Fondo Atlante II, patto generazionale, ruolo delle associazioni. L’intervista all’Associazione Giovani Notai

rispondono Adele Raiola e Nicola Virgilio

Nella vostra veste di rappresentanti dell’Associazione Italiana Giovani Notai (Asign) potete spiegare qual è la posizione della vostra associazione rispetto alla delibera assunta dall’AdEPP sulla adesione della Cassa Nazionale del Notariato al Fondo Atlante II?

La nostra posizione è chiaramente espressa nel comunicato emesso, congiuntamente all’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, il 29 luglio scorso.

ASIGN è nettamente e fermamente contraria alla partecipazione delle Casse Previdenziali dei professionisti al Fondo Atlante2.

La Cassa Nazionale del Notariato è un’associazione privata senza scopo di lucro istituita per svolgere attività previdenziale ed assistenziale in favore dei notai che, in via obbligatoria, contribuiscono alla formazione del patrimonio mediante ingenti versamenti mensili.

L’adesione al Fondo Atlante2, in quanto funzionale al salvataggio di un istituto bancario, è a nostro parere estranea agli scopi statutari della Cassa.

In tale prospettiva qualsiasi decisione in materia non rientra nell’ambito del normale potere di gestione e rappresentanza ma necessita di un dibattito straordinario che vada al di là dei normali processi decisionali di investimento.

Non si tratterebbe, infatti, di investimento in senso proprio ma di una forma elaborata di esproprio patrimoniale seppur edulcorata con promesse di future concessioni normative e/o regolamentari.

Al di là delle valutazioni di merito sulla solidità delle argomentazioni poste a fondamento dell’iniziativa governativa, a nostro parere essa rappresenta l’ennesima operazione in favore del sistema bancario (e non un intervento a supporto del Sistema Paese).

A tal proposito, pur apprezzando il riconoscimento dei liberi professionisti quali “Pilastri del Paese”, auspichiamo che detto ruolo sia valorizzato nell’ambito delle rispettive specifiche competenze ed attribuzioni, nella convinzione di poter contribuire solo in tal modo alla crescita del Sistema Italia.

Per tali motivi ci è sembrato doveroso richiamare l’attenzione di tutti i notai sul dibattito in oggetto, in particolare allertando la Cassa Nazionale del Notariato sui rischi di una eventuale deliberazione favorevole all’adesione al Fondo “Atlante 2”, anche in considerazione delle gravose responsabilità che con tale decisione assumerebbe nei confronti dell’intera categoria.

Peraltro, rimane la nostra enorme perplessità in relazione alla gestione di tutta la vicenda, soprattutto perché non risulta ancora chiara la procedura adottata dal massimo Organo rappresentativo della Cassa, dalla fase immediatamente successiva alla prima delibera AdEPP, all’incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’invio della lettera pervenuta a tutti i notai d’Italia fino all’incessante silenzio attuale.

Ad oggi, infatti, non risultano convocati il consiglio di amministrazione della Cassa né l’Assemblea dei Delegati, né è dato sapere se i componenti di tali organi siano stati in qualche modo previamente messi al corrente delle strategie da attuare e delle decisioni da prendere.

A Vostro avviso si ripropone, in questa sede, la vecchia questione del patto generazionale? Diventa sempre più difficile per i giovani subire eventuali decisioni del Consiglio di Amministrazione della Cassa Nazionale del Notariato essendo esclusi dall’elettorato passivo?

In termini generali non esiste uno scontro generazionale, non avvertiamo la dicotomia notaio giovane/notaio meno giovane. Le aspirazioni e gli obiettivi sono sostanzialmente comuni a tutti i notai.

Incentrando il discorso in particolare sulle dinamiche afferenti alla gestione ordinaria ma soprattutto politica della Cassa, una forma di squilibrio rappresentativo è innegabile.

L’inspiegabile ineleggibilità al Consiglio di Amministrazione prima dei dieci anni di anzianità notarile priva di rappresentanza una componente significativa del notariato italiano, sia dal punto di vista numerico (più di un terzo dei notai in esercizio) sia sotto il profilo sociale.

Ciò si riflette inevitabilmente in un difetto di tutela degli interessi strettamente riferibili alla componente giovane del notariato (che, è utile precisarlo, comprende anche colleghi di 40, 45 o 50 anni di età).

Paradigmatica, in tal senso, la recente delibera n. 21 del 7 marzo 2014 con cui il Consiglio di Amministrazione ha sospeso l’erogazione del contributo per l’impianto studio ai notai di prima nomina con decorrenza 1 gennaio 2014.

