Tornando a casa…Semicronaca del semicongresso semionlai di semiFedernotai – semi2020

Tornando a casa… che avevo detto che non tornavo per pranzo, perchè impegnato con il congresso di Federnotai. E infatti non posso tornare e mi morirò di fame, forse posso rimediare con un modesto cestino da asporto, collo obtorto.

E’ appena terminato in Congresso onlai di Federnotai, oltre 650 iscritti, 350 collegati sulla piattaforma, più piatta che in forma.

Alle 9 e 30 spaccate, circa alle 10 e 10, si è dato inizio con l’intervento del Presidente Giovanni Liotta, dopo qualche esitazione iniziale è comparso il Presidente Ezio Leotta, e molti sono entrati in confusione, il collegamento ne ha risentito e tanti hanno gridato al furto d’identità. I due Presidenti, past e post, invece, in pieno accordo, al contrario degli omologhi americani, hanno accettato di rimandare le elezioni previste durante il congresso: non si sono fidati del voto a distanza, per timore di brogli e irregolarità, hanno avuto perplessità per l’accertamento della identità dei votanti, non potendosi accertare, vieppiù, il luogo dell’avvenuta votazione, pena la perdita della territorialità che deve restare limitata alla competenza delle Corti di Appello, senza appello.

Il Presidente Giuliani, nel frattempo, scalpitava per non dire la sua e infatti non l’ha detta. Al contrario del Presidente Nardone che, appena entrato in video, ha cassa…to la piattaforma che è andata in crash, e se n’è andato ad approvare il bilancio della Cassa, promettendo di ritornare se, a sua volta la Cassa non fosse andata in crash. Molti, soprattutto quelli vicino alla pensione, hanno gridato in coro “e che crash”, ma non si è sentito niente perchè i microfoni erano silenziati.

Dopo svariate uscite ed entrate, l’evento è ripreso, con le tavole rotonde. A quel punto, però i tavolapiattisti hanno negato le tavole rotonde e sono volati insulti del tipo “chi nasce quadro non può morir tondo”, infatti Salvatore (Tondo) non è più tra noi e non può partecipare alla tavola rotonda, rectius rotondo.

La connessione si sconnetteva, il collegamento si scollegava, qualcuno si scoglionava, il Congresso si annullava.

Come si dice, alla fine rimangono i migliori. Infatti non è rimasto nessuno.

Che ci resta, allora, di questo Congresso?

La semi relazione conclusiva, in tutti sensi che, su supporto effimero di seguito si riporta, a gentile richiesta, dopo di che

ME NE TORNO A CASA

Con un pizzico di nostalgia inizierei dicendo:

Sono (e faccio) il Notaio da oltre trent’anni. Mi piacerebbe pensare (i have a dream), per i prossimi trent’anni, di poter essere un Notaio libero, senza confini; ma purtroppo sic stantibus rebus (che si legge saic stentaibas ribas) sono relegato a prestare il mio ministero ai confini di un Paese, a sua volta ai confini del mondo civile, con poche probabilità di smettere di operare in cattività, di uscire fuori del mio recinto, malgrado le spinte sempre più ineludibili a favorire la caduta del muro, a cessare di vivere ai confini della realtà The Twilight Zone, come diciamo noi a Potenza.

Ma c’è una consolazione per voi che mi ascoltate, sono Notaio in Potenza, capoluogo della Lucania, e quindi “cosa volete di più dalla vita?”. Un lucano, infatti.

Esauriti i convenevoli, ladis end gentlemen, notaresse e notari, vertebrati ed invertebrati, minerali e vegetali, salute a tutti. E potrei finirla qui. So che vi piacerebbe, ma non illudetevi, vi tratterrò fino all’inizio del concomitante convegno in streeming sull’antiriciclaggio, un corpus (che si legge corpas) di norme ultrastraimperative che ha stravolto la gerarchia delle fonti, tant’è che ormai anche la Costituzione deve cedere il passo alla rilevanza del titolare effettivo, in ogni rapporto, sia giuridico che sessuale. Alcune intermediarie del sesso si sono viste sanzionate per non avere effettuato l’adeguata verifica del titolare effettivo, con conseguente declaratoria di nullità della prestazione sessuale e ripetizione dell’indebita percezione del corrispettivo, confiscato a titolo di sanzione. Ma questa è un’altra storia, che presto ci travolgerà, se non ci ha già travolto.

