TACCUINO ESTEMPORANEO
di aspirazioni ispirate
ovvero di ispirate aspirazioni
per illusionisti giocolieri e saltimbanchi
Barnum & l’Acrobata evoca il Circo. La circo…stanza è similare a quella del Notariato che, potrebbe dirsi, mai come in questo momento, mette la stessa tristezza di quei Circhi scalcinati che una volta giravano per i paesi del paese, con le loro carovane dimesse.
Tendoni rattoppati, animali denutriti e sfiancati, trapeziste stagionate e grassocce con cosce e glutei stanchi in vista, mal contenuti in costumi polverosi e stazzonati e fasciati da calze smagliate; acrobati bolsi e goffi, nani e pagliacci grotteschi e imbarazzanti.
Uno spettacolo malinconico, comunque non privo di fascino nel suo accattivante declino. Come usa dire, lo spettacolo decadente di una condizione misera che ha vissuto tempi migliori, quando bambini ed adulti amavano sognare e, a bocca aperta, seguivano lo scintillìo dello spettacolo più bello del mondo.
Anche il Notariato ha vissuto tempi migliori che ci hanno visto attratti dalla sua malìa; ma temo che quelli che stiamo vivendo adesso siano tempi migliori rispetto a quelli che il Notariato vivrà in futuro.
Nel Notariato, i nani e le ballerine già fanno tristezza adesso e mi si stringe il cuore a pensare in là. Eppure resta il fascino di (e per) una condizione alla quale ho dedicato, orgogliosamente, più di metà della mia vita, come è capitato a tanti di Voi, non potendo sperare che possa capitare a chi inizia o ha iniziato da poco.
Adesso che vi ho trasmesso questo raggio ottimista di speranza e vedo già i vostri volti emaciati rigati da lacrime di commozione per il caro estinto, continuando a cavalcare (proprio come in un circo equestre) i luoghi comuni, ve lo lo devo annunciare:
Morto un Notariato se ne fa un altro!
Oppure, se preferite:
E’ morto il Notariato, viva il Notariato!
Sono qui, oggi, infatti per presentare il progetto di un movimento fazioso che, fieramente, rivendica la Rifondazione Notarile!
E non vi sembri fuori tema questo intervento in un convegno che ha come titolo “I Notai nella rete”, perché non possiamo non avere la consapevolezze di esserci finiti, nella Rete e, come molti temono, di non essere più in grado di uscirne, di salvarci.
Riprendendo un tema che avevo cominciato ad affrontare su Federnotizie, prima della procella (storm, come si dice da noi a Milano), mi prendo l’ardire di soffermarmi sulla Comunicazione tout court, e su come questa abbia influito sul comune sentire rispetto alle professioni ed ai servizi professionali, in particolare riguardo ai notai.
Sono note, da tempo, le tecniche della cosiddetta persuasione occulta, e l’influenza che hanno sul pubblico.
Una gigantesca tela (web, come diciamo noi a Milano) fatta di fili tessuti dai mass-media, che hanno contribuito alla unanime condivisione del desiderio di annientamento del Notariato, attraverso un’opera, chissà quanto spontanea ovvero strategica.
Un’arma sistematicamente orientata contro tutto ciò che poteva sfuggire alla dittatura del mercato, che ha prodotto – in fine – l’annientamento per fagocitazione delle vittime.
Nel rito cannibalistico di considerare ogni attività come impresa: l’impresa grande mangia quella più piccola, in un contesto dove non essere impresa è diventata un’impresa.
Vi propongo, allora, il decalogo dei malcostume dei media – indotti o meno – che, tra l’altro, hanno formato la tela di falsità che ha partecipato alla demolizione della autorevolezza, e del conseguente sentimento di bisogno, della professione e della pubblica funzione.
