Ho provato a redigere l’elenco delle questioni che la categoria notarile dovrebbe affrontare con precedenza rispetto alle altre per superare le attuali difficoltà e coltivare prospettive migliori e… non sono riuscito a terminarlo: ogni argomento ne portava con sé numerosi altri, la cui trattazione era necessaria per affrontare in modo esauriente il primo.
Perché l’importanza della funzione pubblica del notaio sia riconosciuta non basta diventare capaci di orientare le scelte dei decisori politici: occorre un recupero della nostra utilità percepita da chi fruisce del nostro servizio, che a sua volta passa attraverso l’offerta di quel servizio in settori nuovi. La ricerca di nuove competenze incide sulla formazione dei notai, e quindi sulle modalità di svolgimento della pratica, sulla definizione delle materie di concorso, sull’aggiornamento permanente dei notai in esercizio.
Ancora, l’allargamento dell’ambito di attività del notaio avrebbe ricadute di grande delicatezza sull’estensione della copertura assicurativa contro la responsabilità professionale, e coinvolgerebbe nuove riflessioni sugli effetti in materia contributiva e previdenziale.
Non basta: il notaio dovrebbe modificare l’organizzazione del proprio studio, ragionare sull’opportunità di unire le forze con altri colleghi e su come farlo, assumere decisioni in merito alla occupazione di nuovi collaboratori. Sorgerebbero nuove questioni in materia di concorrenza, di personalità della prestazione, di deontologia, di presenza sul territorio.
Partendo da uno qualsiasi dei temi fin qui elencati, ci si trova comunque di fronte ad una serie di collegamenti tanto numerosi quanto inscindibili.
Chi si occupa della politica del notariato, all’interno dei nostri organi istituzionali come all’interno del sindacato, non ha solo il dovere di conoscere ogni singola questione rilevante per il futuro della categoria; ha anche il dovere di prenderle in considerazione tutte insieme nel loro collegamento e nella loro reciproca influenza.
Negli ultimi anni, la necessità di fronteggiare numerosi pericoli contingenti ha ostacolato l’elaborazione di programmi e iniziative di ampio respiro. Malgrado le possibili nuove emergenze, i notai non possono concedersi una visione settoriale né di breve termine, ma devono progettare il loro futuro in modo organico e globale per promuovere l’emanazione di una legge notarile profondamente riformata, capace – come è stata quella attuale – di definirne e regolarne le funzioni per molti anni.
Auguro a tutti noi di essere ispirati dalle parole che Piero Calamandrei dedicò alla Costituzione scritta grazie al suo fondamentale contributo: la nuova legge notarile “deve essere presbite, deve vedere lontano, non essere miope“.

AUTORE

Notaio nel distretto di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese. Già presidente di Federnotai.