Il tre aprile a Roma si è svolto un interessante convegno con l’ambizioso scopo di discutere del ruolo del notariato nelle esigenze sociali.
Lo slogan è stato: “Sensibilizziamo l’opinione pubblica, sosteniamo il terzo settore“.
Il programma era ampio e denso di nomi noti nel settore, ma anche inusuale perché diviso in tre tavole rotonde inerenti rispettivamente la legge “Dopo di noi”, i diritti civili e le convivenze con il testamento biologico, e la riforma del terzo settore con accenni anche alla società benefit.
Si sono volute affrontare tematiche sociali fortemente avvertite tra i cittadini, alcune già disciplinate da norme giuridiche e altre in corso di attuazione come la legge sul terzo settore.
Incredibilmente per le abitudini della capitale, alle ore nove e mezza la sala che ospitava l’evento era già gremita.
Gianluca Abbate, consigliere nazionale, promotore e anima dell’intera iniziativa, ha atteso l’apertura dei lavori un po’ teso ma sorridente tra gli intervenuti e, iniziando il convegno, ha parlato in modo coinvolgente per sottolineare il ruolo dei notai interlocutori irrinunciabili nell’ordinamento giuridico italiano.
Il notariato italiano c’è ed è dalla parte dei cittadini.
Il consigliere nazionale è riuscito in modo semplice e sintetico a veicolare messaggi sul nostro ruolo, sulla nostra funzione sociale che dovremmo tenere presente ogni giorno nello svolgimento del lavoro. Il suo intervento è stato seguito da un breve ma eloquente video.
Il primo intervento è stato quello del Ministro con delega alla famiglia Enrico Costa, che ha confermato il ruolo di garanzia dei notai, spesso dato per scontato, ma che supplisce a volte lo stesso ruolo dello Stato.
Ha parlato anche della opportunità di tenere vivo un rapporto tra il legislatore e i professionisti che per primi applicano le norme e che essendo a contatto con il pubblico, avvertono in modo immediato le esigenze dei clienti. I soggetti deboli, tra i quali anche le famiglie, vanno tutelati con la certezza della circolazione dei diritti. Parlare di notariato vuol dire parlare di certezza.
Sono seguiti i saluti istituzionali del vicepresidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Albino Farina. Ha parlato della necessità di difendere la certezza dei registri pubblici attraverso la certezza dei dati che vi vengono immessi. Ha richiamato l’attenzione della platea dicendo che il Consiglio Nazionale si sta occupando del DDL Concorrenza e ha poi accennato ai temi che sarebbero stati trattati durante lo svolgimento del convegno.
E’ iniziata quindi la prima tavola rotonda condotta dal giornalista Alberto Matano, dopo un intervento di Gianluca Nicoletti, giornalista di Radio 24, che ha illustrato un breve video sul problema dell’autismo, disabilità che non si vede e che spesso si vuole nascondere.