Valutiamo molto negativamente detta sospensione, soprattutto in considerazione del fatto che l’intervento assistenziale in oggetto pesava in misura infinitesimale sul bilancio della Cassa (per intenderci, negli anni di iscrizioni a ruolo a seguito di un concorso, la spesa poteva oscillare tra i 250 e i 450 mila euro – meno di un decimo di quanto si vorrebbe destinare al salvataggio di MPS).

Al contrario, in occasione dell’ultimo rinnovo della polizza sanitaria, si è chiesto ai giovani un “contributo di solidarietà” al fine di garantire ai colleghi pensionati e pensionandi il mantenimento di vantaggiose condizioni assicurative.

L’asimmetria in ambito assistenziale, peraltro, si accompagna ad una generalizzata pressione contributiva scarsamente sostenibile.

La necessità di assicurare il soddisfacimento dei diritti quesiti in materia previdenziale ha portato, infatti, ad un progressivo aumento degli oneri contributivi a livelli non più superabili.

Ragionando in termini prospettici, la non florida situazione economica globale, unita alle dinamiche pensionistiche, sia cicliche sia legate a eventi eccezionali, rischiano di imporre, a breve-medio termine, una riforma del sistema previdenziale.

Ebbene crediamo che le decisioni debbano essere partecipate a tutti i livelli del notariato, soprattutto – ci sembra naturale – con il contributo di chi è destinato a subirne le reali conseguenze, avendo una prospettiva lavorativa di 20, 30 o 40 anni.

Allo stato attuale, invece, assisteremmo al paradosso di riforme elaborate soltanto da chi, nel breve volgere di massimo due lustri, potrà godersi la meritata e legittima pensione e che, evidentemente, non può avere una visione globale e profondamente solidaristica della materia assistenziale e previdenziale.

Due anni fa l’assemblea congressuale deliberò di convocare un congresso straordinario della Cassa. Anche questa richiesta della base è rimasta finora inascoltata. Cosa ne pensate?

Anche a tal proposito occorre distinguere il discorso generale da quello strettamente attinente alla Cassa.

Sotto il primo profilo, forse è necessario rimeditare l’impianto regolamentare del Congresso Nazionale e della valenza delle relative delibere, anche in relazione alla possibilità di elaborare nuove e più efficienti forme di partecipazione diretta dei notai alla politica del Notariato.

Per quanto concerne il congresso straordinario della Cassa, la questione è strettamente legata a quanto innanzi esposto.

ASIGN ritiene che qualsiasi progetto di riforma del Sistema assistenziale e previdenziale non possa essere “calato dall’alto”, ma debba essere il frutto di una approfondita discussione che coinvolga tutte le componenti del Notariato, al fine di riflettere l’esigenza di un equo contemperamento degli interessi di tutti.

Questa finalità può e deve ricevere un primo impulso mediante la convocazione di un congresso straordinario.

Quale ruolo devono svolgere le associazioni di categoria nei confronti delle istituzioni?

Le associazioni di categoria sono ontologicamente deputate a curare gli interessi dei propri associati e, pertanto, dei notai che liberamente hanno scelto di farne parte.

Consapevoli che le responsabilità dell’interlocuzione con i decisori politici siano proprie del Consiglio Nazionale del Notariato, riteniamo che le associazioni debbano confrontarsi con esso, nell’ambito del riconoscimento della preminenza rappresentativa del massimo organo di categoria senza che, tuttavia, possa mai pretendersi l’attuazione di un rapporto di tipo fideistico e/o una valutazione aprioristica delle problematiche.

In tal senso, il contributo delle associazioni può essere duplice.

In primo luogo, esse, nell’ambito delle proprie peculiarità, possono dare impulso a discussioni e proposte da elaborare e definire compiutamente in seno al Consiglio Nazionale, sotto un altro profilo, possono costituire il mezzo, a disposizione dell’intera categoria, per realizzare progetti, iniziative e manifestazioni dal respiro meno “istituzionale” ma ugualmente importanti e decisivi nell’ambito di una nuova dimensione comunicativa del Notariato a servizio del cittadino, delle imprese e della società civile.

In questa prospettiva ASIGN, anche nell’ambito della nuova consiliatura, ha già avuto modo di confrontarsi direttamente con i vertici di categoria, mettendo a disposizione i propri contatti e rapporti con personalità del mondo politico ed imprenditoriale, nonché le idee e proposte maturate nel tempo, in modo da renderne concreta l’acquisizione al patrimonio ideale del notariato.

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Fondo Atlante II, patto generazionale, ruolo delle associazioni. L’intervista all’Associazione Giovani Notai ultima modifica: 2016-08-02T08:23:49+02:00 da Redazione Federnotizie
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