“Te se regòrdet?”. Mi chiedono ancora oggi i clienti del lago di Como, riportandomi a quel lontano 2001 quando aprii l’ufficio nella mia prima sede di Gravedona ed Uniti e di dialetto del lago non capivo davvero nulla.
E pensare che credevo di avere studiato abbastanza.
Avevo già i tradizionali problemi di inizio professione: dalla scelta del software di studio ai pochi arredi, la stampa del repertorio e, ci si aggiungeva, anche il dialetto.
Parlo inglese e francese, al liceo ho studiato latino e greco e ho addirittura reminiscenze di linguaggi popolari del sud in una veste narrativa puramente fiabesca, tramandata dai nonni.
Cosa c’entravo io con il dialetto dell’alto lago e perché avrei dovuto impararlo?
Capii presto che entravo in punta di piedi in una nuova coscienza popolare, fatta di persone e racconti, di conoscenze e tradizioni e non potevo in quel ruolo di moderno tutore della legge esimermi rispetto a questa nuova sfida, condicio sine qua non per entrare in contatto con il territorio.
Accantonai momentaneamente inglese e francese, latino, greco e mi dedicai alla sede che mi era stata assegnata.
Scoprii che i terreni delle valli del Lario venivano identificati in catasto con foglio e mappale, ma anche con i toponimi.
Leggevo i nomi dialettali dei luoghi, sbagliavo la pronuncia, il cliente mi correggeva, mi impegnavo e ripetevo, sorridevo e ricominciavo. E intanto costruivo il mio rapporto con la gente. Un rapporto in cui io mettevo a disposizione energia, professionalità, la certezza della funzione che ricoprivo, loro ringraziavano, raccontavano la fiera storia del loro territorio, mi presentavano l’ultimo testimone locale vivente che aveva incontrato Mussolini, mi raccontavano le loro tradizioni e così mi rendevo conto di dare molto, ma di ricevere ancora di più.
È questo il lavoro che svolgiamo. Un lavoro che è pubblica funzione, ma anche servizio, contatto con i cittadini e molto altro ancora.
Ho voluto raccontare la mia storia che è anche la sintesi della mia doppia anima nord/sud, da sempre connotato del mio cammino. Questo binomio oggi diventa anche il progetto politico-editoriale di Federnotizie 2.0, il giornale di cui ho assunto la direzione per il triennio 2015-2018.
Federnotizie, nato quasi trent’anni fa nelle stanze di studi notarili milanesi, abbandona la versione cartacea (negli ultimi tempi on line) per rinascere come web magazine.
La redazione, pur mantenendo la sua tradizionale localizzazione (le riunioni si terranno nei locali messi a disposizione dal Consiglio Notarile di Milano), coinvolgerà esponenti di diverse regioni dalla Lombardia alla Sicilia.
Ho contattato amici e colleghi da nord a sud, ho raccontato il progetto, ho raccolto critiche e suggerimenti, ho costruito e modificato, il lavoro da fare è tanto, ma il progetto mio e della redazione è quello di dare al notariato nazionale la possibilità di esprimersi nel profondo rispetto della funzione che ricopriamo attraverso un proprio web magazine di categoria facile, aggiornato e gratuito.
Federnotizie, come il notariato, oggi riparte dalla versione 2.0.
Il nostro dialogo rinasce dall’esperienza del giornale di carta che costa troppo e ha ritmi lenti, per cercare di cogliere nuove opportunità: ricorda le tradizioni dei suoi natali, ma avanza verso l’innovazione, la sintesi, il titolo esecutivo europeo, il certificato successorio europeo, le aste on line, l’eredità digitale e molto altro ancora.
Innoviamo il giornale al passo con il cambiamento che sta investendo la nostra professione: essere notaio oggi è diverso persino rispetto a pochi anni fa; essere direttore editoriale è ancora diverso.
Essere notaio ai tempi nostri vuole dire apertura costante al confronto e all’ascolto, comunicazione, aggiornamento tempestivo, vuole dire internazionalizzazione, informatica e web, vuole dire parlare correntemente l’inglese e muoversi verso un futuro che avanza così velocemente da farci sentire sempre inadeguati, vuole dire anche lavorare meglio per essere gratificati meno.
Dirigere un giornale di categoria vorrà dire esserci con costanza e tempestività, avere la sensibilità di cogliere le istanze provenienti da colleghi e cittadini, dare voce alle criticità ma anche ai successi, scambiare informazioni, condividere esperienze politiche e contributi giuridici e, a volte, anche essere scomodi.
