Quando si insedia un nuovo Consiglio Nazionale e vengono nominati i suoi vertici dovrebbe circolare nel Notariato una ventata di entusiasmo e ottimismo.
Purtroppo, questa volta non è così.
Ricordiamo le nomine deliberate venerdì 17 giugno:
- Giulio Biino (Piemonte), Presidente;
- Antonio Areniello (Campania), Vicepresidente;
- Cesira De Michele (Abruzzo), Segretario.
Ciascuno di loro è persona valida e di esperienza, eppure il cocktail non convince.
Tutti e tre provengono dalla vecchia consiliatura e tutti e tre, dal primo momento, hanno fatto parte della maggioranza che ha retto la prima sciagurata mezza consiliatura.
I vertici da poco nominati sono stati alcuni dei grandi elettori di Cesare Felice Giuliani, contribuendo a una presidenza apparsa da subito un grave errore.
Una presidenza inopportuna, se non addirittura illegittima, perché Giuliani (a differenza di altri consiglieri nominati) aveva conservato la carica di presidente del Consiglio Notarile di Roma venendo contemporaneamente a essere nell’incompatibile duplice posizione di vigilante e vigilato, secondo quanto dispone l’articolo 93bis della legge notarile.
Gravemente inopportuna alla luce del fatto che il problema della vigilanza si poneva, non in astratto ma concretamente, alla luce della vicenda relativa alla dismissione del patrimonio immobiliare degli Enti Pubblici relativamente alla quale magistratura e AGCM avevano posto l’attenzione sull’attività istituzionale del Consiglio Notarile di Roma (e ciò senza voler da parte nostra prendere una posizione critica su tale attività).