Quali sono le potenzialità e quali sono i rischi della Blockchain? Questo l’argomento al centro dell’incontro tenuto ieri in Bocconi.
Hanno partecipato protagonisti provenienti da mondi solo apparentemente distanti, ma tutti consapevoli della necessità di approntare un sistema di regole che garantisca la tenuta della tecnologia e la adatti alle esigenze concrete.
Lo spirito del convegno è stato quello di mettere i soggetti interessati intorno allo stesso tavolo, non per tentare di fermare la tecnologia, cosa peraltro impossibile, ma per inquadrare la strada corretta al fine di ottenere i migliori risultati, certi che una interazione tra professioni tradizionali e nuove tecnologie sia fonte di proficui risultati.
Ed è per questo che i giuristi, gli economisti, i tecnici e le imprese si sono impegnati a collaborare, così da ritrovare e garantire un umanismo tecnologico necessario affinché Blockchain e smart contracts diventino strumenti utili e capaci di soddisfare tutti gli interessi in gioco.
Di seguito la sintesi degli interventi o delle interviste proposte ad alcuni relatori da Patrizia Antognazza e Luca Donegana.
Andrea Granelli – KANSO
Occorre capire come approcciarsi alle nuove tecnologie in particolare alla Blockchain ma anche cercare di comprenderne l’impatto sociale. In particolare: le macchine sono strumenti al servizio dell’uomo. Occorre creare nuove tecnologie che soddisfino bisogni con un approccio critico alla Blockchain che tenga conto anche delle conseguenze sociali; il digitale è uno strumento e non può essere considerato un fine.
È necessario aumentare la vigilanza sulle tecnologie; è in atto un procedimento di spersonalizzazione, di standardizzazione, di distruzione dell’importanza della conoscenza in ogni campo.
Marco Bassini, Università Bocconi
La Blockchain è una tecnologia in fieri che pone anzitutto un problema di identificazione. La Blockchain pone anche un problema di legge statale applicabile nonché problemi di sicurezza rispetto agli attacchi informatici.
Il problema principale però è la asimmetria informativa tra le parti e la rigidità di eventuali smart contract “veicolati” attraverso Blockchain. Il notariato dovrebbe provare a indicare come può essere utile la Blockchain e sfruttarla semplicemente come un mero strumento perché la disintermediazione assoluta non è un bene. La disintermediazione assoluta pone anche problemi di assenza di responsabilità in mancanza di un soggetto che “garantisca” il contratto.
Ludovico Maria Capuano (ASIGN)
Quali sono le criticità del sistema Blockchain?
Il sistema blockchain è aperto a tutti, gli scambi e le transazioni compiuti ed eseguite diventano immodificabili anche per le parti. Il sistema non prevede e non consente il controllo di un’autorità terza nè nell’immissione dei dati nè nella gestione degli stessi
Il sistema Blockchain non è capace di gestire la complessità dei negozi e delle volontà sottostanti.
Il blocco (la catena) contiene pochi ed essenziali dati relativi al negozio, ma non il contratto: sono esclusivamente certificati i passaggi ma non il contenuto dei passaggi stessi che rimane all’esterno del sistema blockchain.
Quali invece le potenzialità del sistema blockchain per il notariato?
Il sistema potrebbe funzionare ed essere applicato a quei negozi giuridici privi di un registro tipico e quindi per creare ed organizzare dei registri volontari (per es. procure speciali, nomine di amministratori di sostegno e DAT, successioni).
Il sistema Blockchain ugualmente potrebbe essere utilizzato per le transazioni e quindi per la circolazione dei beni mobili privi di registri e regolamentazione specifica: per esempio per le opere d’arte o diritti e beni connessi alle opere di ingegno privo di specifiche forme di pubblicità
Cosimo Accoto, ricercatore in visita al MIT
Ci darebbe una definizione di Blockchain?
È un registro pubblico criptato e decentrato delle transazioni. Blockchain racconta l’idea della possibilità che tutte le transazioni umane dallo scambio di denaro all’acquisto di beni e servizi, possano essere validate, conservate e rese pubbliche in modo dematerializzato e senza intermediari di alcun tipo.
Internet ha conosciuto una prima ondata di disintermediazione nelle comunicazioni negli anni 90 con l’avvento di browser, email etc. La seconda ondata di disintermediazione sta avvenendo ora con blockchain e riguarda non più la comunicazione, ma beni e servizi.
Nel 2008 Satoshi Nakamoto ha inventato l’algoritmo (la procedura alla base di blockchain) che evita la dublespending (scambio senza duplicazioni e senza intermediario).
In conclusione Blockchain è una tecnologia innovativa che diventerà probabilmente un’infrastruttura, di cui, almeno per ora, non si immaginano le applicazioni concrete, ma di cui si ipotizzano tutte le potenzialità.
Antonio Nicita, AGCOM
Quali le criticità del sistema blockchain rapporto all’attività notarile?
La principale criticità del sistema blokchain, se legato al trasferito della proprietà, è che elimina del tutto il controllo del notaio. Il controllo è delegato ad un algoritmo. Ma la garanzia offerta dal notariato di tipo latino è insostituibile sia per l’assunzione di responsabilità in merito alle transazioni eseguite innanzi e per il tramite del Notaio sia in merito al ruolo di collettore che il Notaio esegue a favore dello Stato di imposte e tasse.
Che ruolo potrebbe avere il notariato nel sistema blockchain?
Nel sistema Blockchain e in materia di smart contracts il notariato deve rendersi parte attiva, capire e integrare tali sistemi, farli propri ed utilizzarli.
Prof. Oreste Pollicino, Università Bocconi
Blockchain è senza dubbio una tecnologia innovativa ma pone gli stessi problemi di ogni nuova tecnologia di fronte alla quale occorre ripensare le categorie tradizionali. Uno dei nuovi scenari che si prospetta con Blockchain è la “decentralizzazione” dei beni (difficile per esempio individuare una legge nazionale regolatrice). Chi controlla Blockchain? Non è sufficiente un consenso diffuso perché il meccanismo funzioni e sia sicuro, sono necessari in ogni caso dei controlli.
Blockchain non può essere considerata come una monade isolata ma deve essere connessa, anche nella sua utilizzazione con altre tecnologie. Il “tecnocrate” che concorre allo sviluppo di Blockchain non può essere lasciato solo, ma ha bisogno di essere affiancato da qualcuno che gli riporti i reali bisogni delle aziende nonché da “legali” che prospettino delle regole.
Blockchain è solo uno strumento, occorre prima di tutto individuare e condividere gli scopi, i fini per cui utilizzare, a cui “piegare” questa nuova tecnologia.
Il vero nodo è la necessità della approvazione di normative etero – indotte per rendere utile una tecnologia, la blockchain, da non vedere solo sotto il profilo tecnico ma sotto la luce di un rinnovato “umanismo tecnologico”.
Dal convegno è infine emerso che il passaggio ad una tecnologia innovativa come Blockchain ha dei costi.
Come compensare infine i costi con i benefici dell’innovazione? Alla dematerializzazione deve corrispondere il mantenimento della responsabilità e della garanzia dei traffici, garanzia che i notai, per esempio, già offrono e potranno continuare a offrire.

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La Redazione di Federnotizie è composta da notai di tutta Italia, specializzati in differenti discipline e coordinati dalla direzione della testata, composta dai notai Arrigo Roveda e Domenico Cambareri.