Le preoccupazioni di Banca d’Italia e delle autorità europee sulle valute virtuali

La Banca d’Italia con una nuova avvertenza, pubblicata ieri, allerta i consumatori sui rischi delle valute virtuali, richiamando peraltro la precedente avvertenza, già pubblicata dalla stessa il 30 gennaio 2015, sull’utilizzo delle cosiddette “valute virtuali”.

Tale avvertenza è, inoltre, una condivisione della nota congiunta della Autorità bancaria europea (EBA), dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni (EIOPA) (di seguito “le tre AEV”, autorità europee di vigilanza) le quali sono intervenute insieme inquietate dal crescente numero di consumatori che investono in cripotvalute, nella speranza di un alto guadagno, ma forse inconsapevoli del significativo rischio di perdere il denaro investito.

In altri termini, tanto della autorità europee quanto da quelle interne, si rimarca il fatto che le criptovalute sono prodotti rischiosi connotati da un alto indice di speculazione, cosicché è sconsigliabile investire in esse: da un lato l’estrema volatilità dei prezzi può tradursi una bolla speculativa; dall’altro, sia per la mancanza di tutele legali e sia di regole ai sensi del diritto dell’Unione nelle piattaforme che scambiano le valute virtuali, non è consentita un’adeguata tutela dei consumatori, i quali non possono beneficiare delle stesse garanzie che regolano i servizi finanziari regolamentati.

Le tre AEV, infatti, ricordano che le valute virtuali non sono emesse o garantite da una banca centrale o da altra autorità pubblica, e non godono quindi dello status giuridico di valuta o moneta, oltre al fatto che l’utilizzo di tali valute è spesso connesso per finalità illecite e criminali (tra cui il riciclaggio di denaro).

In particolare si segnalano ulteriori rischi oltre a quelli sopra accennati: i possibili malfunzionamenti delle piattaforme, l’esposizione agli attacchi informatici, la mancanza di trasparenza sui prezzi, il rischio di non poter scambiare le valute virtuali con quelle tradizionali, sono elementi che possono comportare la perdita parziale o totale dei soldi investiti in valute virtuali da parte di numerosi consumatori.

In conclusione la Banca d’Italia raccomanda ai consumatori «di non convertire in valuta virtuale più denaro di quanto non ci si possa permettere di perdere».

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Le preoccupazioni di Banca d’Italia e delle autorità europee sulle valute virtuali ultima modifica: 2018-03-20T16:05:32+01:00 da Lodovica De Stefano
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