Il Consiglio di Stato (con Sentenza del 4 gennaio 2016, n. 19) torna ad occuparsi della differenza tra la nozione di pertinenza urbanistica e di pertinenza civilistica.
Il Consiglio di Stato, nella sentenza in esame, conferma l’orientamento giurisprudenziale prevalente per il quale pertinenza urbanistica e pertinenza civilistica sono concetti distinti, avendo ognuno peculiarità diverse. In particolare il concetto di pertinenza urbanistica è più ristretto: gli elementi che la caratterizzano, infatti, sono, oltre l’incapacità delle stesse di avere un autonomo valore di mercato, «l’esiguità quantitativa del manufatto, nel senso che il medesimo deve essere di entità tale da non alterare in modo rilevante l’assetto del territorio; […] l’esistenza di un collegamento funzionale tra tali opere e la cosa principale, con la conseguente incapacità per le medesime di essere utilizzate separatamente ed autonomamente». In altri termini, le pertinenze urbanistiche sono tali solamente se non comportano il c.d. carico urbanistico, poiché ogniqualvolta assumono autonomia rispetto ad altra costruzione, deve esservi il loro assoggettamento al regime concessorio.
Tutto ciò mette in evidenza la differenza con le pertinenze civilistiche, le quali, invece, ben possono avere una autonoma destinazione, cioè non esaurire la loro destinazione d’uso nel rapporto funzionale con l’edificio principale.
Nel caso di specie si trattava di una tettoia in ferro delle dimensioni di 25 mq. ancorata con pali fissi di metallo. Data la rilevanza del manufatto il T.A.R. Lazio Roma, n. 3937/2015, confermato dal Consiglio di Stato con la sentenza in esame, ha ritenuto che la realizzazione di una tettoia di tal genere, comportando la trasformazione edilizia del territorio ex art. 3 comma 1 lett. e) del D.P.R. n. 380 del 2001, sia da ritenersi “nuova costruzione”, con necessità del rilascio del pertinente titolo abilitativo di costruzione per la sua regolarità urbanistica.

AUTORE

Laureata presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, di cui dal 2006 è Cultore della Materia. Nel 2007 ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Milano. Nel 2012 ha conseguito il dottorato di ricerca in “Scienze giuridiche – Diritto privato e storia della scienza giuridica civilistica” sempre presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha vinto il concorso bandito nell’anno 2013 ed è stata nominata notaio nel novembre 2015.