Cortina d’Ampezzo. Si apre il 15 febbraio p.v. il 48° Raduno Invernale dei Notai d’Italia, organizzato dal Comitato Interregionale dei Consigli Notarili delle Tre Venezie.
Il calendario della settimana è fitto, suddiviso fra intrattenimenti sportivi (e non) e pomeriggi di studio. È un incontro in cui è possibile conciliare le opposte esigenze personali, familiari e di svago: dalla settimana bianca, alla formazione personale, fino all’accantonamento obbligato dei crediti formativi.
Il programma dell’iniziativa prevede che nella giornata di sabato 21 febbraio, Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato, Ludovico Maria Capuano, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Notai e Carmelo Di Marco, Presidente Federnotai, partecipino a un tavolo di discussione sulla Riforma Elettorale.
La redazione di Federnotizie.it, in vista dell’appuntamento, ha rivolto alcune domande (uguali) ai quattro presidenti per avviare sulle pagine del web magazine un confronto aperto sulla Riforma Elettorale di CNN e Cassa.
Il risultato comune che emerge dalle interviste è l’accordo circa la necessità di una nuova legge elettorale a salvaguardia di un’immediata condivisione dei programmi politici e di una maggiore coesione all’interno dei nostri organi di vertice. A prescindere dalla vera e propria riforma che seguirà il normale iter legislativo, emergono anche proposte concrete per attuare un intervento immediato.
Il nostro intento è sollecitare e avviare il dibattito interno, ascoltare le diverse istanze, informare e coinvolgere tutti i colleghi, presenti e assenti al prossimo appuntamento di Cortina.
La parola ai presidenti
1) Ritieni necessaria una riforma del sistema elettorale del Cnn e della Cassa?
Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.
Una riforma del sistema elettorale appare ormai necessaria: consentire al CNN e al Consiglio della Cassa di fare “squadra” più facilmente e di lavorare meglio, ed ancor prima far sapere all’elettore subito come sarà la squadra e il programma, concordato evidentemente prima delle elezioni, sono temi di cui si discute da tempo.
La circostanza che il Ministero di Giustizia abbia aperto alcuni tavoli di discussione con le categorie professionali, la nostra compresa, anche sul tema elettorale, favorirà la discussione all’interno del notariato. Il CNN ha già deciso di farsi carico dell’argomento che sarà affrontato nelle prossime settimane al fine di stimolare la discussione.
Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato.
Una riforma della Governance della Cassa nazionale del Notariato e, quindi, del suo sistema elettorale è estremamente utile per tre ordini di motivi:
- bilanciare i necessari profili di ponderazione nelle scelte gestionali con le ragioni di una maggiore efficienza ed efficacia nell’attività amministrativa;
- ridurre i costi degli organi amministrativi;
- introdurre requisiti di professionalità per i componenti del Consiglio di amministrazione della Cassa.
Per ottenere risultati apprezzabili in ordine alle esigenze segnalate sono necessarie profonde modifiche allo statuto della Cassa così da, una parte, razionalizzare la composizione numerica del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale e della assemblea dei delegati, dall’altra riformulare i profili di competenza tra organo amministrativo e assemblea dei delegati.
La Cassa appartiene a quegli organismi complessi per i quali occorre accettare la sfida di un’epoca, quella post-moderna, nella quale il cambiamento non può essere più considerato automaticamente un necessario passaggio per approdare ad una condizione di stabilità. E’ qualcosa di più articolato che deve prendere atto come la Cassa non sia un sistema che possa autoregolarsi senza fare i conti con l’“asimmetria di probabilità” che l’incertezza del tempo presente produce.
La riforma della Governance deve essere quindi coerente con una condizione del Notariato che deve imparare ad avere fame di futuro, non come disagio transitorio, ma come stato permanente.
Occorre avere la capacità di gestire l’incertezza del nostro tempo, incertezza che è il risultato combinato del sentimento di ignoranza (impossibilità di sapere ciò che accadrà) e d’impotenza (impossibilità di evitare che accada), come suggerisce Zygmunt Bauman.
