Nonostante la sempre maggiore sofisticazione degli standard di riferimento, il linguaggio contabile rimane pur sempre semplice, in quanto basato sulla ‘partita doppia’ che, in termini matematici, richiede di avere dimestichezza tutt’al più con la comprensione di un’identità.
Eppure il bilancio d’esercizio può suscitare tra i non addetti ai lavori un certo timore, complice anche la tendenza alla analiticità – più che alla comunicatività – che sembrerebbe accomunare i professionisti della contabilità.
Per fare amicizia con il bilancio d’esercizio occorre investire un minimo di tempo per conoscerlo. I bilanci non sono uguali, anzi, possono tra loro essere ben diversi, indipendentemente dalla realtà societaria che intendono rappresentare e dalla soggettività di coloro che lo redigono. Anzi proprio per distinguere questi fenomeni – le caratteristiche proprie dell’impresa e l’influenza dell’elemento soggettivo del redattore del bilancio – è utile conoscere le diversità tra i bilanci che sono, per così dire, insite nella genetica degli stessi.
a cura di Luca Magnano San Lio
Socio KPMG S.p.A. Dottore commercialista e revisore legale Continua a leggere