Signor Presidente, Signor Presidente dell’Unione internazionale del Notariato, caro Notaio Marqueño De Llano,
Signore e Signori rappresentanti delle più alte Autorità,
Care Colleghe, cari Colleghi,
è per me un grande onore, nella veste di Presidente del Consiglio dei Notariati dell’Unione Europea, intervenire da questo podio. Consentitemi innanzitutto di ringraziarvi della calorosa accoglienza riservatami. Come è consuetudine, il mio intervento darà un contributo di taglio europeo ai dibattiti nazionali.
Vi propongo di procedere in due tempi: innanzitutto facendo un quadro della situazione attuale e, quindi, delineando le principali tendenze che influenzeranno il futuro del Notariato in Europa.
Iniziamo dal 2019, un anno particolare, caratterizzato dalle elezioni e dall’interminabile romanzo della Brexit.
Le recenti scadenze elettorali hanno portato ad una ricomposizione del Parlamento Europeo e delle sue forze di maggioranza. Risultato di questi giochi politici è che, attualmente, attendiamo l’entrata in carica dei nuovi Commissari e del nuovo Commissario alla giustizia. Anche le future priorità delle istituzioni europee sono in fase di definizione.
Il Notariato europeo si è mobilitato per far sentire la propria presenza e dimostrare la propria volontà di partecipare attivamente alla costruzione dell’Europa. Quest’anno, infatti, abbiamo voluto impegnarci nella campagna “Questa volta voto” condotta dal Parlamento Europeo, volta ad incoraggiare il numero più alto possibile di persone a partecipare al voto. Dovevamo fare in modo che il partito astensionista non fosse il primo partito europeo.
Abbiamo inoltre colto l’occasione delle elezioni europee per presentare proposte concrete ai decisori di Bruxelles. Tali proposte sono state presentate sotto forma di manifesto, articolato intorno a cinque grandi temi:
1) favorire lo sviluppo della giustizia non contenziosa in Europa;
2) agevolare le procedure le relative alle successioni;
3) assistere le famiglie;
4) tutelare le persone vulnerabili;
5) contribuire alla lotta contro il riciclaggio dei capitali.
Sono convinto che l’Unione Europea sia giunta ad un punto di svolta. Essa deve urgentemente ristabilire un legame con i propri cittadini e rappresentare meglio i loro interessi. È in quest’ottica che abbiamo stilato l’elenco delle priorità negli ambiti di competenza del Notariato. Il nostro obiettivo resta invariato: rispondere meglio alle problematiche transfrontaliere dei cittadini, la cui vita si svolge oggi nello spazio europeo.
Il 2019 è stato inoltre l’anno in cui la nostra attività si è arricchita con l’applicazione della nuova normativa europea.
Penso ai Regolamenti europei relativi ai regimi patrimoniali tra coniugi e agli effetti patrimoniali delle unioni registrate entrati in vigore il 29 gennaio scorso nell’ambito di una procedura di cooperazione rafforzata, che vede coinvolti 18 Stati membri tra cui l’Italia.
Penso altresì alla IV e alla V Direttiva europea in materia di lotta contro il riciclaggio di capitali ed il finanziamento del terrorismo. In ordine alla V Direttiva, essa dovrà essere recepita negli ordinamenti nazionali entro il 10 gennaio 2020.
I notai sono direttamente interessati dalle disposizioni della suddetta direttiva e dal suo recepimento. In effetti, in quanto pubblici ufficiali, siamo al centro del meccanismo giuridico delle transazioni immobiliari e degli atti societari che costituiscono i canali privilegiati delle operazioni di riciclaggio.
Il nostro esemplare impegno in questo ambito è un fiore all’occhiello del Notariato europeo, perché mette in luce l’importanza della nostra funzione per gli Stati.
In tale ottica, tengo a sottolineare il grande lavoro svolto dal Notariato italiano: voi notai italiani siete primi nella classifica delle diverse categorie professionali che hanno effettuato segnalazioni, con più del 90% di queste.
I notai europei ci offrono molteplici esempi di buone prassi. Dobbiamo trarre ispirazione da queste per attuare una vera e propria politica europea del Notariato nella lotta contro il riciclaggio. I recenti sviluppi legislativi a livello europeo in materia di diritto societario ci incoraggiano ad agire rapidamente.
Lo scorso mese di giugno, le istituzioni europee hanno approvato la direttiva sulla digitalizzazione del ciclo di vita delle imprese. Essa dovrà essere recepita negli ordinamenti nazionali entro il mese d’agosto 2021. Tale direttiva, che consente la creazione di aziende interamente tramite canali informatici a distanza, si basa sul coinvolgimento dei notai al fine garantire la sicurezza giuridica del processo, l’identificazione e la verifica della capacità giuridica degli imprenditori, la consulenza imparziale e la prevenzione del riciclaggio di capitali e dell’evasione fiscale.