Alla tavola rotonda sono intervenuti:
a) Ileana Argentin, deputato PD e disabile, che ha parlato delle sue difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e di come si sia battuta per promuovere norme a favore dei disabili. La sua condizione le ha consentito di comprendere a pieno le difficoltà delle famiglie che vivono questa situazione. Ha testimoniato la continua lotta che svolge ogni giorno in Parlamento per aiutare chi ha bisogno e ha sottolineato la differenza tra anziani e disabili che devono sentirsi accolti anche dai professionisti cui si rivolgono. Il suo intervento è stato davvero toccante;
B) Gianluca Abbate che ha esposto come dal notariato fosse nata l’idea di questo convegno che intendeva far conoscere l’impegno dei notai nel dare attuazione pratica alla legge “Dopo di noi” soprattutto con riferimento al controllo della meritevolezza dello scopo e alla corretta costruzione delle soluzioni economiche ivi previste, e nel prestare tutela giuridica adeguata alle persone bisognose;
C) Elena Carnevali, deputata PD e relatrice della Legge “Dopo di noi”, che ha dichiarato che per la applicazione della legge, che colma un vuoto molto sentito, sarà necessaria la professionalità dei notai; non devono esistere più segregazioni ma al contrario occorre agevolare una vita “normale”. La legge ha due gambe: una pubblica, con previsione di pubblica spesa che servirà a finanziare progetti di distacco dalla famiglia e di assistenza essenziale, e una privata. Nell’esporre l’evoluzione parlamentare della norma ha dimostrato una passione inaspettata;
D) Giorgio Alleva, presidente dell’ISTAT, ha fornito dei dati sui servizi, la salute e il numero degli interessati alla legge. In Italia ci sono più di tre milioni di disabili di cui 1.500.000 anziani; il 71,2 % sono donne. Nel sud e nelle isole aumentano i problemi di accesso ai servizi. Metà dei disabili italiani non riceve aiuti pubblici e può contare solo sui familiari;
E) Saveria Dandini de Sylva, presidente dell’istituto Vaccari di Roma, ha promosso il progetto di cohousing per le persone che hanno patologie psico fisiche e motorie ma che riescono a vivere da sole. Un video davvero toccante ha meglio illustrato l’iniziativa che riesce a garantire l’inserimento sociale di chi vive in queste comunità;
F) Nicola Virgilio, notaio in Milano, ha illustrato alcuni aspetti della legge ed in particolare il ruolo del notaio nella stesura degli atti dalla stessa regolati;
G) Roberto Speziale, presidente di ANFFAS, ha comunicato alcuni numeri inerenti la legge “Dopo di noi”. Circa 1.900.000 persone hanno problemi di disabilità in Italia, molti meno invece possono avvalersi delle condizioni previste dalla legge. In particolare 400.000 persone vivono segregate e questa situazione è intollerabile. Il notariato deve fornire quell’abito su misura che attui una situazione giuridica, presupposto necessario per migliorare la vita dei disabili.
Gianluca Abbate ha chiuso la discussione ricordando la disponibilità del notariato e il lavoro della commissione del CNN inerente il terzo settore.
La seconda tavola rotonda trattava di unioni civili ed era moderata dalla giornalista Angela Safiria Leccese.
Anna Maria Fasano, Consigliere della Corte di Cassazione, ha esordito dichiarandosi felice di partecipare anche perché amica dei partecipanti. Ha detto che bisognerebbe anche disciplinare altre realtà, non solo i rapporti tra conviventi more uxorio ma anche tra persone che condividono vita spazi e affetti senza una vita sessuale comune. Ha parlato anche di adozione coparentale del figlio del partner.
Gianluca Abbate ha sottolineato che la Legge Cirinná contiene una norma importante per i notai laddove nell’art. 60 prevede che il notaio sia soggetto deputato a ricevere atti aventi ad oggetto trasferimenti immobiliari. Ha ammesso che il notariato non ha partecipato allo studio inerente la redazione della norma e ha indicato quale potrebbe essere il ruolo del notaio, interprete qualificato delle volontà delle parti per la redazione dei contratti di convivenza. I notai potrebbero raccogliere le esperienze e le esigenze pervenute nei singoli studi per far comprendere come la norma sia vissuta dai cittadini interessati anche al fine di suggerire al legislatore eventuali miglioramenti.
Ha poi preso la parola Monica Cirinnà, la senatrice che ha presentato la legge che da lei prende il nome.
Ha raccontato di aver cercato di capire le necessità sociali redigendo una norma che coinvolgeva aspetti affettivi, sociali e culturali complessi. Ha comunicato di aver ricevuto moltissime lettere e messaggi di giovani che si sentivano isolati nella loro condizione di omosessuali. Con soddisfazione ha detto che nella sua esperienza gli italiani giovani accettano ed anzi vogliono un Paese più avanzato nei diritti civili e sono quindi favorevoli alle unioni civili ed alla adozione coparentale del figlio del partner della quale ha parlato con lucidità e pacatezza. Aveva scritto quattro versioni della legge e ne ha raccontato il difficile iter legislativo e i numerosi ostacoli politici che ha incontrato nella sua approvazione. Ha auspicato la collaborazione di tutti gli operatori del diritto nella stesura delle norme.
