Nella seconda giornata del Congresso si è trattato il tema della libertà d’iniziativa economica e delle garanzie del sistema in una prima tavola rotonda alla quale hanno partecipato il Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Chieppa, e il consigliere della Suprema Corte di Cassazione, Fabrizio Di Marzio con moderatore Massimo Palazzo, Consigliere del CNN.
La prima domanda di Massimo Palazzo è per Roberto Chieppa, anche in ragione del suo nuovo ruolo politico. Riguarda l’intervento del notaio sull’efficienza nel controllo degli atti societari. Il Segretario Generale ha riconosciuto al notaio un ruolo centrale per la competitività e la crescita economica del Paese. La prospettiva è quella della semplificazione, che richiede garanzia del rispetto delle regole. La realtà stessa è in continua evoluzione, sostiene Chieppa, e occorre avvicinare il “tempo giuridico” al “tempo economico”.
Chieppa ha sottolineato poi la bontà della funzione di controllo di legittimità del notaio nell’ambito del terzo settore, così come previsto dalla recente normativa. Il notaio è come uno “one stop shop”, ovvero un centro di riferimento per famiglie e imprese, uno sportello unico a cui i cittadini possono rivolgersi per la registrazione degli atti d’impresa.
A seguire, Chieppa ha proposto anche riforme per un intervento del notaio, anche in sostituzione del giudice, nel segmento della volontaria giurisdizione, del diritto di famiglia e di quello successorio.
Interviene a questo punto Fabrizio Di Marzio, interpellato da Massimo Palazzo: il notaio può essere considerato compartecipe alla formazione del diritto contemporaneo e interprete del diritto?
Di Marzio sostiene che il diritto privato ha l’obiettivo di regolare tre aspetti: l’impresa, affinché produca utili e beneficio per la collettività; il contratto, che non deve ostacolare il mercato; il mercato affinché sia efficiente. Questo accade solo se il diritto privato è profondamente intessuto di diritto pubblico, nell’ottica di rendere l’iniziativa economica accessibile a tutti.
In questo contesto così complesso, la domanda che ci si può porre è se gli strumenti d’intermediazione siano utili. La risposta è certamente positiva. Il Notariato – ha proseguito Chieppa – è tale e compartecipe alla formazione del diritto. Ha un compito difficile, a lui affidato perché competente e rappresenta una struttura intermedia. Il Notariato è una “bella fetta di civiltà” che garantisce l’affidabilità delle transazioni e ha un grande ruolo, spesso misconosciuto, nella gestione di realtà complesse.
Il Notariato – chiede Palazzo – quale figura bifronte tra pubblico e privato, può avere nuovi ruoli oltre a quello tradizionale?
Per Chieppa il Notariato non deve rifugiarsi in un atteggiamento conservativo, ma governare l’innovazione tecnologica. Il notaio deve andare oltre il ruolo di intermediario culturale e attuare una semplificazione di procedimenti complessi senza generalizzazione. Il Notariato deve essere garante, inoltre, del libero accesso all’iniziativa economica, non soltanto ai grandi del mercato, in modo da superare le disuguaglianze che si creano nel mondo economico.
Il moderatore, infine, ha rivolto un ultimo quesito a Di Marzio, citando gli orientamenti dei Consigli Notarili Distrettuali e gli studi CNN: la prassi notarile è fonte del diritto? Il diritto vivente – risponde l’interlocutore – trova fonte nel contratto, che non è soltanto oggetto materiale di intervento per avvocati e giudici, ma anche regola, come viene ammesso, oggi, ampiamente, in dottrina. Di Marzio ha chiuso il suo intervento riconoscendo al notaio un ruolo nell’interpretazione e creazione del diritto. Sarebbe utile, inoltre, che venisse introdotta anche una motivazione a corredo dei contratti.

AUTORE

Antonio Reschigna è notaio a Milano ed esercita dall’anno 1986. È sposato con Maria Carlotta, padre di Marco, Laura e Giuseppe. È componente della Co.Re.Di. Lombardia.