di Andrea Sala, Francesco Santopietro e Antonio Teti
La seconda tavola rotonda della mattinata, nel secondo giorno del 52° Congresso Nazionale del Notariato di Palermo, ha come titolo “Registri pubblici digitali: le nuove proposte del Notariato”.
Il primo intervento è di Maurizio Ferraris, Ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università di Torino. Riprende il concetto della necessità dell’intermediazione. Fa presente che la società da sempre si basa su documenti. Il documento è l’esito del passaggio dall’oggetto fisico al mondo sociale. Nel senso che, per esempio, il bene “casa”, oggetto fisico, tramite un documento diventa “di proprietà”, oggetto sociale. La realtà sociale, però, deve essere documentata. Ferraris evidenzia come oggi tutti abbiano uno smartphone e producano documenti multimediali. Negli ultimi venti anni, infatti, il telefono ha cessato di essere solo telefono ed è moltissime cose, anche una banca, in America anche un passaporto. C’è una produzione infinita e multimediale di documenti. La mediazione rimane tuttavia è necessaria. Anche quando si pensi che non c’è. La mediazione può essere effettuata da una tecnologia umana o non umana, rimane comunque una mediazione. E rimane necessaria.
A seguire interviene il professor Giuseppe Amadio ed esordisce dichiarando che la pubblicità è intimamente legata ai registri, siano essi cartacei o digitali. “La pubblicità – aggiunge – è un fatto giuridico permanente”. Sotto il profilo funzionale, il professor Amadio ricorda che, recentemente, la trascrizione sia diventata il mezzo per far entrare nell’ordinamento nuove forme primarie di tutela: tutto ciò è avvenuto grazie al Notariato, è ricorda a titolo di esempio l’art. 2645 tre c.c. Passando al futuro e alle nuove forme di pubblicità, si domanda quale sia il valore residuo della categoria notarile. “Il notaio – afferma – deve presidiare il momento della formazione della volontà negoziale e questo è un elemento non surrogabile”.
Quando interviene Michele Nastri, del Consiglio Nazionale del Notariato, prima di analizzare le tematiche relative alle nuove tecnologie, tiene a sottolineare come i pubblici registri italiani siano già completamente informatizzati da oltre 20 anni e molto efficienti. Già così offrono totale totale garanzia per il cittadino e sicurezza dei traffici giuridici. Sicuramente è indispensabile stare al passo con le nuove tecnologie, ma è altrettanto vero che in Italia possiamo permetterci di prenderci il tempo necessario a cambiamenti “ragionato” e senza troppa fretta. Dal punto di vista sostanziale ricorda che il Notaio non è un mero “documentatore” ma un giurista: non si limita, infatti, a recepire e dare certezza di un’avvenuta stipula, ma l’essenza della sua funzione consiste nel plasmare il contenuto del contratto, adeguando la volontà delle parti alle regole dell’ordinamento. Anche per questo motivo non è concepibile una completa digitalizzazione: i sistemi informatici non sono di per sé in grado di essere terzi garanti, prescindendo dall’intervento umano del professionista. La realtà moderna offre, comunque, grandi opportunità di miglioramento: i sistemi informatici possono essere utilizzati per ottimizzare le esigenze di circolazione e conoscibilità dei documenti. In questo senso si sta lavorando per l’introduzione di pubblici registri digitali per:
- le designazioni di amministratore di sostegno;
- le DAT e le donazioni di organi;
- le procure.
In tutti questi casi l’esistenza di un pubblico registro informatizzato consentirebbe di soddisfare quasi in tempo reale l’esigenza di conoscibilità dell’esistenza e del contenuto dei documenti e di eventuali revoche. Un altro tema importante è senza dubbio quello di garantire l’affidabilità dei soggetti abilitati a “mettere mano” ai pubblici registri. In questo senso la tecnologia non è un optional, ma un must; deve, però, essere seguita e governata dall’uomo, e i notai ne hanno la competenza e la possibilità, anche grazie alla capillarità di un servizio che è in grado di coprire tutto il territorio dello Stato.