Garantire la partecipazione del notaio al processo di creazione delle aziende è stato un lavoro lungo, pedagogico e di persuasione delle istituzioni europee.
In quest’ottica, siamo stati senz’altro aiutati dai casi Panama e dei Paradise paper. Se i sostenitori della digitalizzazione incontrollata e senza consulenza avessero avuto la meglio, avremmo ormai procedure puramente elettroniche basate sull’utilizzo di moduli online, con clausole standard e senza alcun controllo giuridico preventivo. Grazie alla attività determinata del CNUE e dei suoi membri, abbiamo sventato tale eventualità.
Passiamo ora alle principali tendenze che influenzeranno il futuro del Notariato europeo.
La prima è costituita dagli ingenti investimenti dei notai nelle tecnologie, nel digitale che è presente ovunque e il Notariato costituisce un esempio in questo campo, segnatamente in ordine all’utilizzo delle tecnologie della blockchain messe a punto soprattutto dal Notariato italiano.
È gioco forza constatare come la digitalizzazione costituisca una sfida per il nostro lavoro quotidiano e per le istituzioni europee. Oggi il Notariato europeo è all’avanguardia delle professioni giuridiche e, quindi, rappresenta un interlocutore essenziale. Facciamo in modo di continuare ad esserlo, di gestire il nostro futuro e le scelte tecnologiche che verranno compiute.
È questo che ha motivato l’organizzazione del nostro Forum di Futurologia a Bruxelles il 13 novembre prossimo, con la consegna dei premi all’innovazione ai quei notariati che si sono distinti nel settore del digitale. Lo stesso giorno inaugureremo la nostra mostra presso il Parlamento, che porrà all’attenzione del pubblico nel contempo gli strumenti digitali dei notai e alcuni atti storici quali ad esempio, per l’Italia, il testamento di Giuseppe Verdi.
Il nostro obiettivo è duplice:
- dimostrare che la nostra professione ha una lunga storia, ma anche la capacità di guardare al futuro, adottando le tecnologie più avanzate;
- seguire una delle linee guida della nuova Commissione Europea, che intende difendere lo stile di vita europeo provando che, appunto, facciamo parte della storia dell’Europa e della sua cultura. D’altro canto, è in Lombardia che nel XII secolo è nato il Notariato.
Il nostro ordinamento di diritto continentale e il Notariato ne sono elementi essenziali.
Sono loro a garantire la sicurezza giuridica, con tassi di contenzioso sui nostri contratti quasi nulli e in ogni caso circa 10 volte inferiori ai tassi relativi ai contratti di Common Law che oberano le autorità giurisdizionali.
Consentono inoltre la “degiudiziarizzazione” la cui moda continua a diffondersi, soprattutto nel settore dei divorzi ma anche, in alcuni Paesi, dei matrimoni, che è meglio!
Il nostro status di pubblici ufficiali costituisce il fondamento del nostro fortissimo coinvolgimento nella lotta contro il riciclaggio dei capitali.
Sono loro che garantiscono inoltre eguale accesso al diritto su tutto il territorio europeo, i 40.000 notai e i loro 200.000 collaboratori sono presenti sin nel più piccolo paesino, laddove non vi è mai stato un avvocato o dove ha chiuso anche l’ultimo bar.
Purtroppo ciò non ci esime dal dover far fronte ad un paradosso: se da un lato ricorrere alla funzione notarile non è mai stato così importante per gli Stati e per i nostri concittadini, dall’altro la nostra professione continua a subire attacchi da parte dei Ministeri dell’economia e dal loro braccio armato, le autorità per la concorrenza, che sappiamo riunirsi diverse volte all’anno per coordinare le loro iniziative.
Rispondere in maniera coordinata a detti attacchi è uno dei principali compiti del CNUE.
Dobbiamo dire con forza ai nostri interlocutori – ed io lo faccio ad ogni occasione – che se la funzione notarile si merita, se nostri studi sono lunghi, se la nostra pratica è esigente, se la funzione notarile implica degli obblighi, essa va anche rispettata.
Tale rispetto passa attraverso una remunerazione giusta ed equa, che tenga conto di tutti i parametri che costituiscono le nostre prestazioni.
I notai d’Europa garantiscono un servizio giuridico pubblico capillare, senza alcun costo per la collettività. In effetti, tale servizio pubblico delegato dallo Stato e controllato da questo solleva le diverse amministrazioni da molteplici compiti, consentendo ingenti risparmi, oltre a diminuire il carico di lavoro dei tribunali grazie alla prevenzione delle controversie.
