Riflessioni sulla vendita dello studio notarile

Cominciamo dalla regola in vigore.

Per l’articolo 31 del nostro Codice Deontologico Viola il dovere di imparzialità il notaio: … g) che rileva a titolo oneroso lo studio notarile”.

Guardiamoci negli occhi e domandiamoci quanto questa norma sia rispettata e quanto la sua violazione sia stata perseguita.

Tutti noi conosciamo e abbiamo in mente casi di violazione noti a tutto il distretto e tutti noi abbiamo in mente notai, rispettatissimi e specchiati, direttamente coinvolti o che abbiano addirittura prestato assistenza nella successione a titolo oneroso dello studio. Diciamocelo serenamente e sempre senza ipocrisia.

Con ciò non si vuole negare che il divieto avesse una sua ragione ma certo è che, se una regola non è rispettata col tacito accordo di gran parte della categoria è necessario chiedersi se oggi abbia ancora una sua attualità.

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Riflessioni sulla vendita dello studio notarile ultima modifica: 2023-06-23T08:30:59+02:00 da Arrigo Roveda

Che fine ha fatto la vecchia bozza del nuovo codice deontologico?

Comincia tra poche ore il Congresso di Genova, con una nuova formula che siamo curiosi di sperimentare.

Il titolo “Confronto sulla deontologia dai principi alla pratica” aveva fatto appunto pensare ad un confronto che portasse a discutere su un progetto di riforma del Codice Deontologico vigente che ormai risente di una inadeguatezza evidente rispetto alle modifiche legislative (la competenza regionale, il conto dedicato, la volontaria giurisdizione, etc.) e ad alle evoluzioni della professione (il diffondersi dell’associazionismo, la necessità di una maggior qualificazione dei collaboratori) e della socialità nei suoi generali sviluppi di interazione (la comunicazione notarile – anche pubblicitaria – via social e web, etc…) e invece il Consiglio Nazionale ha preferito che il dibattito restasse nella comfort zone dell’esistente, affidando a qualificati gruppi di studio una ricognizione degli orientamenti giurisprudenziali che ha, alla fine, prodotto i documenti che oggi e domani andremo a discutere (e sui quali rinvio all’articolo di Domenico Cambareri pubblicato due giorni fa).

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Che fine ha fatto la vecchia bozza del nuovo codice deontologico? ultima modifica: 2023-05-04T17:50:22+02:00 da Redazione Federnotizie

Deontologia e Congresso. Un passo in avanti mancato

Lo scorso 28 aprile il Presidente del Comitato Ordinatore dei Congressi ha trasmesso ai notai sei studi in materia deontologica (a ben vedere cinque in materia deontologica e uno contenente proposte di modifica del sistema disciplinare) per “facilitare la partecipazione ai lavori congressuali” del prossimo e anche primo, nella storia del notariato, Congresso, esclusivamente interno e politico.

Gli studi (anticipati un paio di settimane prima dai Coordinatori della Commissione Deontologia del CNN) sono di pregio scientifico e d’altronde non poteva essere che così se solo si considera che alcuni dei notai estensori hanno pluriennale esperienza oltre che spiccata sensibilità in questa materia ed alcuni dei professionisti esterni al notariato, anch’essi estensori, hanno contribuito in materia determinante negli ultimi quindici anni a creare quei filoni giurisprudenziali che hanno consegnato al notariato numerose vittorie processuali.

Gli studi costituiscono un ottimo compendio sulle questioni di maggior rilievo tanto da far venire in mente di proporre che una parte dell’esame orale del concorso possa essere dedicato alla deontologia sulla base di questi materiali. Continua a leggere

Deontologia e Congresso. Un passo in avanti mancato ultima modifica: 2023-05-03T08:30:18+02:00 da Domenico Cambareri

Costituzione di parte civile del CND e condanna al risarcimento del danno

Con sentenza 24 ottobre 2022 n.  11328 depositata il 17 gennaio 2023. Il Tribunale ordinario di Milano, sezione decima penale, ha condannato un notaio al risarcimento del danno cagionato al Consiglio Notarile di Milano, costituitosi parte civile, in un procedimento nel quale il notaio, è stato condannato ad 8 anni e sei mesi di reclusione per una serie di reati (circonvenzione di incapace, sequestro di persona, peculato, falso, associazione a delinquere etc.) per una vicenda assurta a notorietà nazionale. Nelle more del giudizio il Consiglio aveva chiesto e ottenuto, in sede disciplinare, una pronuncia di destituzione.

