Un nuovo diritto per l’amministrazione condivisa dei beni comuni

Congresso Federnotai 2016

a cura di Gregorio Arena
Presidente dell’associazione “Labsus”

Abstract dell’intervento al Congresso Federnotai 2016

L’amministrazione condivisa è un modello di amministrazione fondato sulla collaborazione fra cittadini e amministrazioni (soprattutto locali) nel perseguimento dell’interesse generale.

Tale modello è stato teorizzato per la prima volta in un saggio nel 1997 ed è stato poi legittimato con la revisione costituzionale del 2001 dall’introduzione in Costituzione del principio di sussidiarietà orizzontale, in questa formulazione:

“Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono le autonome iniziative dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, ultimo comma).

Tale principio è rimasto di fatto inapplicato fino al 2014, quando Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà, ha redatto insieme con il comune di Bologna un regolamento comunale – tipo per “tradurre” in disposizioni di livello amministrativo il principio costituzionale.

Il regolamento, che da allora è stato adottato o è in corso di adozione in decine di Comuni, grandi e piccoli, al nord come al sud, consente finalmente ai cittadini di prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali dei luoghi in cui vivono.

Il Regolamento, che nel corso di questi due anni è stato spesso modificato per adattarlo alle diverse realtà locali, ha avuto successo proprio perché crea un quadro giuridico di riferimento che garantisce sia i cittadini attivi che vogliono prendersi cura dei beni comuni, sia le amministrazioni locali, individuando con precisione i ruoli rispettivi nelle attività di cura e quindi anche le rispettive responsabilità.

In particolare, per quanto riguarda il problema degli eventuali danni, Labsus ha elaborato insieme con Unipol una polizza pensata in maniera specifica per assicurare i cittadini attivi.

Il cuore del Regolamento sono i patti di collaborazione, atti amministrativi di natura non autoritativa, mediante i quali cittadini e amministrazione pattuiscono tutto ciò che è necessario per la cura, la rigenerazione e, in alcuni casi, anche la gestione, dei beni comuni: obiettivi, modalità, mezzi, verifiche, responsabilità e così via.

Naturalmente sia il Regolamento sia i patti di collaborazione, essendo fondati su un nuovo paradigma costituzionale, pongono ai giuristi problemi inediti sia dal punto di vista dell’applicazione, sia da quello del loro coordinamento con gli strumenti già esistenti e collaudati del Diritto amministrativo.

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Un nuovo diritto per l’amministrazione condivisa dei beni comuni ultima modifica: 2016-06-30T16:18:28+02:00 da Redazione Federnotizie
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