È poi intervenuta Paola Balducci, membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
Ha detto che il notariato ha ormai assunto il ruolo di difensore dei diritti civili. Si è congratulata con Gianluca Abbate per aver aggregato tutti i soggetti interessati alle nuove normative sociali.
Secondo la dott.ssa Balducci, la legge Cirinná ha cambiato il volto del Paese; le regole del mercato non tutelano i cittadini e, in una logica di necessità della tutela dei diritti dei singoli, il ruolo del notariato è fondamentale e costituisce una tutela, anche aldilà delle norme strettamente patrimoniali.
Ha illustrato un caso di riconoscimento di figlio nato con inseminazione artificiale.
Si stanno aprendo, grazie alla giurisprudenza, spazi enormi per riconoscere famiglie diverse da quelle tradizionali, ma anche il legislatore deve fare la sua parte.
Arturo Scotto, deputato MDP, è intervenuto per spiegare che bisogna difendere il notariato perché una eccellenza imitata nel mondo.
Ha sostenuto che sono avanzati i diritti civili ma sono arretrati quelli sociali; che soltanto la maggiore sensibilità degli italiani in argomento ha reso possibile far passare la legge Cirinná. Tante sono le iniziative normative che devono essere perfezionate come la legge sulla tortura, quella sul testamento biologico, quella sulla cittadinanza e sulla immigrazione.
Conclusa questa fase della tavola rotonda, prima di iniziare il dibattito sul testamento biologico, la signora Mina Welby, co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, ha raccontato la sua testimonianza con emozione e immediatezza. Ha sostenuto che il progetto di legge Lenzi è una buona norma perché il legislatore non deve entrare nel merito delle scelte del singolo ma solo offrire tutela giuridico-sanitaria.
È stato un intervento molto commovente in cui la signora Welby ha raccontato l’angoscia dei giorni della malattia inguaribile del marito, quando il suo corpo era tenuto artificialmente in vita con apparecchi e trattamenti di accanimento terapeutico.
Welby volle fare una battaglia di diritti per sé ma anche e soprattutto per altri che si fossero trovati nella sua stessa situazione.
In tema di testamento biologico, Gianluca Abbate ha comunicato che lui stesso ha tenuto contatti diretti con politici interessati all’argomento per far sentire la voce dei notai.
Rosaria Bono, notaio, ha illustrato due dati reali ricordando che il 77 per cento degli italiani ritiene che le DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento) siano un diritto da tutelare e che alcuni Comuni ne hanno già iniziato la raccolta.
Noi notai non dobbiamo prendere posizioni ma cercare di aiutare i cittadini. Il primo punto, che è anche il più delicato, è quello inerente la espressione di volontà della parte; è essenziale essere capaci di interpretare quello che desidera la parte perché non si può limitare la stesura delle disposizioni in un foglietto simile ad un banale quesito.
Il notaio dá sufficiente garanzia di terzietà, è il testimone professionalmente preparato che può raccogliere le DAT; potrebbe essere auspicabile che il medico sia testimone alla stesura delle DAT, collaborando con le sua competenza a rendere consapevole il paziente delle conseguenze delle sue scelte.
Solo i notai possono raccogliere e mantenere un registro pubblico delle DAT. In proposito il notariato può offrire allo Stato tecnologia e disponibilità.
Alberto Defanti, Primario emerito dell’Ospedale Niguarda, membro della Consulta Bioetica e medico di Eluana Englaro, ha raccontato di come abbia vissuto questo dibattito iniziato nel 1972, da quando la medicina ha fatto enormi progressi nel prolungamento della vita e nella rianimazione ma non altrettanti nella cura delle malattie.