Non ricordiamo precedenti specifici sul punto e ci pare importante darne notizia perché il Tribunale di Milano giunge a ritenere la risarcibilità del danno partendo dall’affermazione della valenza costituzionale della funzione notarile, argomentando come la condotta del singolo possa avere riflessi potenzialmente dannosi sull’intera categoria.

È un precedente importante che può essere di stimolo all’azione di altri Consigli distrettuali in altre pregiudizievoli vicende.

Di seguito il passaggio motivazionale che interessa. Continua a leggere

Costituzione di parte civile del CND e condanna al risarcimento del danno ultima modifica: 2023-01-24T08:30:36+01:00 da Redazione Federnotizie

Lealtà fiscale e decoro della professione

“In tema di responsabilità disciplinare dei notai, la fattispecie di cui all’art. 147, 1° co., lett. a), della L. n. 89 del 1913 è integrata ogni qual volta il notaio pone in essere una condotta idonea a ledere la propria dignità e reputazione all’interno della collettività in cui opera e a compromettere il decoro e il prestigio della classe notarile, senza che rilevi la sfera privata o pubblica nella quale tale condotta si è estrinsecata, dal momento che egli non è solo un libero professionista, ma riveste anche la qualità di pubblico ufficiale a cui sono delegate funzioni pubbliche. (Costituisce quindi) illecito disciplinare, ai sensi della predetta disposizione, l’omesso versamento da parte del notaio delle imposte e dei contributi previdenziali ricadenti nell’ambito della propria sfera personale, trattandosi di condotta anomala per un pubblico ufficiale avente il compito di riscuotere le imposte indirette”.

Cass. 27-9-2022, n. 28133 (.PDF)

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Un altro intervento eccessivamente severo della Cassazione? Davvero ogni omissione contributiva od ogni definitivo accertamento di un’evasione fiscale da parte del contribuente notaio costituisce illecito disciplinare? Oppure è la massima che “dice troppo” ? Una risposta può essere tentata solo dopo aver definito la portata di questa pronuncia ricostruendo la concreta fattispecie alla quale si riferisce.

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Lealtà fiscale e decoro della professione ultima modifica: 2022-12-23T08:30:54+01:00 da Luigi De Ruggiero

Il Notaio, il procacciatore e il trattamento economico dei dipendenti

Con l’ordinanza 8 febbraio 2022 n. 3940 (.PDF), la Corte di Cassazione, su ricorso del Consiglio Notarile, ha cassato con rinvio la decisione della Corte d’Appello che, confermando la decisione della Coredi, aveva assolto il Notaio da numerose incolpazioni ritenendolo responsabile solo della irregolare tenuta del repertorio.

di Arturo Brienza

La sentenza, con estrema incisività, riporta la vicenda come segue:

…deve ritenersi  “accertata la violazione del principio di personalità della prestazione consumatasi mediante un eccesso di delega esterna, poiché il notaio  si era avvalso di plurime agenzie immobiliari che erano deputate a individuare potenziali clienti e a sottoporre loro i preventivi redatti dal notaio (e dallo stesso trasmessi alle agenzie), essendo altresì a conoscenza che gli agenti immobiliari percepivano un importo dai clienti per la loro intermediazione nei confronti del notaio (qualificato dalla stessa Corte territoriale come un “sovrappiù non dovuto“), donde l’insussistenza della connotazione fondamentale del conferimento diretto degli incarichi professionali a notaio da parte dei singoli clienti….”

