E così, circa 40 giorni dopo l’annuncio delle dimissioni di Cesare Felice Giuliani, il Notariato ha un nuovo presidente.
Valentina Rubertelli, consigliere dell’Emilia Romagna al secondo mandato, è stata eletta a maggioranza nel pomeriggio del 6 febbraio. La vice presidenza è stata affidata ad Edoardo Bernini e segretario è stato confermato Francesco Giglio.
E’ una notizia buona, da accogliere con una generosa dose di soddisfazione e con qualche perplessità che viene da lontano.
La prima considerazione positiva è che il notariato ha di nuovo una leadership e che nessuno potrà usare contro di noi le armi mediatiche caricate con la strumentalizzazione della vicenda giudiziaria che ha coinvolto, suo malgrado, l’ex presidente Giuliani, il quale, soprattutto se decidesse di fare un analogo passo indietro dalla presidenza di Roma, sarà libero di difendersi senza coinvolgere gli organi da lui presieduti nelle scelte processuali. Gli auguriamo un rapido, definitivo e positivo chiarimento.
La nuova presidenza arriva in una congiuntura importante. A giorni avremo finalmente un nuovo ministro col quale il rapporto col nuovo presidente potrà essere aperto senza i condizionamenti che, gioco forza, hanno contraddistinto questo ultimo periodo.
Il nuovo presidente, e così le altre cariche apicali, è stato nominato con una maggioranza più allargata rispetto al precedente. Bene, il lavoro che aspetta il Consiglio con il nuovo Governo è tanto, necessita del coinvolgimento di tutte le energie e che le energie siano indirizzate in un unico senso condiviso.
La scelta della persona di Valentina Rubertelli apre scenari di ottimismo. E’ persona di grande passione, lavoratrice instancabile e disponibile. Molti di noi ricordano i suoi messaggi rosa, all’epoca di lista sigillo (quella defunta ma che era viva, non quella viva che è in realtà defunta), sempre rapidi nel dare supporto ai colleghi. E’ persona che frequenta l’Europa, consapevole che in quel luogo si gioca molto del futuro del notariato italiano e quindi necessariamente conscia di quanto sia velleitaria la posizione di chi vorrebbe conservare alcune posizioni (ci riferiamo, non a caso, all’impatto sul territorio delle SRL on line) a dispetto del legislatore Europeo.
Non vorremmo sottolineare che è donna e che è la prima donna presidente (che si dica presidente o presidentessa, spiace, ma non è un tema di cui vogliamo occuparci) del Consiglio Nazionale del Notariato perché preferiamo evidenziare l’elezione per meriti conquistati sul campo. Ma non possiamo neppure non tenere conto che oggi, piaccia o non piaccia, una presidenza “rosa” (anche questo aggettivo non ci piace ma Valentina ne apprezzerà l’ironia) è spendibile mediaticamente e dà un qualche vantaggio nei rapporti con la politica.
Ma…
Qualche ma deve essere sottolineato, con finalità propositive, per sperare di contribuire a un cambio di rotta.
Presidente, vice presidente e segretario sono stati scelti tra i consiglieri al secondo mandato, non rieleggibili il prossimo febbraio. Vuol dire che non si è trovata la condivisione su una linea strategica di medio periodo. I consiglieri rieleggibili, dopo due anni, hanno maturato un’esperienza sufficiente a conoscere la macchina del consiglio e, con una consiliatura “abbondante” di fronte a loro, avrebbero potuto portare a compimento progetti ambiziosi di riforma tanto di alcune parti del diritto civile quanto dell’organizzazione e del governo del notariato. L’incidente “Giuliani” avrebbe potuto dare l’occasione di una presidenza forte e progettuale e, invece, il respiro sarà necessariamente corto.
Presidente e segretario hanno fatto parte, negli ultimi due anni, di una maggioranza che ha commesso l’errore grammaticale, da matita blu, di nominare presidente chi già ricopriva la carica di presidente distrettuale, con l’aggravante di un distretto impegnativo e sotto l’occhio del ciclone per la vicenda che ha portato al cambio della guardia. Presidente e segretario hanno fatto parte, negli ultimi due anni, di una maggioranza che ha azzerato la comunicazione nei confronti della categoria, ha occultato i verbali delle riunioni e le delibere adottate, ha tolto ogni contenuto di rilevanza politica da CNN Notizie. Un oscurantismo che neppure si è in grado di ascrivere all’immobilismo piuttosto che alla sindrome del manovratore.
È necessario quindi un cambio di passo.
Il notariato deve ricominciare a progettare riforme. Da quella della successione necessaria (che nella scorsa consiliatura aveva raggiunto un buon grado di avanzamento) e quella del mandato in vista di futura incapacità (sul quale torneremo tra pochi giorni). Deve finalmente dotare il notariato di strumenti che consentano di stipulare a distanza senza rinunciare ad un millimetro di funzione (ma a qualche centimetro di incrostazione si).
Si deve nuovamente coinvolgere la categoria nei lavori in corso, promuovere il dibattito, ascoltare ogni voce e sapere tirare le conclusioni senza tentazioni e derive referendarie.
Coniugando, in una difficile operazione, dibattito (non solo interno ma anche esterno alla categoria), ascolto e riforma, con una leadership che consenta di superare le comprensibili resistenze di chi non vorrebbe perdere neppure un pezzo delle sue comodità
Se dieci anni fa ci avessero detto che non avremmo avuto più la tariffa, che la competenza di rogito sarebbe stata estesa alla regione, che i nostri conti correnti sarebbero stati sottoposti a tutoraggio e che il numero programmato fosse di fatto seppellito da un aumento dei posti in tabella non proporzionale agli affari e da una sempre minor partecipazione al concorso, avremmo sentito gridare alla fine del notariato.
E invece il notariato è qui, vivo, rispetto ad allora ancora più centrale nella contrattazione immobiliare ed ancora più protagonista dell’evoluzione del diritto societario.
E sarà vivo ancora di più quando avrà imparato, meglio se con la guida di un Consiglio Nazionale del Notariato, a governare con utilità le tecnologie e le normative europee e internazionali.
Se avessi ascoltato i miei clienti, avrei dato loro un cavallo più veloce
Henry Ford
Buon lavoro Valentina e buon lavoro Consiglio.
AUTORE

Milanese di nascita, Arrigo Roveda consegue la laurea in Giurisprudenza nel 1985 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi in Diritto Civile sul contratto di leasing. Dal 1990 è notaio. Docente dal 1990 presso la Scuola di Notariato della Lombardia, è stato responsabile dei corsi “Obbligazioni e Contratti” e “Contratto in generale”. Collabora tutt’ora al Corso per i Giuristi d’Impresa tenuto dall’Università Bocconi. Nella sua lunga carriera ha svolto un ruolo attivo in importanti enti di categoria. In particolare, ha rivestito l’incarico di Presidente del Consiglio Notarile di Milano dal febbraio 2013 al febbraio 2017. Attualmente risiede nella per l’elaborazione dei principi uniformi in tema di società del Consiglio Notarile di Milano. Arrigo Roveda è autore di articoli e note a sentenza in materia civile e fiscale pubblicate, tra le altre, sulla rivista Notariato e sulla versione cartacea di Federnotizie, e di cultura generale sul mensile Giudizio Universale (2005/2009) di cui è stato cofondatore e redattore. Partecipa come relatore a numerosi convegni giuridici in materia di Diritto Commerciale, Civile e Tributario.