Il naso – Romanzo appuntate


 

Barnum e L'Acrobata
TACCUINO ESTEMPORANEO
di aspirazioni ispirate
ovvero di ispirate aspirazioni
per illusionisti giocolieri e saltimbanchi

 

 Ho un certo naso per ciò che vi è di misterioso nella vita

o per scovare intrighi remoti in tutto ciò che osservo.

Il Direttore emerito dell’Ufficio II Notariato del Ministero della Giustizia, Paolo Orafò, si svegliò abbastanza presto e con le labbra fece «Brr…», cosa che faceva sempre quando si destava, sebbene nemmeno lui sapesse spiegare perchè. Orafò si stirò, ordinò di dargli un piccolo specchio che stava sul tavolo.

Voleva guardare un foruncoletto che la sera prima gli era spuntato sul naso; ma, con suo sommo stupore, vide che al posto del naso aveva uno spazio perfettamente liscio!

Spaventatosi, Orafò ordinò di portargli dell’acqua e si fregò gli occhi con l’asciugamano: proprio così, niente naso!

Cominciò a tastare con la mano per vedere se non stesse ancora dormendo.

No, a quanto pareva, non dormiva.

Il Direttore emerito dell’Ufficio II Notariato, Orafò, saltò giù dal letto, si diede uno scrollone: niente naso!… Ordinò subito di portargli i vestiti e volò direttamente dal ministro della giustizia.

“Eccellenza, mi sono svegliato senza naso, come farò?”.

“Il naso è inutile, a ben vedere”, disse il ministro, distratto e sedotto dalla sua palese adeguata inadeguatezza.

“A ben vedere” osservò il Direttore “ha ragione, visto che, per vedere, ci vogliono gli occhi, ma gli odori come li percepirò? Possiamo stare, senza odori?”

“Guardi il lato positivo”, disse il Ministro “non sentirà la puzza.”

“Per guardare ci vogliono gli occhi, per sentire ci vogliono le orecchie, ma – anche senza naso – sento odore di bruciato”.

“Stia sereno Direttore” disse il Ministro “è tutto regolare: il naso non serve, lo dice la legge, o meglio, un disegno di legge.”

“Ma può la legge cancellare un senso? Che senso ha?” e, continuò il Direttore “Io ho studiato la legge e, ricordo, che la legge per essere rispettata, deve avere un senso, una ratio – si diceva e si insegnava – può la legge, per esempio, attribuire la proprietà di una persona? No, si diceva. La legge deve poter essere rispettata; la legge non può prescrivere l’impossibile. Può la legge vietare, da domani, di pisciare? Ad esempio? “ con raffinato paradosso.

“Studiare non serve” tagliò corto il ministro “prenda me, io non ho studiato nemmeno un giorno della mia vita, ed oggi sono ministro, a che serve studiare? A nulla. Proprio come il naso. A che serve?”

“Ma come?! Che dice Eccellenza, non starò io qui a dirvi le funzioni e la utile esistenza del naso. Il naso è indispensabile, senza naso non si può vivere. La sintesi clorofilliana, l’ossigenazione filtrata dell’aria nei polmoni…”

“Il naso è inutile e costoso; ha idea di quanti fazzoletti ci vogliono solo per tamponare le perdite di muco? E la usanza, sgradevole, dello scaccolamento? Bisogna scrostare questi privilegi nasali. Respirare un po meno, senza naso, non sarà un problema.”

E continuando: “Da domani le funzioni del naso possono essere fatte, gratuitamente o meno, dalle orecchie o dal mento, le assicuro. Basta con il naso. Questo paese va riformato profondamente. Basta con questi nasi adunchi, aquilini, a patata, paonazzi, rifatti. Via il naso dai co…”

Esterrefatto Orafò, lasciò il Ministero o, almeno, quello che una volta lo fu e uscì su via Arenula, mormorando tra sé e sé “questi hanno la testa solo per tenere separate le orecchie, perchè levare il naso e metterci al suo posto il mento?”

Come farò? Pensò Orafò.

Fine della prima puntata

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Il naso – Romanzo appuntate ultima modifica: 2015-02-24T12:57:11+01:00 da Antonio di Lizia
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