L’esperienza di un commissario di concorso

a cura di Marco Gilardelli

Dovendo fare una analisi della mia esperienza come commissario al Concorso Notarile, dividerei la mia esposizione in due direzioni ben distinte:

  • la prima rivolta al Consiglio Nazionale e ai colleghi.
  • La seconda rivolta ai praticanti, “futuri colleghi”, che si cimentano nel Concorso.

Prima parte.

Da un punto di vista professionale, devo dire che l’esperienza è stata appagante, stimolante ed è sicuramente servita ad accrescere il mio bagaglio culturale.

Il mio è stato il primo concorso dopo quello annullato, e ho fatto parte di una Commissione decisamente preparata, la cui Presidente ha avuto un polso, sia nella direzione del Concorso (scritti), che delle correzioni, che degli orali, veramente all’altezza.

Sia i Magistrati, che i Docenti Universitari, che i Colleghi Notai si sono dimostrati di ottima levatura, preparati sia da un punto di vista giuridico, che da un punto di vista umano/psicologico e la Commissione è stata elogiata anche dai siti notoriamente più accaniti.

La cosa che più mi è stata utile, è il vedere il differente approccio che le diverse categorie hanno avuto nei confronti dei problemi giuridici che si sono affacciati durante la correzione e che portavano soluzioni differenti da quelle che la Commissione aveva ipotizzato.

La componente notarile esaminava il problema dal “campo”, nell’abitudine ad affrontare il problema immediatamente, nel momento in cui si presenta, con una visione dell’immediatezza necessaria nella professione; i Docenti, tutti anche Avvocati, affrontavano il problema in una visione litigiosa, del dopo atto e delle conseguenze che la soluzione avrebbe potuto avere; i Magistrati esaminavano il problema da un punto di vista del giudizio finale dipendente da una lite.

Ebbene, queste tre visioni del singolo problema giuridico, esposte tutte con chiarezza, senza prevaricazioni e con capacità di ascoltare ha portato ad una scelta di soluzioni giuridiche da adattare ai casi concreti dei temi concorsuali che mi sembra di poter definire “ottimale”.

Se questo è il lato positivo dell’esperienza, volendo tralasciare la fatica fisica che i Commissari hanno dovuto affrontare (convocazione per le 5,30 del mattino in loco per preparare le tracce dei temi di concorso, e termine oltre mezzanotte per sigillare le scatole degli elaborati consegnati), oltre alla fatica ed al peso riflesso sul lavoro notarile (tre giorni a settimana a Roma per tre settimane su quattro al mese), voglio far presente alcune storture che a mio avviso il CNN dovrebbe valutare, considerando che il Concorso costituisce il presupposto per l’accesso alla professione.

Mentre Magistrati e Docenti non dovevano anticipare spese se non quelle dei pasti, in quanto vi è una società che provvede ad anticipare le spese vive, i Notai dovevano anticipare le spese dei viaggi e dei pernottamenti, che dovevano essere fatturati al Ministero.

Considerando tre aerei andata e ritorno per Roma al mese, 6/9 notti in Hotel oltre ai pasti, e considerata la lentezza del Ministero nel valutare le pezze giustificative (circa tre mesi) il sottoscritto si e’ trovato ad avere, ad un certo momento, un credito di oltre € 12.000,00.

Credo che questo sia inaccettabile!

Inoltre, dopo che il CNN mi aveva consigliato un certo Hotel convenzionato, ove si poteva fruire di una tariffa agevolata, mi sono sentito rifiutare dal Ministero il rimborso in quanto detto Hotel era Cinque Stelle mentre ai Commissari potevano essere rimborsati unicamente Hotel Quattro Stelle. Possibile che il CNN non ne fosse al corrente. Se poi si considera che rimborsate le spese (io a oltre un anno di distanza avanzo ancora un piccolo credito), la retribuzione ammonta a € 0,52 per candidato corretto o esaminato all’orale (a me è stata riconosciuta una somma di poco superiore a € 600,00 e sono stato tra quelli che ha esaminato più candidati), si vede come sia sempre più difficile trovare Notai disponibili ad accettare la carica di Commissario.

Seconda parte.

