Articolo pubblicato sull’ultima edizione cartacea di Federnotizie del 2014, che riportiamo in continuità con la tradizione della testata.
La nostra ultima copertina è una foto pubblicata da Le Figaro qualche settimana fa, a commento dello sciopero proclamato in Francia da 32 ordini professionali contro le liberalizzazioni annunciate dal governo Hollande. In quei giorni mi trovavo a Parigi e posso testimoniare che l’evento – inatteso da parte degli Ordres, che sono sentiti come un parte integrante dell’idea francese di Stato – è riuscito a ricavarsi uno spazio in un momento molto cupo, dominato da ben maggiori preoccupazioni. Non a caso nelle settimane successive le nuvole si sono rotte.

Questo articolo è apparso sull’ultimo numero cartaceo di Federnotizie
Lo sciopero c’è stato, e con grandi numeri; il governo ha aperto un tavolo di confronto; probabilmente i notai francesi non subiranno gravi danni. A supporto della mobilitazione, i colleghi francesi hanno preparato materiali video per spiegare cosa sarebbe il mercato immobiliare senza notai. Li trovate sul sito www.notaires.fr. Niente che già non sappiate ma, per la grande efficacia comunicativa, fanno pensare a cosa vuol dire una mobilitazione che non si limita a un incontro con il governo (con relativa battaglia “a quattr’occhi” su tariffe e privative) ma scende in strada a parlare con i cittadini: dei loro diritti e delle loro tutele.
Chi mi conosce sa che con queste parole non auspico tanto uno scontro quanto un modo efficace, partecipe e unito di esprimersi propositivamente. Come pensiero a margine, non posso non immaginare che i colleghi di là dalle Alpi si siano tassati per far sentire la loro voce, mentre qui da noi non è stato possibile sostenere economicamente neanche la testata del nostro sindacato, così da consentirci una pianificazione e una politica di comunicazione: prima di tutto tra colleghi e poi verso il paese. Era francese anche chi disse che sans argent on ne fait pas la guerre.
La lettura dei giornali di queste ultime settimane offre una realistica istantanea della situazione attuale, per la professione e per la società, di cui il notaio è per natura espressione e strumento, come si si è usato dal primo numero di questa direzione. Non siamo forse di fronte all’emergenza delle presidenze Bersani o Monti, ma il governo Renzi sembra sino a ora essersi occupato di noi… ignorandoci. La riforma della giustizia, che avrebbe potuto delegare ai notai, come chiediamo da anni, alcune funzioni di volontaria giurisdizione, le separazioni consensuali e altro in un’ottica sussidiaria di snellimento del carico giudiziario, non ci ha neanche considerato.
La stessa legge delega per la riforma del Terzo Settore, dove parla di semplificazione del procedimento per il riconoscimento delle persone giuridiche, non dice in maniera esplicita di affidarne ai notai la competenza, come avviene per le società. Quasi non si vuole nominarci: saranno questi i privilegi dell’impopolarità? “In compenso” l’ultima modifica apportata alla disciplina dei contratti di rete ha eliminato la necessità della presenza del notaio per questo tipo di atti. E, notizia dell’ultima ora, pare che il governo si ricordi di noi per i soliti rigurgiti Antitrust, che troveranno – forse – qualche espressione nel decreto di ottobre/novembre.
Le Scuole di Notariato lamentano negli ultimi anni un calo importante e progressivo di iscrizioni; le altre professioni legali non vanno molto meglio. Addirittura si riducono, dopo decenni, le iscrizioni alle università. Un segnale forte che riflette il cambiamento di prospettiva dei giovani: la situazione economica delle famiglie non consente investimenti in corsi di studio di lungo periodo, che hanno costi elevati e non danno più garanzie di reddito appetibili né (come per i notai) una spendibilità all’estero.
Certamente, questo fa un bel contrasto con una notizia rimasta per pochi intimi: i cinesi vengono a Roma a studiare il sistema dei nostri registri immobiliari perché hanno deciso di puntare sul concetto di giustizia preventiva sul quale è incardinato il nostro sistema. Questi riconoscimenti – internazionali e spontanei – che fanno rimpiangere il protagonismo che “Italia su Italia” non stiamo esercitando ormai da anni. Adoperarsi con ogni mezzo per far sapere al paese che il Notariato italiano rappresenta un modello da imitare sarebbe un ottimo investimento in comunicazione. Come dire: la notizia c’è.
Ho intervistato in questo numero Corrado Passera, ricevendone qualche conforto. L’ex ministro sottolinea il valore – in termini economici – della giustizia preventiva e della funzione notarile in quanto garante di legalità, alla quale potrebbero essere delegate funzioni ulteriori rispetto a quelle attuali. A determinate condizioni, che io personalmente condivido: la rinuncia a rendite di posizione, la revisione dei distretti e della distribuzione sul territorio, l’effettività della funzione di intermediario tra Stato e cittadino. A dire di Passera, invece, l’abolizione della tariffa non è un tema, perché il mercato, dopo un primo (e doloroso, Ndr) periodo di assestamento, premierà un servizio di qualità al giusto prezzo.
L’Italia è allo stremo delle forze, il governo Renzi inizia a traballare sotto le spinte di chi lo accusa di pochi fatti e troppe parole. L’Europa è in crisi, il modello basato sull’asse franco-tedesco è al capolinea. Sono sempre più spesso messi in discussione il ruolo solo economico dell’Ue e la sua organizzazione, burocratica e senz’anima. Riteniamo che l’unico messaggio da dare a chi ci rappresenta è di agire restando sempre consapevoli dell’estrema difficoltà del momento – per la società, per il Notariato, per i più giovani – e di cercare di intervenire collocando la nostra professione nel pieno del suo contesto sociale: nell’Italia e nell’Europa che viviamo. In mezzo a grandi cambiamenti serve soprattutto visione. Sappiamo tutti quanto sia difficile, con poche forze, affrontare tanti problemi. Ma rifugiandosi con falso pragmatismo nel bozzolo dei problemi contingenti (la concorrenza, la deontologia) il Notariato non andrà lontano. È la grandezza della partita che rende grande il giocatore.
Ecco il Notariato in cui crediamo e che abbiamo accompagnato in questi anni con il giornale. Grazie a tutti i redattori per il percorso fatto insieme, in particolare al vice direttore, Chiara Clerici, per il prezioso, costante, militante aiuto. Da parte mia, imprimo qui come un sigillo le parole oraziane: Coelum, non animum mutant qui trans mare currunt, perché per questi principi e per questa battaglia civile io continuo a esserci. Auguri a tutti.

AUTORE

La Redazione di Federnotizie è composta da notai di tutta Italia, specializzati in differenti discipline e coordinati dalla direzione della testata, composta dai notai Arrigo Roveda e Domenico Cambareri.