Dobbiamo trovare un punto fermo dove imparare a convivere e rendere virtuosa la condizione di “vivere con le differenze”.
Questa è la sfida per un modello organizzativo che non si faccia irretire da un sentimento di modernizzazione unicamente compulsivo o ossessivo.
Ludovico Maria Capuano, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Notai.
Non c’è dubbio. L’attuale sistema elettorale non consente di formare una squadra di persone pronte a lavorare su un programma condiviso, ma necessita la creazione di un equilibrio basato sui compromessi che può ingessare i nostri Organi rappresentativi.
Il sistema elettorale deve essere concepito in modo da sapere prima cosa vuole fare chi si candida ed in modo da consentire a chi ha vinto di attuare quello che aveva promesso.
Anche l’organizzazione interna, soprattutto del CNN, andrebbe rivista. Andrebbe divisa la parte politica, fondamentale al giorno d’oggi, e che necessita di un organo elettivo per la sua amministrazione, da quella gestionale (penso, ma solo a titolo esemplificativo, a Informatica, Assicurazione, Antiriciclaggio) che, da un lato necessita di competenze che non è detto che si ritrovino in un collega eletto, dall’altro, ha bisogno di colleghi (e non) che vi si dedichino con continuità, con un occhio ai risultati raggiunti.
Carmelo Di Marco, Presidente Federnotai.
In ambiti diversi (ma in molti casi collegati tra loro) il Consiglio Nazionale e il CdA della Cassa sono chiamati a prendere decisioni molto complesse, da adottare spesso in tempi brevissimi, che richiedono la capacità di pianificarne e prevederne gli effetti a medio e lungo termine.
Per riuscirci (e farlo bene) occorre avere strategie e programmi definiti e condivisi all’interno di entrambi gli organi di vertice.
Le regole vigenti non aiutano a soddisfare questo requisito: può accadere – e infatti avviene ad ogni tornata elettorale – che siano elette persone che non si conoscono tra loro, che non hanno mai discusso tra loro di politica del Notariato, né di politica tout court.
In questa situazione, occorrono mesi – un tempo lunghissimo in rapporto alla durata triennale del mandato – perché l’azione dei due Consigli acquisti il necessario slancio, ma le decisioni da adottare non aspettano.
Si dovrebbe procedere alla formazione e alla presentazione anticipata di liste di candidati i quali condividano uno stesso programma e indichino un unico Presidente: pur garantendo la dialettica tra gli eletti di tutte le liste, potremmo fare affidamento sulla presenza – nel CNN e nel CdA della Cassa – di una maggioranza stabile e quindi capace di governare, dall’inizio alla fine del mandato, con incisività e con una autorevolezza che sia percepita anche dagli interlocutori esterni.
Con riferimento alla Cassa, si dovrebbe anche prendere in considerazione una riforma più coraggiosa, che preveda l’ingresso nel CdA solo di notai che dimostrino di avere una specifica preparazione in materia finanziaria e previdenziale e anche di persone esterne alla categoria, che siano in possesso delle necessarie, specifiche, competenze tecniche.
2) Come è possibile, a tuo avviso, conciliare le esigenze delle proporzioni numeriche con quelle della equa rappresentatività territoriale nell’ottica di una maggiore coesione di vedute e strategie all’interno di Cassa e CNN?
Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.
Così come per lo svolgimento della funzione notarile il legame con il territorio costituisce elemento centrale, allo stesso modo è inimmaginabile un sistema elettorale che trascuri questo legame. Dopo un primo e urgente intervento sulla legge elettorale volto a favorire e garantire l’aggregazione e la coesione del Consiglio attorno ad una squadra e un programma, che oggi rappresenta una assoluta priorità, è immaginabile in un prossimo futuro una ulteriore riflessione sul legame con il territorio come unico criterio di funzionamento del sistema elettorale.
Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato.