Il decalogo della FInzione Pubblica
1. La strategia della distrazione
2. Creare problemi e poi offrire le soluzioni
3. La strategia della gradualità
4. La strategia del differire
5. Rivolgersi al pubblico come a un bambino o a un deficiente
6. Usare l’emotività invece della riflessione
7. Mantenere il pubblico nell’ignoranza
8. Stimolare il pubblico ad assuefarsi alla mediocrità
9. Rafforzare l’auto-colpevolezza
10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
A questo punto mi chiedo e vi chiedo (ma non vi affannate a rispondere subito, è una domanda retorica): non sarebbe il caso di progettare l’uso delle stesse armi, sebbene affinate ed adattate alla contingenza, per farne un decalogo strategico della Comunicazione per la Rifondazione del Notariato?
Adesso potete rispondere:
- chi è favorevole alzi la mano;
- chi è contrario alzi la mano;
- chi si astiene alzi la mano.
Ne possiamo concludere che abbiamo prove dello scadimento della qualità dei partecipanti a questo convegno, perché quasi tutti avete alzato la mano e chi alza la mano…è un gran villano! E allora, davanti a questo elegante consesso, è con sommo orgoglio che mi accingo alla presentazione del
Manifesto della Comunicazione della Rifondazione Notarile e della Pubblica Funzione
1. La strategia della distrazione
chi non ha niente da fare, si dia da fare fondando nuove organizzazioni sindacali notarili qua e là.
2. Creare problemi e poi offrire le soluzioni
3. La strategia della gradualità
Garanzia della Funzione Pubblica di Conservazione e di pubblicità e tenuta “controllata” dei RR.II.
Graduale dismissione dei Registri Immobiliari (Conservatorie e Catasto) da parte dell’Amministrazione dello Stato, con affidamento delle responsabilità di funzionamento al Notariato.
Assorbimento graduale del Registro delle Imprese, mediante la soppressione delle Camere di Commercio.
Graduale introduzione del Registro delle successioni e del Registro dei Pubblici Appalti, controllati dall’authority Unica del Notariato e così via….gradualmente, per ottenere il massimo della semplificazione con il minimo dei costi.
4. La strategia del differire
– la riduzione del numero dei Notai in esercizio (sappiamo tutti che mille sono già troppi) da attuare attraverso la sospensione dei concorsi e la cancellazione dal ruolo dei notai al di sotto dei 50.000,00 euro annuo di repertorio; tutto questo gradualmente e con differimento quinquennale; entro il 2025 i notai potrebbero essere in numero non superiore a 1.000, e con competenze (e redditi) adeguatamente accresciuti; cosìcché si potrà, finalmente, dire, a ragione, i Notai sono una casta;
– la eliminazione dell’assegno di maternità, con effetto retroattivo: tutte le notaie che ne hanno usufruito sono tenute alla restituzione con gli interessi, ma non immediatamente, nel giro di due tre settimane, ma anche prima, il cd. differimento veloce;
– cessione di tutti i beni della Cassa di Previdenza dei Notai ed assegnazione del ricavato tra i notai in esercizio, con differimento operativo alla conseguita riduzione del numero dei notai a 1.000; contestuale soppressione della Cassa e passaggio degli oneri all’INPS, con contestuale riduzione dei vitalizi del 40 % e cancellazione della reversibilità a favore dei coniugi e/o dei parenti dei notai defunti di età inferiore ai 65 anni.
Il differimento permetterà a tutti (interessati e non) di abituarsi all’idea del cambiamento, e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento, lasciando uno spiraglio alla possibilità, remota, che i provvedimenti progettati potrebbero non essere attuati.
5. (Quinto, chi tiene in mano ha vinto) Rivolgersi al pubblico come a un bambino o a un deficiente

Potremmo, per esempio, lanciare l’annuncio: smettete di insultare i notai, altrimenti potreste pentirvene, potreste perdere la casa, il garage, il terreno, vi potreste ammalare gravemente di emorroidi e rischiare che vi venga a prendere l’uomo nero (Zio Fester).