Per tale motivo i medici si sono trovati di fronte a problemi nuovi; la bioetica è iniziata negli USA, dove già negli anni ’80 esisteva una importante discussione in argomento.
All’epoca il medico decideva per il paziente ma dopo l’approfondimento della materia si è sviluppato il concetto di consenso informato che prevede la necessità di spiegare prospettive e conseguenze della cura al malato.
Il problema è quello che lo stato vegetativo interviene di colpo e soltanto prevedendo la scelta di trattamenti, come previsto con le DAT, si può essere sicuri che saranno eseguite le proprie volontà.
I medici sono al servizio del malato anche nell’eseguire i suoi desideri. Le richieste di aiuto vanno interpretate ma la volontà del paziente è sovrana ed è corretto che la legge contenga la obbligatorietà delle DAT.
Ha chiesto al legislatore di non escludere alcun trattamento terapeutico dalla possibilità di rinuncia perché anche la nutrizione e la idratazione artificiale sono trattamenti terapeutici e il paziente deve essere in grado di potervi rinunciare.
Mario Marazziti, Presidente della Commissione degli Affari Sociali della Camera dei deputati, ha iniziato riconoscendo che il notariato dà certezza nel nostro paese in un momento in cui se ne avverte la carenza.
Il progetto di legge Lenzi potrebbe essere integrato con la disciplina della donazione degli organi e la creazione del fascicolo elettronico sanitario.
Il testo attuale che ha visto circa un anno di lavoro è stato epurato dalla previsione della eutanasia; il fine è quello di umanizzare la morte.
Da parte dell’ordine dei medici si erano create due posizioni: una che chiedeva la deresponsabilizzazione e la seconda che chiedeva di riconoscere il diritto del medico di scegliere se eseguire o meno le volontà espresse dal paziente.
Marco Tarquinio, direttore del quotidiano “Avvenire”, ha esordito chiedendosi come sia possibile che la libertà di morire prevalga su quella di vivere. Lo Stato su questi argomenti non ha alcun diritto di somministrare la morte a nessuno, nè avallando il suicidio, nè alimentando la guerra.
Con sorpresa dei presenti, verso le 14 Gianluca Abbate ha annunciato l’intervento di Cosimo Ferri, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Questi ha riconosciuto il grande merito del notariato per la serietà e la professionalità dimostrata nell’avvicinare questi delicati argomenti. “Puntiamo sulla certezza del diritto e su un nuovo ruolo sociale del notariato soprattutto nel terzo settore e nel Dopo di noi“.
Si è soffermato soprattutto in tema di testamento biologico dove la certezza della volontà è essenziale anche in vista di un eventuale successivo contenzioso. In tema di riconoscimento della personalità giuridica delle fondazioni e associazioni sarebbe auspicabile il ricorso al notariato.
Nel pomeriggio il convegno è continuato con Alessio Viola, giornalista di Sky TG 24, che ha introdotto i problemi dei malati di SLA meglio esposti da Alessandro Fabbri, consulente legale del Centro Ascolto AISLA.
Fabbri ha evidenziato la necessità di studio e risorse che richiedono i pazienti affetti da questa malattia. In Italia sono più di 6.000.
Ha anche detto che dopo il Congresso di Milano del 2015 il notariato ha positivamente risposto alle esigenze dei malati di SLA di fare atti notarili anche se restano ancora dei Colleghi non a conoscenza dei progressi tecnologici fatti per dare loro voce.
Arrigo Roveda, presidente del consiglio distrettuale di Milano, ha affermato che la legge notarile, malgrado sia del 1913, può disciplinare anche il caso di un malato di SLA che necessiti di un atto notarile, senza necessità di una autorizzazione del giudice, avvalendosi dei mezzi tecnici che consentono agli ammalati di comunicare.