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Il Notaio, il procacciatore e il trattamento economico dei dipendenti ultima modifica: 2022-05-11T08:30:12+02:00 da Redazione Federnotizie

La tempestività dell’azione disciplinare

L’iniziativa del procedimento disciplinare a carico dei notai, regolata dall’art. 153 della L. n. 89 del 1913, è sottoposta a termini che, in mancanza di un’espressa qualificazione di perentorietà, sono ordinatori; cionondimeno, pur non essendo prevista dall’art. 146 della legge notarile la decadenza o l’estinzione dell’azione intempestiva ed essendo il sistema presidiato dalla prescrizione, l’espressione “senza indugio”, utilizzata dal cit. art. 153, comma 2 (“Il procedimento è promosso senza indugio, se risultano sussistenti gli elementi costitutivi di un fatto disciplinarmente rilevante”), impone al giudice l’obbligo di accertare se il tempo impiegato all’uopo possa considerarsi adeguato in relazione all’esigenza di celerità richiesta, giacché la pendenza della fase delle indagini produce un inevitabile pregiudizio indiretto sulla vita e sull’esercizio della professione del notaio assoggettato, oltre a rendere progressivamente più difficile, per quest’ultimo, approntare un’adeguata difesa”. (Cass. 12-3-2021, n. 7051)


Questa la massima. Nella sua prima parte essa ribadisce la stabile giurisprudenza sul carattere ordinatorio del termine, la cui decorrenza temporale va tuttavia precisata; nella seconda, prescrive invece una valutazione in fatto che finora non era stata espressamente indicata nell’àmbito del nostro procedimento disciplinare e che è poi la ragione concreta del parziale rinvio del giudizio disposto dinanzi alla Corte d’appello: il lettore paziente scoprirà il seguito della vicenda…

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La tempestività dell’azione disciplinare ultima modifica: 2022-03-18T08:30:54+01:00 da Luigi De Ruggiero

Occasionalità dell’illecito disciplinare: la Cassazione si pronuncia

Commento a Cass. 22-2-21, n. 4645

In tema di responsabilità disciplinare del notaio per illecita concorrenza mediante riduzione degli onorari, il requisito della non occasionalità, richiesto dall’art. 147, co. 1°, lett. b), della L. n. 89/1913 (qui contestato in relazione all’art. 14 del Codice deontologico), è compatibile anche con una collocazione temporale degli illeciti confinata entro un periodo inferiore all’anno, non dovendo necessariamente sussistere un rapporto di adeguata proporzione tra il numero delle pratiche illecite e il volume complessivo dell’attività professionale calcolato su base annuale e non essendo richiesto un monitoraggio esteso a un periodo predefinito a priori, fatta salva la necessità che le violazioni non risultino isolate o del tutto episodiche”.


Con la sentenza dalla quale è tratta (anche) questa massima, la S.C. – nel confermare la condanna del Notaio a sei mesi di sospensione in un caso (tra l’altro) di concorrenza sleale tramite una fatturazione compiacente, su richiesta delle parti, in modo da far conseguire loro indebiti risparmi fiscali – è da ultimo tornata su quel criterio, ancor sempre sfuggente, della “non occasionalità”, previsto dall’art. 147, lett. b), L. 89/1913, “che punisce la violazione non occasionale delle norme professionali”. Secondo la pronuncia, “il rilievo disciplinare di tali condotte postula, per espressa previsione di legge, il carattere reiterato delle violazioni” (nella specie “riscontrate in più di 40 pratiche nell’arco di un trimestre”). Continua a leggere

Occasionalità dell’illecito disciplinare: la Cassazione si pronuncia ultima modifica: 2022-02-02T08:30:45+01:00 da Luigi De Ruggiero

Non punibilità per tenuità del fatto. Altre riflessioni in tema di procedimento disciplinare

È stato osservato che l’impiego dello strumento della “particolare tenuità” del fatto, previsto dall’art. 131 bis C.P., riportato in calce, ha la funzione di deflazionare il carico giudiziario ed è finalizzato a limitare l’uso della costosa gestione del processo tradizionale nei soli casi in cui ciò si renda veramente necessario.