Si può essere scomodi, per esempio, quando si chiede al Consiglio Nazionale di cominciare a ragionare sull’etica del notariato. Ma soprattutto di impiegare forze per parlarne nelle Università, nelle Scuole di Notariato, oltre che ai corsi di formazione per notai.
Cominciamo a parlare ai notai di etica, discutiamo di come si può e si deve essere un buon notaio.
Parliamo di valori comportamentali ispirati alla correttezza e alla legalità, diamo ai giovani modelli di adozione facoltativa, ma mettiamo alla berlina i cattivi notai, perché di buoni ce ne sono tanti, ma è sufficiente un solo cattivo esempio per danneggiare l’intera categoria.
Chiediamo che venga sanzionato con fermezza il comportamento fraudolento soprattutto se posto in essere dalle nostre figure apicali, comportamento tanto più grave se si pensa che tali figure dovrebbero ispirare i modelli comportamentali degli altri.
Cominciamo a dire con chiarezza che cosa si intende quando – in una comunicazione ufficiale – si scrive che un Consigliere Nazionale ha dovuto dare le dimissioni irrevocabili per motivi personali. I motivi personali, quando si ricopre un incarico pubblico e istituzionale, non esistono, soprattutto se nel giro di pochi giorni le stesse notizie sono rese disponibili dai quotidiani.
Principi etici forti (da affiancare al codice deontologico), se correttamente elaborati ed efficacemente applicati, consentirebbero alla categoria di evitare situazioni non giustificabili né all’esterno né all’interno perché la sanzione maggiore sarebbe la riprovazione sociale.
E ancora: l’art. 3 del DPR 7 agosto 2012 n. 137 dispone per le professioni regolamentate l’istituzione dell’albo unico. La stessa norma, al comma 1, prescrive che l’albo unico venga aggiornato dai Consigli Notarili con l’annotazione dei provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei singoli notai.
E’ del luglio scorso l’invito del nostro Presidente Maurizio D’Errico trasmesso ai Presidenti dei Consigli Notarili e ai Presidenti dei Comitati Regionali ad effettuare le pubblicazioni. La relativa delibera del Consiglio Nazionale (assunta con 16 voti favorevoli, due astenuti e due assenti) disponeva che tutte le sanzioni disciplinari (purchè non più impugnabili), efficaci alla data di entrata in vigore del DPR 137/2012, e anche la sospensione cautelare, fossero pubblicate nell’albo unico con l’indicazione delle norme violate.
Tralasciando la mia personale sorpresa nel constatare che la delibera del CNN non è stata assunta all’unanimità, osservo che sono passati quasi sei mesi dalla comunicazione del Presidente (e due anni dalla legge) ma che non sempre viene effettuata la menzione delle sanzioni disciplinari nell’albo unico.
E’ bene sottolineare che se vogliamo ragionare sui valori etici che ci animano, non possiamo nasconderci dietro scuse pretestuose come la legge sulla privacy ma dobbiamo arrivare a riconoscere – prima di tutto fra noi – con coraggio e coerenza che i notai non sono tutti uguali.
In questo senso, è mio desiderio che Federnotizie sia lo spazio in cui il notariato possa parlare a se stesso con franchezza e in modo costruttivo per arrivare a discutere e forse a promuovere un nuovo notariato e una nuova linea, la 2.0 da cui ripartire.
Questa è la sfida che raccolgo oggi, come direttore e come notaio.
La direzione di Federnotizie in questo momento si sovrappone al mio cammino personale e cercherà di essere un prodotto editoriale volto alla ricerca della sintesi tra opposte istanze, tra tradizione e innovazione, tra nord e sud, tra tempestività e ponderatezza, tra libera professione e pubblica funzione, perché il notariato buono è uno solo, con tante connotazioni diverse ma con un’unica anima.

AUTORE

Alessandra Mascellaro è notaio dall’anno 2001. È stata componente (tesoriere) del Consiglio Notarile di Como e Lecco dal 2004 al 2013. Ha ricoperto la carica di Presidente della società ADR Notariato Como – Lecco S.r.l., organismo di mediazione dei notai di Como e Lecco e del Consiglio Notarile. E’ stata componente della Commissione Comunicazione del Consiglio Nazionale del Notariato. Da gennaio 2015 ha assunto il ruolo di direttore di FederNotizie.