I metodi elettorali ipotizzabili dovranno prevedere meccanismi con i quali bilanciare la rappresentatività territoriale con la necessaria coesione della maggioranza dei componenti dell’organo amministrativo della Cassa.
Le soluzioni adottabili sono varie.
Si potrebbe utilizzare il metodo elettivo adottato per la nomina dei Revisori del Consiglio Nazionale del Notariato individuando tre macroaree (Nord, Centro, Sud e Isole), assegnando ad ognuna di esse un numero uguale di componenti del Consiglio di Amministrazione della Cassa da eleggere.
In questa ipotesi, per rispettare meglio la rappresentanza territoriale, si potrà prevedere una limitazione di eletti provenienti da un’unica Regione con la contemporanea turnazione della provenienza regionale.
In alternativa si potrebbe prevedere una elezione di secondo livello del Consiglio di Amministrazione: i notai eleggerebbero con il metodo attuale i delegati all’assemblea della Cassa. Quest’ultimi riuniti in assemblea nominerebbero i componenti del Consiglio di Amministrazione sulla base di liste.
Ludovico Maria Capuano, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Notai.
Nel sistema elettorale che vorremmo, se ve ne fosse la possibilità, il ruolo degli attuali collegi elettorali andrebbe rivisto, dividendo l’Italia in tre macroaree, assegnando un egual numero di consiglieri a ciascuna marcroarea.
Siamo consapevoli, però, che una rivisitazione degli attuali collegi potrebbe comportare un rallentamento della riforma elettorale, e, pertanto, riteniamo che il giusto contemperamento potrebbe essere quello del premio di maggioranza.
Carmelo Di Marco, Presidente Federnotai.
Da un lato, esiste la necessità che i nostri organi di vertice tengano conto, nella loro azione, delle istanze di realtà territoriali e socio-economiche molto diverse tra loro; dall’altro, appare necessario rimediare alla attuale situazione di squilibrio in base al quale i collegi elettorali meno numerosi hanno un “peso specifico” maggiore rispetto a quelli più numerosi.
Si potrebbe pensare ad un sistema misto in base al quale i consiglieri siano eletti per due terzi con lo stesso sistema oggi vigente, ma con la suddivisione del territorio in un numero di collegi inferiore; e per un terzo attraverso la presentazione di liste nazionali in un unico collegio elettorale.
La previsione di un unico collegio nazionale per eleggere una parte significativa dei consiglieri, in cui votino tutti i notai di ogni parte d’Italia, appare preferibile rispetto alla previsione di un maggior numero di rappresentanti per i collegi di maggiori dimensioni, la quale rischierebbe di sostituire l’attuale situazione di squilibrio con una soluzione anch’essa squilibrata.
3) Considerati i tempi stretti, quali suggerimenti concreti potresti proporre per intervenire nell’immediato?
Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.
Naturalmente, per il CNN ogni modifica del sistema elettorale richiede un intervento legislativo. Cerchiamo di condividere l’obiettivo di un sistema che assicuri coesione attorno ad un programma; se i tempi non fossero sufficienti per la modifica legislativa, si potrebbe tentare di realizzare nei fatti la condivisione preventiva di un programma. In questo modo anche per l’elettore sarebbe più chiara la scelta da compiere.
Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato.
Un gruppo di lavoro, costituto tra alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione della Cassa, ha già iniziato un percorso di studio dei meccanismi di Governance della Cassa.
Il Consiglio di amministrazione dovrà iniziare un approfondimento collegiale su tali tematiche.
Le considerazioni che ho sopra espresso e quelle che qui seguiranno rappresentano unicamente il mio personale pensiero.
La competenza per le necessarie modifiche è dell’Assemblea dei delegati con l’ulteriore intervento autorizzativo dei Ministeri vigilanti e, forse, una preliminare modifica legislativa.
E’ un processo complesso le cui tempistiche possono astrattamente permettere l’applicazione di eventuali nuove regole elettorali anche dalle elezioni del febbraio 2016.
