L’intervista di Federica Croce
Dal rosa al nero, le sfumature della professione notarile tra Italia e Svizzera
Tra i notai della regione Lombardia (rappresentati dal Comitato Regionale Notarile Lombardo) e i notai iscritti all’Ordine dei Notai del Cantone Ticino è costituito ormai da vent’anni il “Comitato dei notariati Lombardo e Ticinese”.
Il Comitato si propone principalmente di promuovere le relazioni, la collaborazione culturale e lo scambio di informazioni tecnico-giuridiche tra i due Notariati, oltre che di approfondire lo studio comparato dei due ordinamenti.
Federica Croce ha intervistato due colleghi, un lombardo e un ticinese, con esperienza similare, ponendo a entrambi le stesse domande. Emergono visioni diverse della professione, qualche proposta concreta nell’ottica della crescita e del miglioramento, ma soprattutto colori diversi con cui viene dipinto il presente e il futuro della professione.
Mauro Grandi
Anni: 33
Notaio in Milano (Italia)
Notaio da giugno 2011
Massimo Bionda
Anni: 46
Notaio e Avvocato in Lugano (Svizzera)
Notaio dal 1998 (Avvocato dal 1996)
Con una parola, un pregio e un difetto della tua categoria?
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
Generalmente onesti, il che non è poco e non viene comunemente riconosciuto a tutte le categorie; la fiducia che le persone hanno nel notaio e nella sua onestà è un bene preziosissimo, e per fortuna ad oggi (nonostante qualche episodio preoccupante) siamo riusciti a conservare almeno questo bene quasi indenne. Generalmente supponenti, nel senso di ritenersi (o meglio, di essersi ritenuti) al riparo da ogni cambiamento nel mondo esterno, come se nulla fosse in grado di mettere in discussione la necessità della figura del notaio “in quanto tale” e la sua rilevanza: questa idea ha indotto spesso a comportamenti che hanno finito con il diffondere in molte persone l’idea che l’attività del notaio si esaurisca nel “mettere una firma”, peraltro a caro prezzo. Credo che siano ormai evidenti gli effetti deleteri provocati da tale ricorrente disattenzione rispetto all’immagine del notaio che veniva veicolata all’esterno. |
Metodica e formalista (nell’ordine, ma non necessariamente). |
Il futuro del notariato in un colore?
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
La prima risposta scontata che molti darebbero è “nero”, ed è una risposta per tanti versi comprensibile: basti pensare agli interventi normativi degli ultimi anni che hanno determinato una riduzione delle competenze e hanno cercato di introdurre una concorrenza tra i notai sempre più sganciata da ogni regolazione, interventi da cui traspare l’immagine di un legislatore assai poco preoccupato della tutela di alcuni aspetti tradizionalmente affidati al notariato (la certezza del traffico giuridico e l’affidabilità dei pubblici registri, ad esempio). Sono convinto però che questa sia la risposta sbagliata, e direi quindi “bianco”, nel senso che sono convinto che il futuro, nonostante gli errori commessi e i cambiamenti avvenuti, sia ancora una pagina bianca che abbiamo modo di provare a riempire: bene o male dipende soprattutto da noi. E comunque l’età obbliga all’ottimismo … |
Rosa tenue; all’orizzonte intravedo tuttavia alcune sfumature di grigio. |
Dai un consiglio a un giovane che vuole fare il tuo lavoro.
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
Gli direi di pensarci bene, nel senso di pensare bene alle ragioni che sono alla base della scelta; è una strada impervia che richiede tanto sacrificio e tanto studio, e alla fine può anche non essere coronata dal successo. Occorre avere fiducia in se stessi e decidere di prendersi il tempo necessario a studiare, e bisogna quindi avere delle forti motivazioni per non cedere di fronte alle difficoltà che si incontrano. A questi ostacoli, che sono sempre esistiti, occorre aggiungere poi le problematiche correlate all’attività lavorativa che si svolgerà: al notaio è richiesto oggi di essere non solo un bravo tecnico del diritto, ma anche un bravo imprenditore capace di scelte gestionali ed in grado di “stare sul mercato”, e di fare bene entrambe le cose nel rispetto delle peculiarità della propria figura e delle norme che la regolano. |
Confrontarsi criticamente, senza preconcetti, con il proprio operato e con quello dei colleghi; sempre. |
Cosa pensi delle norme che regolano la deontologia, sono ancora attuali?
