliari.
Scorrendo lo stesso numero di novembre, poche pagine più avanti, si poteva apprendere che il Consiglio appena scaduto aveva lavorato ad un progetto di riforma dell’ordinamento e che “le relazioni conclusive dei sei gruppi di lavoro sono consultabili attraverso l’home page di Notartel”.
L’impressione che se ne ricavava era quella di un notariato aperto alle novità, riformista, trasparente con una base ed un vertice dialoganti.
Sembrano passati anni luce e ci ritroviamo un notariato “gambero” che ha fatto grandi passi, ma all’indietro.

Cominciamo dalla trasparenza.
Sono sparite da CNN notizie le informazioni sulle attività del Consiglio Nazionale del Notariato, ai lavori in corso. Sono spariti i verbali delle riunioni.
C’è di peggio. Sono sparite le delibere.
Il 19 marzo del 2020, a stretto ridosso dal varo della massima 187 del Consiglio Notarile di Milano e dall’emanazione dell’articolo 106 sulle assemblee “a distanza”, è stata approvata una delibera volta a condizionare e porre sotto tutela l’attività delle diverse Commissioni Massime che operano sul territorio.
Non solo questa delibera non è mai stata diffusa alla categoria, ma neppure è stata resa nota ai diretti interessati, Consigli Notarili e componenti delle commissioni.
Il consigliere responsabile della (non) comunicazione, nel corso del dopo convention organizzato da Federnotizie, aveva promesso la diffusione della delibera. E invece…

Continuiamo con il riformismo.
Nel corso della scorsa consiliatura si era lavorato ad un progetto di complessiva riforma delle norme che regolano la successione necessaria. Una materia strettamente notarile che dal nostro osservatorio privilegiato appare non più adeguata ai tempi ed alle evoluzioni dei modelli familiari.
Di quel progetto (e così di altri) non si sa più niente. E nessun altro progetto di riforma sembra essere stato messo in cantiere. Sembrerebbe quasi che il Consiglio Nazionale sia preda dell’immobilismo, se non ci fosse il dubbio che invece stia lavorando in segreto per non farsi disturbare dall’altrui pensiero.

Concludiamo con l’apertura alle novità.
Il Covid, con i suoi drammi, ha accelerato vertiginosamente un cambio delle modalità di lavoro che era comunque in corso. Non solo l’emergenza sanitaria, che si spera presto finirà, ma la sostenibilità ecologica richiedono che le tecnologie siano utilizzate per ridurre gli spostamenti delle persone, perché ogni spostamento ha un’impronta ecologica sulle nostre città e sul pianeta. Ogniqualvolta la tecnologia consente di raggiungere un risultato equivalente senza spostare persone è doveroso sfruttare l’opportunità.
Il che non vuol dire che ogni attività negoziale affidata al notaio sarà gestibile a distanza, ma che la presenza fisica è in alcuni casi superabile.
L’improvviso lockdown nazionale del 7 di marzo, di poco precedente il periodo di approvazione dei bilanci, ha imposto di trovare nelle norme vigenti un’alternativa alle riunioni collegiali in presenza. E’ quanto ha fatto la Commissione Massime del Consiglio Notarile di Milano con la massima 187 ed è quanto ha fatto il legislatore italiano con l’articolo 106 seguito poi dal legislatore francese.
Ed è quanto non ha fatto il Consiglio Nazionale del Notariato o, se l’ha fatto (perché pare impossibile che una tale novità non sia stata esaminata e discussa), l’ha fatto in segreto.
Dal tema delle assemblee a distanza, il dibattito si è poi spostato all’atto negoziale a distanza, che comunque sarà presto sul nostro tavolo con la Srl online.
Sono quotidiane le richieste di poter stipulare (soprattutto per le imprese, ma non solo) atti a distanza privi di contrapposizioni di interessi, soprattutto da parte di coloro che hanno partecipato con soddisfazione ad assemblee tenute con le modalità dell’art. 106.
Il dibattito spontaneo interno alla categoria è molto vivace.
Noi crediamo che l’atto a distanza arriverà; e che l’alternativa a non cavalcarlo è essere marginalizzati. Ma le ragioni di perplessità di chi è contrario sono da ascoltare e tenere in conto per arrivare ad un risultato che salvaguardi in pieno la nostra funzione.
Ciò che non può essere tollerato è che il dibattito rimanga spontaneo e che il Presidente Giuliani non ne abbia fatto cenno nel suo breve (e difensivo) discorso alla categoria in occasione della Convention che sostituiva il congresso.
Anche qui non pensiamo che il Consiglio Nazionale non ne abbia discusso, ma gli esiti di tale discussione sono totalmente ignoti alla categoria.

L’oscurantismo che connota l’azione di questo Consiglio Nazionale ha toccato il suo apice con le dimissioni del Presidente Giuliani. Di cui tutti parlano ma che nessuno, ad oggi primo gennaio, ha comunicato alla Categoria. Il motivo per cui CNN Notizie non abbia dato l’informazione è più che misterioso.

Trasparenza, riformismo, apertura alle novità.
E’ questo che ci attendiamo dalla prossima guida del Consiglio Nazionale del Notariato.
Non siamo ottimisti perché non vogliamo scaricare sull’ex Presidente Giuliani una responsabilità che è collegiale e quindi condivisa o subita con accettazione da chi lo sostituirà. Le mancanze di questa prima metà consiliatura sono da ascrivere all’intero Consiglio. Come è collegiale la responsabilità di aver eletto un presidente sotto indagine e nell’illegittima posizione (art. 93 bis L.N.) di ricoprire contemporaneamente la carica di Presidente del CND di Roma e di Presidente nazionale. Un errore gravissimo che ha posto l’intero notariato nell’attuale imbarazzante posizione.

Trasparenza, riformismo, apertura alle novità.
E’ quanto ha connotato da sempre FederNotizie e che la redazione si impegna a fare per il prossimo triennio, con i pochi mezzi economici a disposizione ma con l’enorme entusiasmo di chi ha a cuore il notariato senza secondi fini.

Un triennio che nasce sotto il segno di Domenico.
Domenico Chiofalo (e prima di lui Alessandra Mascellaro e i direttori che li hanno preceduti) che mi lascia in eredità una macchina perfettamente funzionante piena di risorse giovani (non necessariamente nell’anagrafe) ed entusiaste.
Domenico Cambareri, che mi affiancherà come vice direttore (ma meglio sarebbe dire codirettore) e senza il cui impegno mai avrei accettato questo nuovo incarico.
Domenico de Stefano (che mi ha preceduto sia nella prima direzione che nella presidenza del CND di Milano) che mi ha insegnato che non importa chi porta la bandiera, ma importa la bandiera.

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Trasparenza, riformismo e apertura alle novità ultima modifica: 2021-01-01T10:00:00+01:00 da Arrigo Roveda
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