I contributi versati alla Cassa nazionale e al Consiglio nazionale del notariato sono costi inerenti all’attività esercitata

I contributi versati dal notaio alla Cassa nazionale e al Consiglio nazionale del notariato sono costi inerenti all’attività esercitata, come tali deducibili nella determinazione del reddito professionale. Sono le conclusioni cui perviene la Corte di Cassazione con l’Ordinanza della Sezione n. 5, n. 18395/2020, pubblicata il 4 settembre 2020, che rappresenta un ulteriore passo avanti verso il definitivo consolidamento della giurisprudenza di legittimità, favorevole al contribuente, sulla controversa questione della natura dei contributi versati dal notaio alla Cassa nazionale e al Consiglio nazionale del notariato.

di Raffaele Trabace, notaio

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I contributi versati alla Cassa nazionale e al Consiglio nazionale del notariato sono costi inerenti all’attività esercitata ultima modifica: 2020-10-09T08:15:15+02:00 da Raffaele Trabace

Credito di imposta “prima casa”: Norme – Principi – Prassi – Clausole

L’Agenzia delle Entrate torna ad affrontare la questione del frazionamento del credito d’imposta “prima casa” con la Risposta a interpello n. 223 del 22 luglio 2020, stabilendo che qualora il contribuente, non potendo utilizzare il credito in sede di riacquisto agevolato, trattandosi di atto soggetto a IVA, abbia optato per la sua utilizzazione in diminuzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare successivamente alla data del nuovo acquisto e che in tale sede il credito sia stato “scomputato” solo parzialmente “in quanto non vi era sufficiente capienza per poterlo recuperare totalmente”, è possibile utilizzare il residuo importo del credito in diminuzione delle imposta di registro, ipotecaria e catastale dovute sull’atto di acquisto di un altro immobile.

L’occasione ci offre lo spunto per elaborare un promemoria sul credito d’imposta in genere, con proposta di formule relative a singole fattispecie.

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Credito di imposta “prima casa”: Norme – Principi – Prassi – Clausole ultima modifica: 2020-09-09T12:15:01+02:00 da Raffaele Trabace

Plusvalenze e indicazione nell’atto di compravendita di valore inferiore alla perizia

Con Ordinanza, Sezione 5, n. 24136/2017, la Cassazione:

  • dopo aver ricordato che l’art. 7, comma 1, legge n. 448/2001 prevede che agli effetti della determinazione delle plusvalenze (di cui all’art. 67, co. 1°, lett. a) e b), D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, Testo Unico delle imposte sui redditi) per i terreni edificabili e con destinazione agricola, in luogo del costo o valore di acquisto, può essere assunto il valore determinato sulla base di una perizia giurata di stima, cui si applica l’art. 64 cod. proc. civ., redatta dai professionisti indicati nella citata norma, a condizione che il predetto valore sia assoggettato ad un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi,
  • dopo avere rimarcato che il comma 6 della medesima disposizione, stabilisce, in particolare,  che «la rideterminazione del valore di acquisto dei terreni costituisce valore normale minimo di riferimento ai fini delle imposte sui redditi, dell’imposta di registro e dell’imposta ipotecaria e catastale»,
  • fa presente inoltre  che, come chiarito dalla stessa Corte (cfr., più di recente, Cass., Ord., 30/09/2016, n. 19465; Cass. sez. 6-5, ord. 5 maggio 2016, n. 9155; Cass. 2014, n. 24057), la natura dell’imposta sostitutiva in esame è quella di un’imposta “volontaria”, frutto di una libera scelta del contribuente, il quale opta per la rideterminazione del valore del bene, con conseguente versamento dell’imposta sostitutiva, nella prospettiva, in caso di futura cessione, di un risparmio sull’imposta ordinaria altrimenti dovuta sulla plusvalenza non affrancata, ricevendone l’Amministrazione finanziaria un immediato introito fiscale. Continua a leggere
Plusvalenze e indicazione nell’atto di compravendita di valore inferiore alla perizia ultima modifica: 2017-12-20T07:11:34+01:00 da Raffaele Trabace

Cessione di fabbricato strumentale per natura non ultimato da soggetto Iva a “consumatore finale”

La Corte di Cassazione, sulla base di suoi precedenti giudicati, ritiene che la cessione di un fabbricato effettuata da un soggetto passivo d’imposta in un momento anteriore alla data di ultimazione del medesimo, sia esclusa dall’ambito applicativo dei nn.8-bis) e 8-ter) dell’art. 10 del d.P.R. n. 633/1972, trattandosi di un bene ancora nel circuito produttivo, la cui cessione, pertanto, deve essere in ogni caso soggetta/imponibile Iva.