Accade l’impossibile, ciascuno, nella piena libertà di cambiare spesso idea, perchè si è sparsa la voce che chi cambia spesso idea sia intelligente, nega oggi quel che ha detto ieri e negherà domani quel che ha detto oggi, in un loop perverso di negazionismi difficile da seguire, a meno che non si neghi, anche noi, l’innegabile, per poi rinnegarlo.

Mi chiedo e vi chiedo: abbiamo una difesa? Questo non lo so, ma posso immaginare che alcune prese di posizione, in gran parte prive di ragionevolezza, siano una forma di difesa dall’imponderabile, e cioè una reazione irragionevole ad azioni irragionevoli.

Prendiamo proprio l’antiriciclaggio. L’impotenza delle forze dell’ordine e dell’Ordine Giudiziario di fronte ai fenomeni di riciclaggio è evidente, ma invece di rafforzare le forze dell’ordine e la magistratura, sia nel numero che nei poteri attribuiti, si è creato un mostro giuridico che si espande senza controllo e che, invece di cercare e punire i riciclatori, costringe e punisce le persone (addirittura quelle perbene) che si sono formate ed operano nel rispetto dei principi e dell’ordine delle fonti del diritto. Insomma finisce che il delinquente la fa franca comunque, mentre il reato viene ascritto all’incolpevole professionista che non ha segnalato un acquisto di un bene immobile per il corrispettivo di 50.000,00 euro, da parte di una SRLS, con capitale di 1 euro. Come se le SRLS siano una invenzione dei riciclatori e non del legislatore, anche se si potrebbe dire viceversa, non osando adombrare una coincidenza soggettiva sospettabile, ma non segnalabile. Se fossi la mia controfigura, o mi avessero drogato a mia insaputa, potrei dichiarare che il titolare effettivo delle SRSL sia il Legislatore, con tutte le implicazioni del caso che lascio al dibattito che seguirà in serata, nel dopoantiriciclaggio, con Minimo Gillette e Pallido Moscone, che conducono dalla discarica in cui sguazzano, coordinati e moderati da Sabato Cefalo.

Non restando che la disubbidienza civile tout court, (che si legge taut caurth) si comprendono le teorie negazioniste e il proliferare di movimenti “no-omnia” (che si legge “now-omnaia”), “no-global”, “no-tav”, “no-mask” e, per parità, “no-femmin” e così via.

Incomprensibili, invece, sono le linee guida, i consigli e le indicazioni che vengono dagli organi di categoria, Ufficio Studi e dottrina, che hanno dimenticato del tutto che esistono anche leggi, di pari grado, se non di grado superiore, a tutela della libertà e della dignità dei cittadini e degli iscritti agli ordini professionali. Se, ad esempio, la legge impone la verifica dei documenti di identità e l’accertamento del lavoro eventualmente svolto dalle parti, si impone al Notaio una serie di appostamenti di giorno e di notte sotto casa dei clienti, tutti sospettati di riciclaggio con a carico l’onere della prova contraria, per verificare le loro frequentazioni, se sputano per terra o se al semaforo si scaccolano senza pudore, o se negli ultimi sei mesi hanno speso più di 1999,99 euro, in una o più soluzioni, con o senza quietanza, se sono omini de panza e quindi di sostanza.

E che dire del titolare effettivo, una figura ormai mitologica da accertare con pedinamenti anche nei periodi di coprifuoco.

Che la cosa potrebbe pure essere affascinante se, per esempio, si è ammiratori di 007. Ma a quel punto uno sceglieva di fare la spia e, se ci riusciva, poteva pure avere la licenza di uccidere, così da fare pulizia dei criminali, ivi compresi i dispensatori di linee guida tafazziane e oltre ogni limite di ragionevolezza.

Non ci si stupisca, pertanto, della nascita del movimento “No-ric” che, non fatevi ingannare dal nome, non è un movimento omofobo, ma rappresenta la difesa, irragionevole, alla applicazione di norme insensate e interpretate, nella loro applicazione, con altrettanta sconsideratezza.

Il suo motto “La follia non può essere appannaggio del solo legislatore”.