Ma è stata la presenza di Adele Ferrara, presidente della sezione AISLA di Napoli, che ha focalizzato l’attenzione dell’assemblea alla quale ha parlato mediante un puntatore oculare che seleziona ogni singola lettera con un battito di ciglia e che trasforma il dettato in voce. Si basa sul riflesso di luce che illumina gli occhi del paziente e che viene catturato da telecamere; il software calcola la posizione esatta dello sguardo. Le tecnologia deriva da ricerche per uso militare.
Adele ha raccontato che dopo una laurea in economia ed un lavoro gratificante, all’età di 36 anni, le è stata diagnosticata la SLA che l’ha resa incapace di camminare, parlare, muovere gli arti.
Arrigo Roveda ha illustrato come, con tempo e pazienza, sia possibile ricevere la volontà di una persona come Adele, facendo una dimostrazione in tempo reale di un breve dialogo tra cliente, affetto da SLA, e notaio. Resta perfetta la capacità di comunicare e non c’è bisogno di interpretare cenni del corpo perché la volontà della parte si esprime a voce e senza necessità di interprete e persino senza necessità dei testimoni qualora il notaio utilizzi l’atto informatico.
È seguito un breve video nel quale Gianluca Abbate ha riepilogato il lavoro della commissione da lui presieduta.
Si é poi aperta l’ultima sessione del pomeriggio in tema di terzo settore e di società benefit. Il titolo conteneva anche la dizione “la lenta rivoluzione italiana” con riferimento al vuoto legislativo del settore ancora oggi disciplinato da legislazione frammentata e quasi interamente dal legislatore fiscale.
Moderatore di questa fase è stato il giornalista del Sole24 ore, Elio Silva.
Stefano Zamagni, professore di Economia Politica all’Università di Bologna, ha annunciato che i decreti attuativi verranno pubblicati entro il mese di maggio. La legge delega ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza del terzo settore. Da un regime concessorio si passa a quello di riconoscimento. Viene introdotta la “VIS” che è la “verifica dell’impatto sociale”, concetto che ha avuto difficoltà ad affermarsi. La verifica della legittimità degli enti non può conformarsi ad un protocollo prefissato perché sarebbe limitato e limitante. Un’altra novità sarà quella della possibilità di emettere strumenti finanziari per realizzare i singoli progetti.
Mauro Del Barba, senatore PD, che ha presentato la legge sulle società profit ha parlato del ruolo della politica in materia di CSR. È stato necessario portare il terzo settore nel mondo profit in modo da sollecitare una maggiore responsabilità sociale delle imprese.
L’attuale sistema del profitto economico non regge più e si stanno sviluppando nuove figure che affiancano la capacità di produrre profitto con una maggiore responsabilità sociale.
Ad oggi ci sono in Italia 150/160 società benefit; il numero è approssimativo perché non esiste una sezione speciale del R.I. Né è necessario inserire nella denominazione il termine benefit.
Monica de Paoli, notaio, ha accennato a tutte le nuove forme di impresa con ambizioni anche (o solo) sociali e dei relativi problemi quali l’individuazione del concetto di beneficio comune e i criteri per valutarlo; ha parlato anche della riforma del terzo settore con particolare attenzione al riconoscimento della personalità giuridica che, se semplificato, sarà una scelta fatta con maggiore frequenza anche ai fini di ottenere la relativa autonomia patrimoniale e la conseguente limitazione di responsabilità degli amministratori.
Gabriele Sepio, avvocato, ha parlato degli aspetti fiscali della riforma del terzo settore che aveva già avuto una grande innovazione in seguito alla introduzione nel nostro ordinamento delle ONLUS, la cui normativa è ancora oggi base per un più approfondito sviluppo del settore. Anche le erogazioni liberali andrebbero fiscalmente regolamentate in modo da chiarire i vantaggi fiscali che ne conseguono. Vanno disciplinate anche le esenzioni fiscali che devono accompagnare le erogazioni liberali nel settore.