Quando nel 1978, dopo la vittoriosa finale degli assoluti di tennis di doppio misto, un giornalista mi chiese che Santi avevo in Paradiso per essere diventato Notaio pur essendo professionista di tennis, risposi: “se davvero avessi temuto di non poter competere alla pari con gli altri candidati perché nella mia famiglia non c’erano Notai o altri Santi in Paradiso, non avrei tentato il Concorso”. Ma se è vero che questa era stata la mia risposta, un certo tarlo, un piccolo dubbio, un timore che qualche breccia esistesse nel sistema, pur nel profondo, sussisteva.

Ebbene, direi a tutti i candidati di stare tranquilli, perché, visto dall’interno, il Concorso è assolutamente trasparente e passano davvero i migliori!

I candidati, nello svolgimento dei temi Concorsuali devono stare sereni e tranquilli, evitare di scambiare troppe opinioni con gli amici e con i vicini, e soprattutto leggere con estrema attenzione le tracce: la soluzione è spesso più facile, lampante e trasparente di quanto si pensi. Non si tende a fare trabocchetti giuridici.

Le soluzioni normalmente sono nella traccia stessa e nelle richieste di trattazione teorica di istituti giuridici.

Gli atti, da un punto di vista notarile,  devono essere ben fatti, con dimostrazione della conoscenza della legge notarile, e non devono contenere cause di nullità.

Spesso le soluzioni giuridiche possono essere più di una. Bisogna cercare di scegliere quella che la trattazione degli istituti giuridici di parte teorica suggeriscono.

Se però si sceglie una soluzione diversa, bisogna avere il coraggio della propria scelta e motivarla e difenderla con forza, portando le prove della sua correttezza.

Nel mio concorso ben due concorrenti che hanno presentato una soluzione diversa da quella da noi preferita, hanno motivato talmente bene la loro scelta, da aver ottenuto un buon voto.

Nella parte motivazionale bisogna esporre con chiarezza il perché della scelta di una certa soluzione e addurre le maggiori motivazioni possibili, purché coerenti.

Bisogna evitare di dire, per giustificare la propria scelta, “parte della dottrina” oppure “parte della giurisprudenza” senza citarne le esatte fonti perché questo indispettisce i Docenti. Se si fanno queste affermazioni, bisogna citare le fonti esatte!

Alle Scuole di Notariato suggerirei di insegnare agli allievi a ragionare mentre si leggono le norme. Se sei in grado di ragionare, la lettura del Codice e delle Leggi ti porta al risultato senza necessità di sfoggio di cultura. Il Codice e le Leggi devono essere capite, ragionate e collegate dagli studenti senza bisogno  di aiuto esterno: questo è stato l’insegnamento che ho carpito ai Magistrati. Imparare a capire la norma, nel suo profondo, cercando di capire il perché sono stati utilizzati, nella redazione certi vocaboli e non altri, è alla base della conoscenza  che aiuta a passare il Concorso.

Allenamento, tanto allenamento. Fare tanti atti, avere le clausole standard nell’orecchio, ma utilizzarle quando servono (la rinuncia all’ipoteca legale o la garanzia per l’evizione non sono da inserire sempre e comunque, se è vero, un concorrente le ha inserite in un legato di diritto immobiliare). Avere l’abitudine a scrivere, imparando a dare il giusto senso e peso ai vocaboli; utilizzare la lingua italiana in modo corretto.

Questo è il vero suggerimento.

E soprattutto sapere leggere le norme, saperle interpretare nel loro vero significato. Utilizzare, nel costruire le clausole contrattuali,  le parole del codice, se non si è certi su come esprimerle correttamente.

Stare sereni. Proprio negli esami orali mi sono reso conto che i candidati più sereni, tranquilli, che parlavano pacatamente, senza bisogno di cercare di voler dimostrare che erano preparati, con la conseguenza di  parlare a mitraglia, erano quelli che hanno reso di più, anche per la capacità di ragionare, quando la memoria li tradiva o quando la domanda usciva un po’ dal seminato.

Di più non mi permetto di suggerire.

Buon concorso a tutti!

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L’esperienza di un commissario di concorso ultima modifica: 2015-02-09T12:21:47+01:00 da Redazione Federnotizie
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