a cura di Rosaria Bono
C’era una volta il futuro – breve storia del Comitato Franco Italiano dei Notariati Ligure e Provenzale
C’era una volta, tanto tanto tempo fa …
Genova 3 luglio 1976,
3 anni prima dell’elezione del Parlamento Europeo,
17 anni prima della costituzione del CNUE,
39 anni prima della Loi Macron e del DDL Concorrenza,
nel periodo di massimo splendore sociale ed economico della professione notarile, quando nessuno osa mettere in dubbio l’importanza della funzione e le competenze dei notai, le uniche preoccupazioni sono studiare il diritto civile ed organizzare un ufficio funzionale, mentre ci si possono godere viaggi ed auto di lusso senza complessi e sensi di colpa e si incoraggiano i figli più volenterosi a seguire le proprie orme con fiducia nel futuro,
un gruppo di visionari colleghi percepisce l’importanza strategica della valorizzazione della matrice unitaria dei notariati francese ed italiano e la necessità di un impegno per la creazione di una identità comune.
Nasce così il Comitato Franco Italiano dei Notariati Ligure e Provenzale, primo comitato frontaliero del notariato italiano, che riunisce per la Francia, i Compartimenti di Alpes Maritimes, Bouche du Rhône, Haute Provence, Var e per l’ltalia, i Distretti di Alessandria, Acqui Terme e Tortona, Genova e Chiavari, Imperia e Sanremo, La Spezia e Massa, Savona, e che l’anno prossimo festeggerà i suoi primi 40 anni.
Tra questi colleghi illuminati, non è certo un caso, troviamo anche alcuni dei padri fondatori di Federnotai (uno tra tutti, il primo segretario, il compianto Luigi Ciampi).
Ma torniamo alla costituzione del Comitato. Come per tutte le attività notarili, la gestazione è stata lunga: ci sono voluti ben due anni di lavoro preventivo per arrivare alla sottoscrizione dell’atto costitutivo. Ma il risultato è stato davvero soddisfacente e sorprendentemente lungimirante.
Scopi del Comitato sono:
“Promuovere la collaborazione culturale e le informazioni tecniche e scientifiche fra i Notariati dei due Stati (…)
Di porre allo studio i relativi ordinamenti dal punto di vista giuridico, culturale, organizzativo, fiscale ed assistenziale, nonchè assicurare il miglioramento della professione attraverso l’analisi dei due ordinamenti e della legislazione dei due Stati che interessino i rispettivi Notariati.
Studiare i relativi ordinamenti dal punto di vista giuridico, economico, finanziario, culturale, assistenziale, fiscale ed organizzativo onde pervenire ad un miglioramento legislativo e ad una integrazione a livello scientifico e pratico nell’interesse delle Comunità delle due regioni frontaliere”
ma anche:
“Difendere comunitariamente gli interessi professionali attraverso le analisi comparate dei due Notariati e la progettazione di norme comuni da presentare agli organi competenti.
Sviluppare relazioni amichevoli fra i due Notariati”
I fondatori si ponevano già da allora il problema della difesa della professione e avevano già percepito l’importanza a tal fine della condivisione dei progetti.
Permettetemi una riflessione che forse c’entra poco, ma mi nasce dal cuore: quanto sono preziosi i colleghi che riescono ad immaginare il futuro? Auguriamoci di trovarne sempre tanti sul nostro cammino …
Il Comitato ha una doppia presidenza, italiana e francese (i primi presidenti sono stati Max Bixin e Aristotele Morello, gli attuali sono François Bayle e Ugo Bechini, affiancati da due vicepresidenti rosa, Marie-Josée Biganzoli e la sottoscritta) e organizza un convegno annuale alternando la sede, un anno in Italia ed un anno in Francia, nella ormai storica formula: venerdì, cena informale di benvenuto; sabato, intera giornata di lavoro e cena ufficiale del congresso … particolarmente gastronomica; domenica, gita e pranzo casual.
Nell’ultimo periodo ha coinvolto nelle sue attività anche i notariati algerino, marocchino e tunisino.