L’istituto della non punibilità per particolare tenuità del fatto ovvero della “irrilevanza del fatto”, già conosciuto nell’ordinamento minorile e in quello della competenza del giudice di pace, deve essere tenuto distinto dalla c.d. “inoffensività del fatto”; quest’ultimo attiene alla totale mancanza di offensività del fatto che pertanto risulta privo di un suo elemento costitutivo e quindi in definitiva atipico e insussistente come illecito.

Diversamente l’istituto in questione presuppone un fatto tipico e pertanto costitutivo di un illecito da non ritenere punibile in ragione dei principi generali di proporzione e di economia processuale.

A cura di Arturo Brienza

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Non punibilità per tenuità del fatto. Altre riflessioni in tema di procedimento disciplinare ultima modifica: 2021-12-10T08:30:49+01:00 da Redazione Federnotizie

Appunti per una riforma del procedimento disciplinare (anche in vista del Congresso Nazionale)

Nessuna nostalgia si prova per il tempo in cui si dibatteva se i congressi notarili dovessero essere delle vetrine aperte all’esterno per far conoscere e mettere in mostra la “buona merce” del notariato o non invece delle occasioni di confronto e dibattito interno alla categoria.

L’importanza di ambedue le funzioni non è oggi messa in discussione e, come al solito, il congresso di Federnotai dello scorso 24 settembre è stata l’occasione per lanciare proposte di riforma.

Il tema del congresso “Per un nuovo modello deontologico e disciplinare tra pubblica funzione e concorrenza” è stato oggetto di approfondimento in una tavola rotonda che ha impegnato l’intera mattinata.

Di spada e di fioretto.

Forti le proposte emerse dal dibattito per una riforma del procedimento disciplinare molto più prudenti quelle sul codice deontologico.

Da qui la necessità di qualche riflessione.

Accostare come spesso si fa deontologia e disciplinare non è metodologicamente corretto.

Il disciplinare serve a regolare il procedimento teso ad accertare la violazione, da parte del notaio, di ogni violazione di legge. Anche, anzi soprattutto, quelle che non si concretizzano in violazioni del codice deontologico ma in diretta violazione di norme di grado primario. Continua a leggere

Appunti per una riforma del procedimento disciplinare (anche in vista del Congresso Nazionale) ultima modifica: 2021-10-29T08:30:49+02:00 da Arrigo Roveda

L’insostenibile presenza del notaio presso agenzie di mediazione

«E’ contraria, ai sensi dell’art. 31, lett. f, dei principi di deontologia professionale dei notai, la presenza frequente del notaio presso recapiti stabili di organizzazioni per rogare, trattandosi di un comportamento idoneo a turbare le condizioni che ne assicurano l’imparzialità e visto come un concorso consapevole del notaio a una scelta etero diretta del professionista. Il dovere d’imparzialità del notaio, infatti, va inteso in termini di astensione da comportamenti che, in via preventiva e di garanzia dell’immagine della categoria, influiscono sulla designazione del professionista» (Cass. 12-2- 2020 n. 3458).

Massima dura, che ricalca e inasprisce, per l’applicazione che ne prospetta, il tenore testuale della pur già rigorosa norma deontologica in vigore (“Viola il dovere di imparzialità il notaio che svolge ricorrenti prestazioni presso soggetti terzi, organizzazioni o studi professionali”), norma peraltro anche in prospettiva ribadita nell’irrealizzata proposta di riforma dei Principi di deontologia professionale, che anzi estendeva (e forse eccessivamente se si trattava di tutelare “l’indipendenza e l’imparzialità”) l’inibizione anche a tutti i “luoghi di lavoro, di riposo, di svago e in generale luoghi pubblici o aperti al pubblico” – sempre che, ovviamente, non sussistano “specifiche esigenze dei singoli utenti”. Continua a leggere

L’insostenibile presenza del notaio presso agenzie di mediazione ultima modifica: 2021-06-11T08:30:55+02:00 da Luigi De Ruggiero

Tempestività dell’azione disciplinare

Una recente e articolata sentenza della Cassazione (n. 7051 del 18/11/2020 depositata il 12 marzo 2021) riforma parzialmente un’ordinanza della Corte d’Appello di Milano depositata il 6 aprile 2018 che aveva confermato la decisione Coredi 12-26 gennaio 2017.

