Blockchain e Smart Contract sono legge.
Proliferano gli articoli sui media (specializzati e non) che inneggiano alla “notarizzazione tecnologica” senza i notai.
E il Notariato dov’è? Dalle pagine di questo giornale avevamo già lanciato un grido di allarme sulla nostra scomparsa dal dibattito pubblico.
Dopo essere stati considerati per mesi stakeholders in materia grazie alla presentazione di NotarChain, ci siamo defilati avendo abbandonato (almeno così pare) il progetto (e ancora non sono chiari e noti i motivi) e perdendo di credibilità con i vari interlocutori (IBM in primis).
Ma dobbiamo guardare al presente e al futuro e, anche in tempo di campagna elettorale di categoria, è importante capire se il Notariato intende investire e progettare per non rischiare di essere travolto.
Le riflessioni approfondite di Cesare Licini hanno riportato il tema all’attenzione della categoria (e suscitato anche l’interesse esterno); su questi temi occorre un confronto, una consapevolezza e una progettualità del Consiglio Nazionale del Notariato (con il supporto tecnico di Notartel), una conseguente condivisa strategia di comunicazione e, soprattutto, il coraggio di aprirsi al confronto pubblico.
Invitiamo il Consiglio Nazionale del Notariato, mettendo a disposizione con spirito collaborativo anche gli spazi di Federnotizie, a comunicare anche all’interno della categoria quali sono i progetti realizzati, le visioni del prossimo futuro e gli investimenti programmati in questo settore.
Dobbiamo sfruttare al meglio la nomina di Michele Nastri in rappresentanza del Consiglio Nazionale del Notariato nella commissione di Esperti costituita dal Mise poco prima dell’approvazione delle norme su blockchain e smart contracts. E’ forte la sensazione che questa commissione sia solo uno specchietto per le allodole, ma se così non fosse dobbiamo farci trovare pronti e occorre portare dentro quella Commissione una posizione forte e concreta del Notariato.
Io non sono un esperto informatico e tanto meno di Blockchain, ma condivido il senso politico delle parole di Licini quando scrive che si tratta di una terra incognita nella quale non potremmo rifiutare di entrare, pena l’estinzione, perché non si può vivere senza avere il coraggio di entrare nel bosco.
Dobbiamo stare attenti a individuare la corretta scelta politica di fondo: noi non dobbiamo combattere la Blockchain perché avremmo perso in partenza, ma dobbiamo mettere in guardia dall’approccio “fideistico” dei talebani della Blockchain e di chi vede nella disintermediazione tecnologica la soluzione di tutti i problemi e la garanzia di certezza e sicurezza giuridica.
Noi sappiamo che non è così, ma stiamo rischiando di non farlo sapere a nessuno.

AUTORE

Classe 1976, in esercizio come notaio dal 2004 con sede a Malnate (VA). Già docente della Scuola di Notariato dello Stretto e della Scuola di Notariato della Lombardia, dal 2012 al 2015 è stato presidente dell’Associazione Sindacale dei Notai della Lombardia-Guido Roveda (Federnotai Lombardia). È stato componente delle Commissioni Comunicazione e Settore Propositivo del Consiglio Nazionale del Notariato.