La deontologia, quando ero piccolo (che poi sono rimasto tale, in tutti i sensi), era una regola non scritta, non ce n’era bisogno. Da questo stesso leggìo, sebbene in presenza (come usa dirsi oggi), l’ho già enunciata (la regola) e mi piace ripeterla oggi qui, senza scomodare Kant o Shopenauer, che pure hanno influito sulla mia superba formazione. Il comandamento è solo questo:

Fate i bravi.

E ho detto tutto.

E potrei finirla qui. Ma non illudetevi, continuerò fino allo sfinimento, vostro naturalmente, perchè io posso andare avanti per ore e ore. Anche a costo di essere deontologicamente discutibile e poi, se non troviamo il titolare effettivo, come facciamo a finirla qui?

Mi piace pensare che nessuno di noi abbia bisogno di sapere come comportarsi, senza ledere la dignità ed il decoro di sé stesso e della categoria, che una volta, seppure con nostro risentimento, era considerata casta. Sia chiaro nel senso proprio di categoria casta, pura, costumata, morigerata, moderata, equilibrata. Carattere che si va perdendo, con la svendita e lo svilimento delle prestazioni, peraltro rese sempre più impegnative da ostacoli di ogni genere, spesso dettati per arginare patologie trascurabili sul piano della rilevanza numerica, con il risultato di castigare tutti per educarne uno, invece del contrario: Unum castigabis, centum emendabis, come diciamo noi a Potenza.

Non ci si stupisca, pertanto, della nascita del movimento “No-deo” che, non fatevi ingannare dal nome, non è un movimento antireligioso, ma un libera organizzazione con il motto “e tu vuoi insegnare a me come devo comportarmi?”.

I DPCM (di pi si em), sui quali pure si discute per il contrasto rispetto alle norme di rango superiore, impongono di evitare i contatti ravvicinati per tutta una serie rapporti, ivi compresa l’erogazione di servizi, anche di natura pubblica. Non si può, o si deve evitare, il contatto con le persone al quale eravamo abituati prima dei DPCM (di pi si em).

Ci sono aspetti certamente positivi, senza che il seguente elenco debba intendersi esaustivo, ma solo indicativo:

non ci si può stringere la mano, evitando così il rischio di ritrovarsi in mano, come spesso succedeva, un cefalo appena pescato;

la mascherina deve essere indossata sempre, con grande vantaggio di chi, coprendosi, migliora certamente un impatto visivo non sempre gradevole, senza considerare il contenimento delle emissioni dovute ai diffusi fenomeni di alitosi.

Forse la cosa più interessante che si è scoperta in dipendenza dei DPCM (di pi si em), è la possibilità che tante attività, con non molte eccezioni, si possono svolgere a distanza come, addirittura, alcuni congressi di categoria – piattaforme permettendo – che, di persona sono certamente più divertenti, ma a distanza non sono niente male. Prendi il vantaggio che il pericolo di vedermi rompere la faccia, come ho rischiato più volte, è certamente inferiore con la modalità “a distanza”, rispetto a quella “in presenza”.

Va detto che alcune attività non si possono proprio fare a distanza, prendi le funzioni corporali; anche se sarà capitato di partecipare a qualche competizione su chi la faceva più a distanza dagli altri. Oppure un atto sessuale, che poi anche questi c’è chi li fa sia da solo, sia pluripersonalmente, a distanza con una certa soddisfazione.

Certamente non si possono fare a distanza quelle operazioni che non sono tecnicamente possibili se non da vicino (come diciamo noi a Napoli).

Possiamo, per esempio, immaginare un intervento chirurgico a distanza?

Ah, è stato fatto?

Si vabbè ma un intervento chirurgico a distanza cui prodest (che si legge “quai pradist”?).

Veramente abbiamo uno scoop: della cosa si è ampiamente dibattuto sui social, in particolare sul gruppo chiuso “Chirurghi d’Italia” che, come tanti gruppi chiusi, è aperto a tutti. E allora, visto che si tratta di un gruppo chiuso aperto – come il ristorante a Vodo di Cadore che reca l’insegna, sulla Strada Statale 51 di Alemagna (State road five one), “Ristorante La Chiusa – Aperto” – senza tema di infrazione delle norme sulla riservatezza, sebbene siano in corso gli accertamenti per individuare il titolare effettivo, vi riporto alcuni dei commenti, sono centinaia, al post “Intervento a Distanza” sul gruppo “Chirurghi d’Italia” il cui titolare effettivo è in corso di accertamento.