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
Ci sono molte norme del codice deontologico che fissano principi e regole assolutamente attuali: basti pensare a quanto si dice in tema di personalità della prestazione, di dovere di aggiornamento delle proprie competenze giuridiche, di divieto di comportamenti “frettolosi e compiacenti”; su questi aspetti, il problema non è cosa dice la norma, ma come questa viene in concreto fatta rispettare. Altre norme, invece, sono il precipitato di un mondo in cui il collega era per definizione anzitutto un “galantuomo”, della cui correttezza e scrupolosità non si doveva in linea di principio dubitare: diciamo quindi che l’attualità di queste norme è messa a dura prova dalla situazione dei nostri giorni, in cui la categoria si è trovata di fronte a problemi fino ad ora sconosciuti, problemi che molti notai sono del tutto impreparati ad affrontare e di fronte ai quali alcuni hanno reagito, a volte, in modo assai discutibile. |
La deontologia è per definizione “demodé”; guai seguisse troppo rapidamente le evoluzioni – talvolta effimere, non sempre illuminate – del momento. |
Se tu fossi il presidente del tuo ordine professionale cosa faresti entro un mese dalla tua elezione?
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
Credo che la categoria dovrebbe impegnarsi per cercare di comunicare meglio all’esterno il ruolo e la rilevanza delle nostre funzioni e della nostra attività, per cercare di combattere quella diffusa opinione, cui ho fatto riferimento, che vede nel notaio una persona che si limita ad apporre qualche firma su un documento. A tale attività di comunicazione dovrebbe poi accompagnarsi una attenzione più significativa alle condotte dei colleghi non conformi alle norme deontologiche: su questo punto, anche se non ho grande esperienza in merito all’effettività dei poteri degli organi di governo del notariato, la sensazione è che i Consigli notarili (ed il Consiglio nazionale del notariato, per quanto di competenza) si trovino spesso inermi di fronte a comportamenti che pur danneggiano la categoria, e dunque tutti i notai, anche di fronte a fatti eclatanti. Certamente valuterei anche, in una prospettiva forse più limitata ma dai contenuti molto concreti, se le strutture degli “enti di categoria” nazionali (di governo, anche in senso lato, e di previdenza) hanno davvero fatto il possibile per adeguare i loro costi al mutato quadro storico ed alle difficoltà generali con cui tutti i notai sono stati costretti a misurarsi. |
Mi impegnerei da subito per un sempre maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni, senza le quali i vari ordini professionali (non solo quelli notarili) pagano in termini di legittimazione rappresentativa. Mi risulta del resto che anche il Consiglio cantonale attualmente in carica si stia muovendo in questa direzione. |
Quale materia secondo te andrebbe aggiunta o sostituita nell’esame di ammissione?
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
Il nostro concorso, del quale ho un ricordo ancora assai vivido nonostante siano passati ormai 7 anni abbondanti dalla data degli scritti, è così tanto impegnativo che appare difficile immaginare di aggiungervi ulteriori materie, specie riguardo alla prova scritta; certamente i profili fiscali degli atti costituiscono, nella realtà che viviamo quotidianamente, l’elemento che spesso condiziona le scelte che vengono compiute, e dunque anche tali profili meriterebbero di essere valorizzati già in occasione degli scritti, ma questo appare davvero difficile da conciliare, come dicevo, con una prova già molto ardua. |
Nella nostra piccola realtà cantonale non vi sono i numeri per un vero e proprio ciclo formativo. La preparazione agli esami di ammissione deve dunque gioco forza avvenire sul campo e non sempre in condizioni agevoli.Personalmente eviterei quindi una nozionistica e tecnicismi eccessivi, prediligendo piuttosto (e premiando) l’approccio metodico. |
E nelle scuole?
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Mauro Grandi |
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Massimo Bionda |
Le scuole che preparano al concorso notarile sono, quanto meno nella mia esperienza, giustamente molto focalizzate sulle materie che costituiscono il cuore delle prove scritte; vale quindi lo stesso ragionamento fatto sopra riguardo all’assenza del diritto tributario, assenza che è la logica e necessaria conseguenza dell’attuale configurazione delle prove concorsuali. Tale circostanza costituisce però un ulteriore elemento di difficoltà per lo studente che assiste alle lezioni, che si trova di fronte a prospettive e a valutazioni delle problematiche giuridiche assai diverse rispetto a quanto gli accade di vedere negli studi notarili ove effettua la pratica, nei quali ovviamente l’aspetto fiscale è spesso centrale. |
In assenza di una scuola di notariato, i momenti formativi rivestono un ruolo centrale ed è difficile immaginare che i convegni di aggiornamento professionale possano da soli supplirvi.Un’idea potrebbe essere quella di costituire una commissione di sostegno, con il compito di accompagnare i candidati notai ticinesi che lo desiderassero nel percorso di preparazione agli esami di ammissione. In questa logica non vedo perché non si possa anche valutare l’eventualità di un percorso collaborativo con la realtà notarile lombarda (molto più attrezzata della nostra da questo profilo) o con quella universitaria insubrica. |

AUTORE

La Redazione di Federnotizie è composta da notai di tutta Italia, specializzati in differenti discipline e coordinati dalla direzione della testata, composta dai notai Arrigo Roveda e Domenico Cambareri.