Interviene Pietro Bernardo, Direttore sezione Opere Letterarie ed Arti Figurative della SIAE – Società Italiana Autori ed Editori. Evidenzia come la funzione prevalente della SIAE sia una funzione di “‘intermediazione”, nel senso che la SIAE tutela il diritto d’autore. Gli oggetti che possono essere tutelati sono vari. Il Pubblico registro pubblicizza dei dati: pubblicizza chi è il titolare del diritto e chi detiene i diritti economici. Tantissime persone depositano ogni giorno domande di tutela di varia natura su tutto il territorio nazionale. Bernardo evidenzia poi come la SIAE abbia un problema di presenza sul territorio. La rete SIAE c’è, ma non capillarmente su tutto il territorio nazionale. Questo comporta che comunque il supporto da tutelare vada spedito a Roma. Fa presente poi una possibile collaborazione con il Notariato. Ciò che si sta valutando, però, non è solo la tenuta del registro pubblico, ma anche la possibilità del deposito del supporto dal notaio invece che trasmetterlo a Roma. Il notariato ha, infatti, una rete di presenza sul territorio fortissima che potrebbe facilitare questo deposito.
Prende poi la parola il professor Nicola Mazzocca, Ordinario di Sistemi di Elaborazione all’Università Federico II di Napoli. Ritiene che il vero tema oggetto di discussione sia la pubblicità della tutela dei diritti. “Sono un professore di informatica”, dichiara Mazzocca. “Vi garantisco comunque che lo scopo dell’informatica nel settore della conservazione dei dati non è sostituirsi al codice, alle leggi e al controllo notarile”. Ritiene che la conservazione dei registri sia appannaggio di chi contribuisce a compilarli: gli eventuali registri, per conservare le procure e o le designazioni di amministratori di sostegno, dovrebbero essere gestiti dai notai.
E’ il momento di Sergio Boccadutri della Commissione Parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Al giorno d’oggi, afferma, la tendenza è di “semplificare le procedure attraverso la complicazione”, intesa come maggior ricercatezza, modernità e sicurezza dei sistemi informatici. Il tutto con un occhio alla sostenibilità economica, ma anche e soprattutto “sociale” del sistema, vale a dire alla fruibilità per il cittadino utente finale. Altra moderna tendenza è il tentativo di disintermediazione grazie alla tecnologia. In alcuni casi è si tratta di un’evoluzione positiva e auspicabile, in altri si rischia di creare danni. Essendo i sistemi sempre più complessi, è fondamentale che siano costantemente tenuti sotto controllo dall’uomo in modo proattivo, al fine di garantire l’affidabilità di una volontà che deve diventare dato certo. Non ci si può affidare in via esclusiva al sistema informatico, ma occorre una figura umana – che abbia ruolo pubblico – che garantisca la correttezza della procedura per giungere alla formazione dei dati, così che questi dati acquistino caratteristiche di certezza e affidabilità.
Interviene a questo punto del dibattito Alfonso Bonafede, Vicepresidente II Commissione Giustizia Camera dei Deputati. Evidenzia come nonostante il notaio sia spesso visto come figura antica, è al contrario una di quelle figure professionali che si è evoluta maggiormente. Riconosce l’alto livello di tecnologia informatica raggiunta dagli studi notarili che permette, per esempio, la trascrizione nei pubblici registri in tempi brevissimi. Afferma che le proposte del notariato vanno viste con “enorme favore”. La tecnologia deve essere uno strumento attraverso cui il professionista esalta le proprie professionalità e competenze. L’elemento umano è un quid pluris a cui la tecnologia non potrà mai arrivare e che non si potrà mai superare. Circa l’amministrazione di sostegno, per esempio, evidenzia come l’istituto sia moderno, fluido, flessibile e adattabile alle concrete esigenze del beneficiario, ma la mancanza di un registro delle amministrazioni di sostegno è grave. La tenuta del registro da parte dei notai sarebbe importante perché fondamentale è la terzietà del notaio. Conclude evidenziando che se la categoria saprà esaltare le sue caratteristiche sarà sempre imprescindibile.
Chiude, infine, la tavola rotonda l’onorevole Maurizio Bernardo, che ritiene il Notaio una “sentinella di legalità” all’interno del processo di ingresso delle nuove tecnologie nella conservazione dei dati. “Non dobbiamo essere spaventati”, prosegue Bernardo. “Per l’ingresso delle nuove tecnologie anche nelle transazioni economiche e finanziarie; in particolare, non devono essere spaventati i Notai, che hanno una vocazione naturale all’innovazione tecnologica”.
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