Mi preme tuttavia sottolineare come tutte le vicende che riguardano la Cassa appartengono a tutti i Notai.
E’ mia intenzione, quindi, riservare una parte ampia al percorso valutativo delle riforme utili alla Cassa al dibattito aperto a tutte le colleghe e a tutti i colleghi.
Ludovico Maria Capuano, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Notai.
Passaggio a un sistema elettorale basato sul voto di lista, con mantenimento degli attuali collegi elettorali.
Ciascuna lista dovrebbe poi esprimere un candidato presidente, che dunque verrebbe eletto in aggiunta agli altri.
Il premio di maggioranza dovrebbe essere attribuito secondo un criterio proporzionale, per garantire, anche in questo caso, un equo contemperamento degli interessi di tutte le zone territoriali d’Italia. Inoltre, anche il candidato presidente della lista di minoranza con più voti dovrebbe essere eletto come consigliere, per garantire un ruolo di rilievo anche alla minoranza.
Ovviamente un nuovo sistema elettorale basato sul voto di lista dovrebbe prevedere la decadenza di tutti gli attuali consiglieri in carica (in particolare i rieleggibili) per consentire di svolgere delle elezioni uniche su base nazionale.
Si potrebbe inoltre valutare, fermo restando il limite dei due mandati, di aumentare da tre a quattro gli anni di durata del consiglio, per garantire una continuità di “legislatura”, prevedendo un sistema di verifica della fiducia, sia all’interno del consiglio, sia, eventualmente, con una sorta di referendum a metà mandato.
Carmelo Di Marco, Presidente Federnotai.
La discussione sui sistemi elettorali è in atto da anni nella categoria e ritengo che l’esigenza di una riforma sia largamente avvertita. Senza attendere una riforma legislativa che avrebbe tempi molto lunghi ed esiti incerti, nulla impedisce che – anche a norme invariate – i colleghi che intendono candidarsi a far parte del CNN o del CdA della Cassa si riuniscano spontaneamente in liste presentando in anticipo il programma tra loro condiviso.
Penso che gli stessi organi in carica, e in particolare i loro membri attuali rieleggibili per un futuro mandato, dovrebbero prendere o incentivare iniziative in tal senso: se ci pensiamo, ne uscirebbe rafforzata, prima di tutto, la legittimazione dei nostri organi rappresentativi.
Il tempo che ci separa dalle prossime elezioni è ampiamente sufficiente perché si realizzi un confronto trasparente tra più liste, magari formate progressivamente partendo da un nucleo di candidati che presentino un programma, cui si aggiungano altri candidati che vi si riconoscano.
4) Come valuti le idee di garantire alla componente femminile una maggiore rappresentanza, nonché di garantire l’accesso alle cariche istituzionali anche ai colleghi con minore anzianità?
Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.
Trovo giusto che ci sia una rappresentanza delle donne e dei giovani; per quanto riguarda il CNN ed i Consigli distrettuali, peraltro, non vi sono vincoli nella legge vigente che escludano l’elezione dei Colleghi più giovani. Quanto alla rappresentanza femminile, il notevole incremento percentuale di donne nella Categoria dovrebbe portare ad una loro maggiore presenza negli organi di vertice, come già accade a livello distrettuale. Valuteremo, comunque, se sia possibile ed opportuno individuare misure normative per garantire tali rappresentanze.
Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato.
La riforma della Governance della Cassa deve avere una forte capacità inclusiva così da dare voce a tutte le componenti del Notariato.
Per quanto riguarda la presenza negli organismi di amministrazione del genere meno rappresentato non è difficile ispirarsi alle regole delle società quotate in Borsa e quindi prevedere statutariamente delle quote riservate. E’ altrettanto necessario prevedere dei meccanismi statutari per i quali anche i giovani colleghi devono far parte degli organi della Cassa.
La presenza di una pluralità di sensibilità negli organismi dirigenti della Cassa risponde all’esigenza di evitare percorsi di cambiamento distopici.