Elio Lannutti, presidente di Adusbef, ha dichiarato di vedere nelle riforme in corso più ombre che luci; riforme che sono surrogati di quelle norme che dovrebbero essere invece promulgate per sanare i grandi problemi sociali. Secondo Lannutti l’unica persona che ha affermato che i poteri forti come banche e finanza pur essendo importanti, non possono dettare legge né essere al centro della nostra società, è stato Papa Francesco. Lannutti ha parlato di disuguaglianza, di disomogeneità nella distribuzione della ricchezza, della carenza di legiferazione in materia da parte degli Stati di diritto.
Debora Bergamini, deputata di Forza Italia, si è soffermata sulla comunicazione: oggi è necessario comunicare, in mancanza si ritiene sussistere qualche cosa da nascondere.
Anche per i notai è necessario comunicare per far conoscere il ruolo del notariato che non è conosciuto da tutti. Il terzo settore costituisce cerniera tra pubblico e privato e il notariato è cerniera di questa cerniera; anche i politici hanno comunicato il loro ruolo e per evitare ile critiche dei media tradizionali cercano di superarli mettendosi in contatto diverso con gli elettori ad esempio avvalendosi di Twitter o di Facebook.
Nunzia Catalfo, senatrice M5S, è intervenuta per comunicare le idee del movimento 5stelle.
Ha esposto il progetto di legge del reddito di cittadinanza. Nel terzo settore va distinto tra ciò che è un servizio importante e cosa non lo è. Il suo partito si batte invece per l’intervento dello stato che deve assumersi l’onere dei servizi essenziali.
Infine sono intervenuti il senatore del PD, Mauro Del Barba e il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Quest’ultimo ha sottolineato l’opportunità di integrare i sistemi pubblici, aumentando la loro efficienza, ad esempio consentendo le comunicazioni tra gli stessi enti quali ASL e ospedali, ma anche agevolando la collaborazione tra il pubblico e il privato che a sua volta deve fare la sua parte.
Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato al lavoro e alle politiche sociali con delega alla Riforma del Terzo Settore, ha parlato della riforma confermando che i tempi della legge delega per i decreti attuativi saranno rispettati, pena la decadenza della stessa. L’obiettivo di fondo della riforma era già scritto nella Costituzione. È necessario creare reti di sussidiarietà ed avvale fine un decreto regolamenterà le possibili reti e/o aggregazioni degli enti del terzo settore.
Con un DPR verrà costituita e disciplinata la Fondazione Nazionale sulla filantropia prevista dalla riforma; ma il provvedimento più importante sarà il codice del terzo settore che ne disciplinerà gli aspetti civilistici e fiscali. Un quadro semplificato della fiscalità del terzo settore e incentivi ben mirati per promuovere attività di interesse sociale secondo il principio della sussidiarietà. In questo modo si vuole contrastare la povertà e rispondere a esigenze sociali. Nei decreti attuativi ci sarà anche una misura atta ad agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. L’ultimo provvedimento conterrà il riordino del cinque per mille.
Nel complesso è stata una giornata davvero importante per il notariato, densa di interventi di alto tenore e di grande impatto comunicativo.
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AUTORE

Notaio in Seregno e Milano. Dal 2007 al 2014 membro del Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Milano Monza Lodi e Varese. Direttrice di FederNotizie dal 2004 al 2007 e in seguito redattore. Notaio Mediatore e dal 2010 Vicepresidente del CdA dell’organismo di mediazione ADR Notariato srl. Dal 2005 al 2011 docente alla Scuola del Notariato della Lombardia. Docente anche presso l’Università Bocconi di Milano, l’ODCEC e l’Università Cattolica. Ha curato un Codice del Notariato pubblicato dalla UTET e contribuito a numerose pubblicazioni in materia societaria, di mediazione e contratti di rete.