È passato un triennio dall’inizio della mia avventura di direttore di Federnotizie e il mandato scade il 31 dicembre 2020. Uno dei principi cardine del sindacato (notarile) è quello della rotazione delle cariche (anche quelle istituzionali) e, laddove non espressamente previsto dalla legge, è (o dovrebbe essere) spontaneamente rispettato e applicato da chi ne fa parte. La rotazione delle cariche non è un “capriccio”, ma risponde all’esigenza fondamentale di ampliare e favorire la partecipazione alla vita politica di categoria e soprattutto di consentire il miglior esercizio di quel mandato svolto nell’interesse della categoria e non per mero esercizio del potere.
Io sono consapevole di aver dato, a prescindere dagli esiti, tutto ciò che potevo alla direzione del giornale e non si può correre il rischio di perdere, strada facendo, le energie necessarie a garantire il massimo risultato in termini di impegno, dedizione, entusiasmo, fantasia, passione. E’ vitale per il giornale, e lo stesso vale per tutte le cariche, che quelle caratteristiche siano sempre espresse al pieno delle potenzialità per essere, almeno nelle intenzioni, efficienti al massimo.
Per questo sono felice di lasciare il giornale oggi nelle mani di chi continuerà a replicare il dna di Federnotizie (tra qualche giorno sveleremo… il mistero).
Non spetta a me fare bilanci su questo triennio, ma alcuni numeri statistici sono importanti per capire come il giornale sia certamente diventato sempre di più un punto di riferimento all’interno del notariato, ma non solo.
Abbiamo raggiunto più di 2 milioni e mezzo di utenti unici da quando Federnotizie è diventato una testata on-line (con un trend costantemente crescente che ha portato a raddoppiarli in tre anni), molti nostri articoli hanno superato 40.000 visualizzazioni (con picchi di 79.000 visualizzazioni), più di cento parole chiave (grazie anche ad un’attenzione particolare alla SEO, Search Engine Optimization) sono al primo posto su Google e portano direttamente a Federnotizie, più di 1,8 milioni di click sugli articoli del giornale dalla pagina di Google, la media giornaliera di visitatori (che considera anche i mesi di agosto e i giorni in cui non si pubblicano articoli) è di circa 4.500 (con punte di quasi 18.000 visite giornaliere).
E a proposito di dna del giornale, lasciando ai lettori ogni giudizio, credo che grazie alla redazione composta da colleghe e colleghi incredibili, ognuno con diverse attitudini ma uniti da spirito di servizio e passione, siamo riusciti a portare avanti i tre pilastri che, a nostro avviso, dovevano essere alla base di questo percorso:
– attenzione agli aspetti professionali con interventi di segnalazione e primo commento a novità normative (sempre rischiosi, ma effettuati con competenza e assunzione di responsabilità), approfondimenti scientifici, contributi di tecnica contrattuale, video-tutorial, realizzazione di e-book e organizzazione di convegni;
– confronto aperto con il mondo esterno sui temi dell’antitrust, della concorrenza e dell’efficienza, dell’intelligenza artificiale, del linguaggio degli atti notarili,
– politica di categoria con la presenza ai Congressi nazionali, il coinvolgimento della base, la messa a disposizione della piattaforma per i candidati a Cnn e Cassa, le discussioni su Riforma dell’Accesso, Atto a distanza, i fari puntati su Notartel e sulla Comunicazione del Cnn, le 10 domande al Presidente, l’esperimento della diretta del Dopo-Convention.
E proprio pensando alla politica di categoria Federnotizie, nel rispetto della propria storia, ha svolto il proprio ruolo di stimolo, pungolo, provocazione nei confronti del “potere” e delle istituzioni notarili e deve farlo con sempre maggior forza quando si è circondati e avvolti dal silenzio assordante e, a volte, offensivo di questo potere e di queste istituzioni. Un giornale come Federnotizie deve essere scomodo, deve suscitare anche fastidio e mal di pancia, deve far incazzare, discutere, indignare, protestare.
E Federnotizie lo fa con articoli e editoriali firmati con nome e cognome, senza spifferi, senza prestanomi, senza nascondersi, ma assumendosi la responsabilità di ciò che si scrive, con autonomia di pensiero, nonostante qualche tentativo mai riuscito di “annacquamento”, pronto a subirne le conseguenze, soprattutto in un periodo in cui il timore di esporsi e l’ipocrisia del “pare brutto” sono radicati all’interno della categoria.
E occorre continuare ad essere coerenti fino alla fine: le dimissioni da Presidente e da Consigliere nazionale di Cesare Felice Giuliani (comunicate via email il 27 dicembre solo ai Consiglieri nazionali e ai Presidenti di Cnd) rappresentano una “notizia” da prima pagina, anche perchè si tratta della prima volta nella storia del Notariato, ma, dal punto di vista politico (l’unico che qui ci interessa) nulla aggiungono alle considerazioni già svolte un anno e mezzo fa: sono un atto doveroso ma tardivo, con tutte le responsabilità politiche che ne sono conseguite e che sono sotto gli occhi di tutti.
Purtroppo questa vicenda rappresenta una sconfitta per tutto il Notariato (nelle varie sue componenti) che ha dimostrato di non avere al suo interno gli anticorpi adeguati per risolverla politicamente.
Ma sarebbe troppo facile e comodo puntare oggi il dito su chi ha comunque compiuto un gesto importante e sta uscendo di scena.
Il faro oggi va puntato su chi resta sul palco e ha gestito, insieme all’ex Presidente, il potere in questo ultimo periodo: le responsabilità della fiducia a chi manteneva la doppia carica di Presidente del Cnn e del Cnd di Roma, dell’incapacità di consigliare il proprio Presidente in un momento di grave difficoltà, della mancanza di un programma, dell’opacità della propria attività, della scelta di non comunicare (all’esterno e all’interno), della rinuncia sostanziale alla collegialità sono del Consiglio e della maggioranza che ha condiviso questa linea.
Restano impresse le parole del Consigliere nazionale Giulio Biino sulla mancanza di una linea politica e di un progetto unitario e sulla percezione all’interno del Cnn della (poca) importanza della comunicazione e fanno ancora rumore le denunce di alcuni consiglieri di minoranza (cominciate a seguito della vicenda relativa all’emendamento Rossomando) sulla mancanza di collegialità e condivisione all’interno del Consiglio.
Da qui si può e si deve ripartire senza più alibi per nessuno, come con il presidente di Federnotai Giovanni Liotta avevamo già auspicato subito dopo le elezioni di febbraio 2019, per un nuovo “giorno zero del notariato“.
E’ arrivato quindi il momento dei saluti e auguro a tutti noi che il 2021 sia un anno di rinascita, nella vita quotidiana, nella professione, nella politica.
“Le idee non muoiono, sire sonnecchiano talvolta, si risvegliano poi più forti di prima.”
(cit. Il conte di Montecristo)

AUTORE

Classe 1976, in esercizio come notaio dal 2004 con sede a Malnate (VA). Già docente della Scuola di Notariato dello Stretto e della Scuola di Notariato della Lombardia, dal 2012 al 2015 è stato presidente dell’Associazione Sindacale dei Notai della Lombardia-Guido Roveda (Federnotai Lombardia). È stato componente delle Commissioni Comunicazione e Settore Propositivo del Consiglio Nazionale del Notariato.