Vi è la necessità di una forte presenza di pensiero critico, di una predisposizione critica che porti negli organismi notarili la capacità di essere riflessivi e, nel contempo, di essere insoddisfatti dei risultati ottenuti, così da essere sempre pronti a correggerli.
Ludovico Maria Capuano, Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Notai.
Sebbene, e non solo per il ruolo che ricopro, non potrebbe che farmi piacere vedere più colleghi con minore anzianità o colleghe ricoprire ruoli di vertice, ritengo che il nostro scopo sia quello di dotarci degli elementi migliori negli organi di rappresentanza, nazionali e locali, non solo quelli che servono per raggiungere una quota, rosa o giovane che sia.
Credo che andrebbe incentivata la partecipazione alle cariche istituzionali non tanto prevedendo delle quote di genere o di età, ma prevedendo un giusto indennizzo per l’attività svolta (sempre nell’ottica di selezionare i migliori) per evitare che desistano dalla partecipazione alla vita politica coloro i quali temono (a ragion veduta) di allontanarsi dai propri studi (non dimentichiamoci che siamo professionisti, non politici di professione) ma che invece potrebbero contribuire alla causa del notariato.
Carmelo Di Marco, Presidente Federnotai.
La presenza femminile nei nostri organi rappresentativi (anche locali) continua ad essere insufficiente: è auspicabile che le percentuali via via crescenti di colleghe donne che entrano all’interno della categoria da alcuni anni si traducano nel prossimo futuro in un maggior numero di colleghe candidate ed elette.
Sono convinto che i nostri rappresentanti debbano essere scelti per le loro capacità e le loro idee e non per la loro appartenenza di genere.
Ma questa non può neanche costituire una pregiudiziale ostativa all’elezione: fino ad oggi l’impegno politico delle colleghe e la loro voglia di mettersi a servizio del Notariato sono stati frustrati da un certo maschilismo presente nella categoria e dalle modalità (spostamenti frequentissimi e improvvisi, riunioni in presenza anziché per via telematica), con cui le cariche elettive si esercitano.
Le “quote rosa” di per sé non mi entusiasmano, ma potrebbero essere un “male necessario” da imporre a noi stessi per alcuni anni. Sarebbe molto meglio se, tornando per un momento al quesito precedente, la presenza di un numero significativo di colleghe fosse prevista nei “codici di autoregolamentazione” delle liste elettorali.
Quanto alla presenza negli organi di vertice dei colleghi con minore anzianità, comincerei dall’applicazione concreta e da una interpretazione rigorosa della regola per cui si deve favorire il turn over all’interno dei Consigli Notarili Distrettuali. Un giovane notaio che abbia l’occasione di fare esperienza per un paio di mandati nel Consiglio del suo Distretto potrà farsi apprezzare dai colleghi e potrà entrare in contatto, affiancato da notai più anziani, con chi vive la stessa esperienza altrove. Si può mettere in moto un processo virtuoso, che nell’arco di pochi anni condurrebbe alla formazione di organi rappresentativi nazionali molto qualificati.
Non dimentichiamo che le regole di accesso al Notariato determinano una concezione dell’essere “giovani” molto diversa da quella che la biologia imporrebbe. Il rischio che la categoria corre concretamente è quello di tenere ai margini dai ruoli rappresentativi – per via di una anzianità di servizio ritenuta insufficiente – persone entusiaste e capaci, ammettendovele solo quando esse avranno perso buona parte della loro fantasia, del loro coraggio e della loro energia.
Da ultimo, osservo che un notaio il quale rivesta una carica elettiva avendo la prospettiva di essere ancora in attività per molti anni dopo la cessazione da quella carica sarà stimolato, anche per ragioni “sanamente egoistiche”, a dare il meglio di sé.

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La Redazione di Federnotizie è composta da notai di tutta Italia, specializzati in differenti discipline e coordinati dalla direzione della testata, composta dai notai Arrigo Roveda e Domenico Cambareri.