Si pone quindi la questione della giusta remunerazione del notaio per i suoi servizi, che si tratti dei Paesi in cui le tariffe vengono fissate dallo Stato, o di quei Paesi in cui vigono tariffe libere.
La giusta remunerazione del notaio deve conciliare due esigenze:
- bisogna dare garanzie ai soggetti del diritto per alcuni atti dal costo basso, garantendo però ai notai che gli atti debitamente remunerati vadano a compensare il mancato guadagno di quelli stipulati in perdita;
- bisogna garantire la capillarità territoriale, garantendo nel contempo agli studi notarili una sufficiente redditività anche nelle regioni meno favorite dal punto di vista economico.
Accanto alle due suddette esigenze fondamentali, vanno considerati ulteriori elementi:
- I Notai effettuano investimenti considerevoli delle nuove tecnologie, migliorando significativamente gli scambi con gli uffici statali e con i loro clienti.
- L’atto notarile non è una merce. A fondamento del rapporto tra cliente e notaio non v’è tanto il costo dell’atto, quanto la fiducia che il cliente ripone nel notaio. L’unicità della tariffa su tutto il territorio garantisce a ciascuno dei nostri concittadini di poter scegliere liberamente il proprio notaio in base al solo criterio valido per la nostra professione, quello della fiducia.
- Va altresì considerato il ruolo sociale del notaio. Il notaio, prevenendo le controversie con la propria consulenza e garantendo la sicurezza dei rapporti giuridici, è un artigiano della pace sociale.
- Tale complessità, tale varietà di parametri spiega perché gli economisti abbiano tanta difficoltà a definire il concetto di remunerazione ragionevole per la nostra professione che, in realtà, non conoscono bene e che non è paragonabile ad alcuna altra. Ciò li induce ad adottare un unico obiettivo semplicistico, ingiusto e inaccettabile: il ribasso delle tariffe. I notai sono liberi professionisti che esercitano una attività regolamentata specifica e ciò rende indispensabile una regolamentazione tariffaria.
- Il rispetto della nostra professione, dello status cui ho fatto riferimento poc’anzi, presuppongono che alcune istituzioni smettano di difendere l’idea che una tariffa giusta sia sempre una tariffa ribassata, che una giusta remunerazione sia sempre una remunerazione al ribasso.
In chiusura del mio intervento, consentitemi di ricordare che il CNUE è una formidabile piattaforma di scambi, dotata di nuovi strumenti che contribuiscono alla mobilità dei cittadini e favoriscono la collaborazione tra notai europei.
Abbiamo realizzato un annuario dei 40.000 notai d’Europa. Abbiamo inoltre creato una serie di siti web che mettono a disposizione dei cittadini delle schede pratiche relative agli ordinamenti dei diversi Stati membri: “Successioni Europa”, “Coppie in Europa”, “Acquistare un immobile in Europa” e “Persone vulnerabili in Europa”.
Abbiamo altresì istituito EUFides, la piattaforma di collaborazione online dei notai europei, creata per agevolare la gestione delle compravendite immobiliari transfrontaliere.
Sosteniamo inoltre l’interconnessione dei registri nazionali testamentari intrapresa dall’Associazione della Rete Europea dei Registri Testamentari, l’ARERT, che consente ad un notaio di consultare un registro straniero tramite il proprio registro nazionale.
Infine, la Rete Notarile Europea, vero e proprio trait d’union che mette a disposizione dei Notai d’Europa tutta una serie di strumenti pratici per la gestione delle loro pratiche transfrontaliere.
Colgo inoltre l’occasione per ringraziare il Notariato italiano dell’impegno dimostrato a livello europeo e per esprimere riconoscenza a coloro i quali vi contribuiscono fattivamente: senz’altro il vostro Presidente, Notaio Giuliani, ma anche il suo predecessore, il Notaio Lombardo e al loro fianco colleghi molto dinamici quali Valentina Rubertelli, Domenico Cambareri che l’ha preceduto e l’infaticabile pozzo di scienza Paolo Pasqualis.
A tutti rivolgo un caro saluto.
Signore, Signori, concludendo desidero affermare che un’Europa che difenda il proprio stile di vita è un’Europa che deve attuare una regolazione controllata servendosi del Notariato, professione presente su tutto il territorio, che tramite l’atto pubblico e l’applicazione di un diritto codificato garantisce la sicurezza.
Propongo uno slogan: un’Europa che tuteli, un’Europa vicina ai cittadini è un’Europa che ha bisogno dei notai.
Signore, Signori, ringrazio tutti dell’attenzione e auguro una buona continuazione dei lavori odierni.
AUTORE

La Redazione di Federnotizie è composta da notai di tutta Italia, specializzati in differenti discipline e coordinati dalla direzione della testata, composta dai notai Arrigo Roveda e Domenico Cambareri.