L’ultima Disputatio della seconda giornata di Convention riguarda Tecnologia, deontologia e… futuro, prendendo spunto da una veloce e appassionata prolusione del prof. Maurizio Ferraris: “Una nuova deontologia per una professione al passo con le nuove tecnologie?”
I disputantes sono Michele Manente e Mario Marino
I temi in ballo con l’avvento digitale, per i notai, sono i “soliti tre”. Anche se si è notato che, su tutto, continua ad aleggiare il “convitato pietra” di queste giornate: l’atto (e la contrattazione) a distanza.
Ecco i profili affrontati:
1. Territorialità e assistenza alla sede: l’obbligo di assistenza alla sede è superato dall’accentuata mobilità dei clienti. La territorialità oggi ha perso (o quanto meno mutato) valore, per il cliente e, quindi, per la collettività, dice Michele. Anche se l’obiezione è la necessità di presenza su tutto il territorio, piccoli centri inclusi. Certo, una delle sfide imminenti è la costituzione di società e, in genere, la contrattazione online. La territorialità sarà superata? Quello che conta è la stipula, o l’intero processo? Bisognerà valutare come coordinare la deontologia con la tecnologia, anche e soprattutto in questo ambito. La centralità dall’esigenza del cittadino sarà forse il punto focale per scelte equilibrate.
2. Procacciamento: tema collegato a pubblicità, grandi repertori, intermediari, ecc. Se vogliamo invertire la tendenza all’omologazione e quindi alla concorrenza basata solo sul prezzo – dice Manente – bisogna dare la possibilità darsi pubblicità. Seguono interessanti spunti sulle possibilità di adeguamento del codice deontologico in relazione non solo all’eventuale utilizzo di piattaforme, ma anche al procacciamento.
3. La personalità della prestazione: con le nuove tecnologie resta spazio per l’indagine della volontà? E in remoto, con le videoregistrazioni delle stipule, o con lo smartworking, come va a finire? La videoregistrazione non può prevalere sull’atto, questo è un cardine inamovibile. Anche se, invece, c’è spazio e necessità per il tracciamento di quello accade in stipula (presenze, contestualità, ecc.). Diverso è il tema della comunicazione interna allo studio: il notaio dirige, coordina, e può scegliere lui i mezzi da utilizzare per svolgere la sua funzione. Altro argomento infine è quello dell’outsourcing, sul quale c’è tendenziale uniformità nella stigmatizzazione.
Segnaliamo infine che durante la chiacchierata è emerso, di sfuggita, che pare che l’Antitrust stia osteggiato il divieto (previsto in una ipotetica bozza di futuro Codice Deontologico) di utilizzo dei portali per preventivi (e procacciamento?). Mah… Vedremo quale fronte si aprirà.
E con il sondaggio finale cui siamo ormai abituati (stavolta piuttosto articolato), i contenuti Della Convention sono terminati.
Tutto è perfettibile, ma si percepisce un’innegabile soddisfazione di critica e di pubblico.
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