A cura di Arturo Brienza

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Tempestività dell’azione disciplinare ultima modifica: 2021-05-21T08:30:13+02:00 da Redazione Federnotizie

Atto di conferma: un colpo di spugna?

La conferma di un atto notarile privo della dichiarazione di conformità catastale è idonea a esonerare il notaio da responsabilità disciplinare?

Questo l’interrogativo cui prova a rispondere la decisione in commento; la risposta della CoReDi Lombardia – come vedremo a breve – è netta e puntuale nella soluzione del caso concreto, e al tempo stesso fa emergere le lacune del sistema disciplinare in materia di conformità catastale, offrendo spunti problematici e sollevando nuovi interrogativi.

Ma andiamo con ordine e ripercorriamo brevemente i fatti.

In sede di ispezione biennale l’Archivio Notarile rilevava la mancanza della dichiarazione di conformità catastale, richiesta a pena di nullità dall’art. 29, comma 1-bis, Legge 52/1985, in una scrittura privata autenticata avente a oggetto la costituzione di servitù tra fondi urbani.

Successivamente al rilievo risultante dal verbale ispettivo, il notaio incolpato esibiva all’Archivio Notarile un atto a suo rogito con il quale, ai sensi dell’art. 29, comma 1-ter, Legge 52/1985, era stata confermata la precedente costituzione di servitù mediante la dichiarazione, resa da una delle parti, della conformità catastale dei fabbricati. Continua a leggere

Atto di conferma: un colpo di spugna? ultima modifica: 2021-05-14T08:30:07+02:00 da Antonio Teti

Le clausole che limitano il rilascio di copie sono contrarie alla Legge

Nota a Cass. Civ. Sez. 2 n. 4526 Anno 2021

(Leggi la sentenza – documento .pdf)

La sentenza in commento affronta e risolve brillantemente una serie corposa di questioni sottoposte al giudizio di legittimità della S.C., che spaziano dalla materia del procedimento disciplinare, a quella degli obblighi di conservazione a raccolta degli atti e di applicazione degli onorari di repertorio, fino alla natura del contratto di finanziamento con surrogazione e all’obbligo di rilascio di copie da parte dei pubblici ufficiali.

A cura di Ileana Maestroni, notaio in Vigevano

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Le clausole che limitano il rilascio di copie sono contrarie alla Legge ultima modifica: 2021-04-16T08:30:07+02:00 da Redazione Federnotizie

Consigli notarili e concorrenza: l’ultima pronuncia del Consiglio di Stato

I rapporti tra il Notariato e la Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sono stati complessi. Anzi il Notariato partiva da una posizione che addirittura escludeva che questi rapporti dovessero esserci. Poi le vicende sfociate in contrapposizioni anche giudiziarie hanno portato alcuni punti fermi: la definizione di un perimetro dell’attività d’impresa che comprende anche le professioni intellettuali, l’estraneità dell’attività disciplinare dei Consigli Notarili dal sindacato dell’AGCM ed altro ancora. È giunto il momento di consolidare questi punti fermi, passando dalla contrapposizione al dialogo. Federnotizie è al lavoro per aprire il dialogo.


Con sentenza 29 gennaio 2021 n. 874, la VI sezione del Consiglio di Stato ha definito una vicenda che ha visto protagonisti, su fronti contrapposti, da un lato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (in prosieguo, breviter, l’Autorità o l’AGCM) e dall’altro il Consiglio notarile di Roma (in prosieguo, breviter, il Consiglio o il CND) e ASNODIM – Associazione Notariato Romano Dismissioni Immobiliari (in prosieguo, breviter, l’Associazione).

A cura di Anselmo Barone Continua a leggere

Consigli notarili e concorrenza: l’ultima pronuncia del Consiglio di Stato ultima modifica: 2021-04-02T08:30:26+02:00 da Redazione Federnotizie