Tuttavia, sempre secondo la Corte, qualora, per effetto della cessione, l’immobile strumentale per natura non ancora completato pervenga ad un consumatore finale, il quale provveda alla ultimazione dei lavori a mezzo di contratto di appalto, ci si trova in regime di esenzione ai sensi dell’art. 10, n.8-ter), del d.P.R. n. 633 del 1972 e l’atto va assoggettato ad imposta di registro. (Cfr. Cass. Civ. Sent. Sez. 5, n. 22138/2017) Continua a leggere

Cessione di fabbricato strumentale per natura non ultimato da soggetto Iva a “consumatore finale” ultima modifica: 2017-11-14T07:15:16+01:00 da Raffaele Trabace

Conto dedicato e deposito prezzo: l’altra faccia della medaglia

Annotazioni a margine degli articoli “Piangersi addosso: lo sport preferito dai notai” di Arrigo Roveda e “Deposito prezzo: un’opportunità da non perdere” di Matteo Mattioni”, pubblicati su queste pagine nei giorni scorsi.

A parte la provocazione ironica del titolo dell’articolo di Arrigo Roveda, alla quale ho già risposto con ugual senso dell’umorismo sulla copertina del numero di ottobre di Notarnews [dato che, detto per inciso, come aveva a suo tempo efficacemente sentenziato Paolo Setti, la base notarile è costituita prevalentemente da persone “mai cuntent”, alle quali fanno da contrappeso, dico io, i notai delle istituzioni che sono, o appaiono, sempre cuntent!] a me sembra che entrambi gli articoli abbiano la pretesa di attribuire a queste nuove norme una valenza simbolica, che io è molti altri colleghi non riusciamo a intravedere. Continua a leggere

Conto dedicato e deposito prezzo: l’altra faccia della medaglia ultima modifica: 2017-10-18T06:20:36+02:00 da Raffaele Trabace

Agevolazioni “prima casa”:  i benefici si possono reiterare se la casa agevolata posseduta diventa  inagibile

Quella delle agevolazioni “prima casa” è materia in continua evoluzione.

All’Ordinanza della Cassazione, n. 14740/2017, pubblicata il 13 giugno 2017, commentata da chi scrive su Federnotizie dell’11 settembre scorso con la quale la Corte enuncia il principio secondo cui la titolarità di un immobile acquistato fruendo dei benefici “prima casa”, per quanto ritenuto dal contribuente inidoneo a realizzare i suoi concreti bisogni abitativi, preclude allo stesso di avvalersi nuovamente delle agevolazioni per l’acquisto di un’altra abitazione, fa seguito la Risoluzione AE, n. 107 del 1° agosto 2017, che stabilisce che qualora per effetto di un evento sopravvenuto, nella specie l’evento sismico, si verifichi una inidoneità oggettiva all’utilizzo abitativo dell’immobile agevolato posseduto, il contribuente, ricorrendone le altre condizioni, può fruire nuovamente dei benefici per l’acquisto di un’altra abitazione. Continua a leggere

Agevolazioni “prima casa”:  i benefici si possono reiterare se la casa agevolata posseduta diventa  inagibile ultima modifica: 2017-10-09T07:47:31+02:00 da Raffaele Trabace

Agevolazione “prima casa” e reiterazione dei benefici

La possidenza di un’abitazione agevolata, anche se ritenuta non idonea a fini abitativi, non consente la reiterazione dei benefici.

La titolarità di un immobile acquistato fruendo dei benefici “prima casa”, per quanto ritenuto dal contribuente inidoneo a realizzare i suoi concreti bisogni abitativi, preclude allo stesso di avvalersi nuovamente delle agevolazioni per l’acquisto di un’altra abitazione.

E’ il principio sancito dalla Corte con Ordinanza, Sez. 6, n. 14740/2017. Continua a leggere

Agevolazione “prima casa” e reiterazione dei benefici ultima modifica: 2017-09-11T07:48:40+02:00 da Raffaele Trabace

Cened Lombardia – Copia conforme di attestato di prestazione energetica con firma digitale scaduta

Si ripercorre l’iter evolutivo delle disposizioni della Regione Lombardia in materia di attestato di prestazione energetica, per quanto attiene agli obblighi di allegazione agli atti di trasferimento a titolo oneroso di fabbricati o di porzioni di fabbricato, con particolare riferimento alle problematiche connesse agli attestati con firma digitale, non associata a marcatura temporale, la cui validità sia scaduta al momento del rilascio della copia conforme. Continua a leggere

Cened Lombardia – Copia conforme di attestato di prestazione energetica con firma digitale scaduta ultima modifica: 2017-07-17T08:14:53+02:00 da Raffaele Trabace