Certo non si può negare l’attrattiva delle sedi, Costa Azzurra, Provenza e Riviera Ligure (con qualche puntatina nelle Langhe e fino a Roma) e del clima vacanziero che accompagna i momenti conviviali, ma i Convegni del Comitato si sono sempre distinti, soprattutto, per attualità e coraggio nella scelta dei temi, affiancando allo studio comparatistico delle normative aspetti propositivi e politici.
Se si è più volte parlato negli anni dello statuto e delle funzioni del notaio in Italia e in Francia, lo si è fatto fin da subito con un’ottica di tipo europeistico, ponendosi, anche in epoche assai risalenti quando ancora non apparivano all’orizzonte gli odierni fantasmi, i problemi della compatibilità dei principi del notariato come lo conosciamo (numero chiuso, monopolio della funzione, mancanza di libertà di stabilimento sul territorio, regolamentazione nazionale minuziosa di tutte le procedure, tariffa fissa) con le tensioni alla liberalizzazione e alla concorrenza che iniziavano ad arrivare dalla nuova Comunità Europea (tra le altre voglio ricordare una relazione di Guasti del 1991).
Con lo stesso spirito da pionieri, accanto ai temi prettamente professionali, si sono affrontati, sempre con largo anticipo, argomenti che sarebbero diventati di attualità negli anni seguenti, dopo lunghe e travagliate discussioni all’interno della categoria.
E così nel 2001 al Franco – italiano già si parlava di firma elettronica e di atti digitali (che sarebbero diventati realtà solo nel 2013), nel 2005 si è parlato della circolazione degli stranieri e delle discipline applicabili (quest’anno entra in vigore il certificato successorio europeo), nel 2007 di furti di identità e subprime (ricordate il collegamento con l’FBI?), nel 2009 di testamento biologico (con una proposta di registro notarile europeo), nel 2010 di valore economico dell’atto pubblico, nel 2011 di contratti di convivenza e patti prematrimoniali (due anni prima dell’open day).
Nel 2013 abbiamo festeggiato a Roma i cento anni della legge notarile italiana, ricordando le sue origini comuni con quelle della legge francese, constatando la sua attualità e studiando le sue evoluzioni, fino alla possibilità di interazione tra i notai europei attraverso le piattaforme condivise.
Nel 2014, incuriositi dalla differenza di competenze in materia immobiliare, abbiamo confrontato le attività dei notai italiani e francesi nel procedimento di vendita di un immobile, dalla intermediazione al deposito del prezzo.
Questo continuo confronto giuridico e politico con i colleghi francesi, nei convegni e nei momenti conviviali, ha permesso a tutti coloro che hanno frequentato il Comitato e le sue iniziative di formarsi, con reale competenza, una visione più ampia delle tematiche e delle prospettive. Solo per fare qualche esempio, abbiamo saputo direttamente da chi ne è protagonista nella pratica come si possono regolare le disposizioni per i trattamenti sanitari in Francia, o come si possono fare contratti di convivenza e contratti prematrimoniali anche al di fuori dei nostri Paesi, o cosa fa il notaio francese quando riceve dal proprietario dell’immobile l’incarico di curarne la vendita, o in cosa consiste il loro certificato successorio: tutte queste informazioni ci hanno dato la possibilità di affrontare le discussioni all’interno del notariato italiano con maggiore padronanza e consapevolezza.
Prima di chiudere voglio ancora ricordare un apporto preziosissimo per il nostro Comitato, sempre diviso tra tradizioni e futuro: le relazioni storiche di Carlo Carosi, che riesce sempre a trovare una storia antica (ma spesso molto attuale) che unisce i due notariati, da proporci durante i convegni, con lo spirito ironico e leggero che accompagna la sua grande cultura.
Per chi vuole saperne di più: http://www.cfinot.eu
Prossimo appuntamento alle Cinque Terre il 25, 26 e 27 settembre. Si parlerà di Bellezza… Curiosi? Per ora non svelo di più. Il seguito alla prossima puntata.
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