Chirurghessa 1:

questi sono pazzi, mò vogliono fare gli interventi chirurgici a distanza, ma come fanno?”

Chirurghessa 2:

che dire, signora mia, non ci stanno più quei bei chirurghi di una volta”

Chirurgo 1:

che poi questo bisturi digitale non è sicuro, come si fa a sapere che la persona da operare è proprio quella? E se non operano il titolare effettivo, ma un suo prestanome?”

Chirurgo 2:

e si, la famosa prostata fiduciaria”

Chirurgo 3:

vabbè, comunque l’appendicite a favore del terzo è ormai pacifica”

Chirurghessa 2:

ma vuoi mettere il vantaggio di poter fare una rinoplastica senza muoverti da casa, per non parlare della mastoplastica a distanza, così smettono di palparti senza ritegno, lasciando tanti lividi”

Chirurgo 3:

ma voi dite che si può fare la falloplastica a distanza? Chiedo per un collega.”

Chirurghessa 1:

L’intervento a distanza non si applica alla falloplastica, ci vuole il titolare effettivo, e dillo che sei tu ad averne bisogno.”

Chirurgo 3:

Ti banno, che tu sia bannata

Chirurghessa 3:

scusate mi potete indicare un anestesista su Sassari?”

Chirurghessa 1:

Che poi ‘sto chirurgo distanziato le fa tutte lui le operazioni e leva il lavoro a tanti chirurghi meno capaci, con un accentramento di lavoro; e i chirurghi di Terni che fanno?”

Chirurgo 1:

Effettivamente, i malati di Campi Bisenzio devono essere curati a Campi Bisenzio, ed esclusivamente in presenza, se no i medici di Campi Bisenzio si muoiono di fame!?”

Chirurgo 4:

E i pazienti?”

Chirurghessa 1:

Ecchissenefrega dei pazienti, qui vanno tutelati i chirurghi, se no si snatura la loro funzione.”

Chirurgo 4:

Ma la loro funzione non è quella di curare le persone?”

Chirurghessa 1:

Si, ma sul territorio, opportunamente suddiviso per garantire ai medici di potere operarvi, senza preoccupazioni.”

Chirurgo 4:

Come una riserva di caccia, Ma siamo persone o selvaggina?”

Chirurghessa 1:

E’ notorio: il chirurgo è cacciatore.”

Chirurgo 3:

non ci resta che individuare la Nonna e Cappuccetto Rosso”

Chirurgo 4:

per questo bisogna individuare, anzitutto, il titolare effettivo, indagare sulla sua anamnesi, fare la diagnosi, emettere la prognosi”

Infiltrato da altro gruppo:

stipulare un’anticresi, per favorire la diuresi e segnalare la fimosi”.

Non ci si stupisca, pertanto, della nascita del movimento “No-adis” che, non fatevi ingannare dal nome, non è un movimento per la prevenzione del virus HIV, ma una formazione per la tutela delle specie in via di estinzione che fuori dal recinto, sono perdute: non riusciranno a procurarsi prede e moriranno di fame, a meno che non si accentrino in un unico front-office, con tanti back-office, lei aut e check list, con decenza parlando, per fornire quel che tutti richiedono: operazioni su fondi immobiliari, pianificazione patrimoniale, wealth management, cartolarizzazioni, M&A (Mergers and acquisitions), operazioni straordinarie e ristrutturazioni, servizi di outsourcing per banche e fondi di investimento, per non tacere delle procure a distanza remote power of attorney, come diciamo noi a Milano.

Il suo motto è:

No-adis. Ogni mattina nelle province italiane, come sorge il sole, un professionista si sveglia e sa che dovrà fare preventivi più bassi degli altri o morirà di fame. Ogni mattina nelle province italiane, come sorge il sole, non importa chi sei e che cosa fai, l’importante è che fai preventivi più bassi, e morirai di fame li stesso, the same, come diciamo noi a Potenza.

In conclusione, prima di accomodarci al virtual working lunch, e quindi abituarci a morire di fame, possiamo salutarci e allora, state attenti, Vi saluto con …affetto, e mi dichiaro – con ciò ritenendosi accertato – il vostro

TITOLARE AFFETTIVO

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Tornando a casa…Semicronaca del semicongresso semionlai di semiFedernotai – semi2020 ultima modifica: 2020-12-01T09:34:22+01:00 da Antonio di Lizia
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