6. Usare l’emotività invece della riflessione
7. Mantenere il pubblico nell’ignoranza
8. Stimolare il pubblico ad assuefarsi alla mediocrità
9. Rafforzare l’auto-colpevolezza
10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Detto questo, come direbbe chi pensa di avere detto qualcosa e vuole continuare a non dire niente, la necessaria conclusione passa attraverso due o tre considerazioni, come sempre…sconsiderate.
La prima è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, che impiegano importanti risorse, mentre la nostra comunicazione è nelle nostre mani, che, purtroppo non sono propriamente mani bucate.
La seconda è che – se ho ben capito, tanto mi sembra surreale – la strategia dello struzzo, che ha informato per anni il Notariato italiano, sta lasciando il posto a quella del fuoco amico friendly fire (come si dice da noi a Milano) ovvero della più clamorosa delle autoreti.
Non solo non si intende contrastare un provvedimento sciagurato, per noi e per tutti, ma si vuole, ad addendum, portare avanti, ipso facto, il lavoro di demolizione della funzione notarile, attraverso la proposta di innovazioni da lasciare esterrefatti, sulle quali è meglio tacere, e quindi ne riporto le più significative, senza che il seguente elenco debba intendersi esaustivo, ma solo indicativo (non c’è limite al peggio):
- copertura immediata di tutte le sedi notarili, se ne prevedono due o tre per ogni condominio, in modo da portare il numero dei notai almeno pari a quello degli avvocati, ma anche oltre;
- prestazioni gratuite o “a prezzi sociali” per ogni attività professionale notarile;
- abolizione del concorso notarile: per essere notai basterà respirare o anche aver smesso da poco;
- apertura della professione a cani e porci; i lombrichi hanno già cominciato a protestare per la loro inspiegabile esclusione;
- incompetenza unica su tutto il territorio: in Italia, all’estero e anche altrove;
- introduzione dei “chierichetti”, detti anche cleric, altar boy, o notary assistant, (come diciamo noi a Milano) ai quali affidare le funzioni più basse dei notai; per capirci: le funzioni corporali. Si teme che i notai perderanno, a seguito di questa riforma, le funzioni sessuali tese al piacere fisico, ma conserveranno la capacità riproduttiva, tramite la fecondazione assistita operata dai chierichetti (fecundation notary assistant).
Neanche Luftwach, o come verga si dice, sarebbe stato capace di immaginare tali nefandezze contro una categoria che, obbiettivamente, non merita di essere umiliata mediante questi assist, finalizzati alla più clamorosa autorete.
Il prossimo congresso straordinario, prendendo le mosse e l’ispirazione da questo, si titolerà infatti
The Notary in Self-Web, i Notai in AutoRete
Va detto in chiusura, (final consideration) come direbbe in conclusione chi non ha detto niente fin’ora e non sarebbe capace di dire niente altro, che bisogna essere consapevoli che l’attuazione delle strategie enucleate nel nostro decalogo è veramente impegnativa, al limite dell’impossibile, in quanto, a tacer d’altro e dulcis in fundo (come si direbbe a Crema), occorre una certa propensione alla mistificazione che, per legge, i notai non possono coltivare. Fossero avvocati, politici, imprenditori… sarebbe facile, ma de jure condito, is not possible for the italian notary people leaving the network (come si direbbe a Firenze).

AUTORE

Antonio di Lizia è Notaio in Potenza fin dal secolo scorso. A breve diverrà Notaio in ogni luogo, con l’istituzione della Corte d’Appello Unica Mondiale. Ha superato, non senza difficoltà, la mezza età e dispera di raggiungere quella intera. Finora non ha lasciato segni del suo passaggio terreno, ma se Cristo si è fermato ad Eboli, Lui è andato oltre, anche se di poco: è stato avvistato, alcune volte, a Milano. Possiede tante motociclette, alcune automobili, un furgone, un trerruote e molte paia di scarpe. Ciò lascia intendere una propensione alla mobilità, infatti non usa pantofole. Dice cose che non tutti capiscono e ama pensare che questo sia un bene. Si sospetta che sia un mitomane.