a cura di Ludovico Maria Capuano
L’approvazione alla Camera del Ddl concorrenza ha da un lato fatto tirare un sospiro di sollievo (con l’eliminazione dell’art. 28 sui trasferimenti immobiliari), dall’altro risvegliato gli animi (per quelli che erano sopiti) sulle norme che, al momento, restano ancora in piedi dopo il giro di boa.
In particolare, lasciando ad un successivo approfondimento gli articoli 29 e 30 che riguardano il diritto societario, la cui difesa forse è stata sottovalutata, anche perché ci si faceva forti dei pareri delle commissioni giustizia e politiche europee (oltre che di noti giuristi), che andranno ripresi nel passaggio al Senato, il nuovo articolo 27, oltre ad introdurre un deposito prezzo 2.0 (self-executing, senza bisogno di un regolamento attuativo), ridisegna di nuovo l’ambito della competenza territoriale del Notaio (che diventa un ibrido regionale/internazionale) e, soprattutto, elimina ogni riferimento a parametri economici per l’individuazione delle nuove sedi, riducendo da 7 a 5.000 il numero minimo di abitanti per cui dovrebbe esistere una sede notarile.
Purtroppo l’Asign che ho l’onore di presiedere si è tristemente abituata al ruolo di Cassandra, perché già in audizione congiunta (ma in realtà dal 21 febbraio, giorno dopo il “varo” del Ddl, in tutte le sedi) alla Camera con Ainc e Notaract avevamo evidenziato la stortura di una norma che aumenta senza alcun riferimento di tipo economico le sedi notarili.
Un aumento indiscriminato, inoltre, porta con sé un effetto collegato, ovvero la ricaduta sui conti della nostra Cassa, legata al nostro sistema pensionistico (di cui anche attendiamo invano una riforma), che verrebbero messi a dura prova già da un eventuale copertura totale delle sedi, figuriamoci da un aumento di altre 5.000 unità (che sarebbero, tra l’altro, allocate dove non serve, ovvero dove c’e’tanta popolazione ma poco lavoro).
Non possiamo quindi illudere i giovani che ancora nonostante tutto vogliono far parte della nostra famiglia, ma portiamo il peso della responsabilità di assicurare, per loro ma anche per noi, da un lato l’eliminazione del limite delle tre consegne (che se non venisse fatto, unito all’aumento monstre delle sedi porterebbe ad un disastro completo), dall’altro un’allocazione delle nuove sedi dove c’è richiesta del servizio, anche se sulla base di una popolazione di riferimento minore.
Di tutto questo e anche di altro discuteremo nel nostro convegno che si terrà al Senato il 19 ottobre dal titolo “Etica, Democrazia, Emozioni – Il Futuro del Notariato”, e ne discuteremo oltre che all’interno, anche all’esterno con senatori e onorevoli delle commissioni di riferimento (VI e X) in cui si sta discutendo il Ddl concorrenza.
Non è più il tempo di mettere la testa sotto la sabbia e sperare che passi la tempesta, se non faremo sentire le nostre ragioni, con la stessa veemenza con cui abbiamo contrastato l’art. 28 sull’immobiliare, non faremo percepire il cuore della questione, che per noi è chiara, ma per chi non conosce il notariato (e sappiamo essere in tanti) non lo è.
Non è ancora il momento di rilassarsi, è il momento di combattere, tutti, nella stessa direzione, per il nostro futuro.

AUTORE

La Redazione di Federnotizie è composta da notai di tutta Italia, specializzati in differenti discipline e coordinati dalla direzione della testata, composta dai notai Arrigo Roveda e Domenico Cambareri.