Come anticipato da Italia Oggi, a seguito di un secondo Parere della Procura Nazionale Antimafia è stato ritirato il nuovo emendamento (11.02 al dl 34/19) presentato in Commissione Finanze che attribuiva la competenza per l’autentica degli affitti d’azienda a commercialisti e avvocati. Si tratta in realtà della seconda (e ultima?) puntata di una storia che abbiamo già raccontato e che ha lo stesso finale: il controllo di legalità degli atti è garantito solo dai notai, quali pubblici ufficiali a ciò delegati dallo Stato. Come già ribadito non si tratta di una gara tra professionisti, ma la consapevolezza della diversità di percorso, di organizzazione del sistema, di diversità di ruolo e funzioni del notaio (pubblico ufficiale in posizione di terzietà e soggetto a rigorose ispezioni biennali del Ministero della Giustizia) rispetto agli altri, “strutturalmente di parte e sottratti a controlli pubblici.”
Ci sono però delle novità importanti in questo nuovo parere che meritano di essere evidenziate.
Innanzitutto, come già avevamo sottolineato, si precisa che le osservazioni effettuate con riferimento al precedente emendamento valgono ovviamente anche per gli affitti d’azienda posto che “è di tutta evidenza che il godimento dell’azienda consente al titolare di agire nel mercato al pari di un soggetto che ne abbia la proprietà”. L’affitto infatti costituisce spesso il “primo segmento di una fattispecie complessa, a formazione progressiva, che culmina nella cessione…ed in cui i profili di illecità…devono puntualmente essere vagliati ex ante dal notaio pubblico ufficiale”.
Nel parere si evidenzia poi “il particolare rigore che caratterizza l’attività notarile nel settore dei trasferimenti d’azienda (cessione ed affitto) e negli altri settori che costituisce quindi il mezzo con cui l’ordinamento si prefigge di raggiungere una finalità fondativa dello Stato di diritto: la certezza degli atti e dei traffici giuridici.”
Il Procuratore Nazionale Federico Cafiero de Raho coglie inoltre l’occasione per manifestare “preoccupazione” anche per le recenti modifiche in tema di costituzione di srl innovative tramite moduli societari con firma digitale e senza controllo notarile, rappresentando i numerosi casi di “furti d’identità digitale” e di “registrazioni di firme digitali a soggetti ignari di tale circostanza“. Si paventa il rischio che la “prosecuzione di attività legislative” verso quella direzione potrebbe portare alle stesse conseguenze pericolose cui hanno portato altre “semplificazioni”, come avvenuto nelle vendite di auto: “è infatti di dominio pubblico che la stragrande maggioranza di veicoli utilizzati per attività criminali e delittuose risultano intestati a persone defunte o mai esistite” con tutte le difficoltà che ne conseguono per le attività dell’Autorità Giudiziaria.
Alla luce di queste osservazioni e di quelle già svolte in occasione del primo emendamento, nel parere si conclude come non vi sarebbero ragioni per cui lo Stato rinunci alla sua funzione di garanzia, anche a tutela dei soggetti più deboli. Questo comporterebbe infatti una “deresponsabilizzazione dello Stato” che abdicherebbe alla sua “essenziale funzione di controllo, filtro e garante di tutela, esercitata attraverso i notai” su tutto il territorio nazionale verso quei soggetti più vulnerabili e maggiormente a rischio rispetto alle infiltrazioni malavitose.
Scarica il parere integrale del Procuratore Nazionale Antimafia (modalità protetta)

AUTORE

Classe 1976, in esercizio come notaio dal 2004 con sede a Malnate (VA). Già docente della Scuola di Notariato dello Stretto e della Scuola di Notariato della Lombardia, dal 2012 al 2015 è stato presidente dell’Associazione Sindacale dei Notai della Lombardia-Guido Roveda (Federnotai Lombardia). È stato componente delle Commissioni Comunicazione e Settore Propositivo del Consiglio Nazionale del Notariato.