L’impegno di Federnotai

Il rinnovo della giunta nazionale per il triennio 2018-2021 e la mia elezione a presidente della stessa coincidono con un importante compleanno: Federnotai compie quarant’anni!

Si tratta di un traguardo importante che rende più impegnativo e gravoso il compito mio e della giunta nel suo insieme. Ma, forse e ancor di più, ci dà la consapevolezza che con passione e impegno si può contribuire a fare un buon lavoro nell’interesse della nostra professione.

Nel presentarsi con queste righe ai lettori di Federnotizie, diviene allora interessante dare uno sguardo al passato, ad alcune delle iniziative di Federnotai; poi indicare alcune delle strade che si possono e, in alcuni casi a mio avviso, devono esser percorse.

Nei primi anni ottanta, precisamente nel 1982, il sindacato affrontò la prima battaglia politica di rilievo per i notai, quella contro la cosiddetta tassa sulla salute. Un tributo odioso che si applicava ai soli lavoratori autonomi e duplicava una parte del carico fiscale. Ci fu uno scontro giudiziario e politico, con ampio risalto sui media, che vide Federnotai parte attiva insieme agli altri professionisti: il primo esempio (o uno dei primissimi) di proficua collaborazione nell’interesse comune con altre categorie nonché della capacità del Sindacato di impegnarsi in battaglie complesse anche in funzione suppletiva al Consiglio Nazionale. Seguirono poi le iniziative, divenute in buona parte norme, dirette a garantire ai notai una polizza sulla responsabilità civile professionale con trattativa collettiva per una maggior forza contrattuale verso le compagnie, per la rotazione delle cariche negli organismi del notariato, gli studi e iniziative sulla famiglia di fatto, quelle per il Codice deontologico e un sistema disciplinare non domestico che ha dato credibilità all’azione dei Consigli Notarili, la collaborazione con le associazioni dei consumatori. Infine, seppur non in ordine cronologico, la normativa in materia di prezzo-valore. E’ fisiologico che tutto quanto sopra riportato in passato appariva un successo definitivamente conseguito; oggi può esser necessaria una modifica affrontando gli effetti aberranti che talora ne sono derivati, come nel caso della polizza r.c. Ma se guardiamo all’ultima conquista, il sistema del prezzo-valore, si può con certezza affermare che non si tratta tanto del maggior successo per Federnotai ma della più importante riforma realizzata con il notariato per i cittadini, per lo Stato e per il notariato stesso come istituzione. Si tratta di uno spartiacque tra due ere geologiche: c’è un prima e un dopo che ha rivoluzionato, più di quanto si sia forse sottolineato, l’atto notarile. Il prima è un mondo nel quale l’atto notarile non racconta davvero le vicende contrattuali e il loro valore economico, che espone il notaio a una imbarazzante presbiopia che non gli consentiva di poter vedere bene e comunicare in analogo modo quanto avveniva sotto i suoi occhi, con la complicità o la tolleranza degli uffici fiscali. Il prima è un mondo nel quale nell’atto notarile quasi mai il prezzo delle compravendite è quello realmente pagato tra le parti. Il dopo vede l’atto notarile diventare la fonte primaria dei dati per l’Osservatorio del Mercato Immobiliare, lo rende ciò che traccia i valori economici del bene a oggi più apprezzato dagli italiani, la casa e ci ha consentito di affrontare con serenità e serietà tutta la successiva normativa in materia antiriciclaggio. Il dopo spiega la battaglia di Federnotai per la valorizzazione dei nostri dati statistici. Chi, da praticante, ha iniziato a frequentare uno studio notarile dopo il 2006 è importante che conosca questa storia per guardare con maggior ottimismo alle capacità del notariato, anche grazie al suo storico Sindacato, di affrontare con concretezza i problemi e individuare le soluzioni. Per certi versi poter parlare oggi di valore economico dell’atto notarile, per le parti e per lo Stato, dipende in buona parte da questa riforma.

Più di recente, arrivando ai nostri giorni vi è il lavoro di Federnotai, con il Consiglio e la Cassa Nazionale del Notariato, ma anche con tutti i colleghi finalmente uniti al di là delle diverse visioni sul futuro della categoria, contro il mai dimenticato testo iniziale del DDL Concorrenza. Un lavoro che ha la sua massima espressione nel parere del Prof. Tesauro voluto e pagato da Federnotai, con il contributo importante di una raccolta fondi tra i colleghi. La vicenda è recente e nota ma vale la pena di ricordare che dagli atti parlamentari sul DDL risulta come fatto storico quanto sia stata decisiva l’opinione dell’illustre giurista nel disinnescare la bomba DDL.

In mezzo a questa lunga storia vi sono anche proposte e idee ancora incompiute che, con tutti i distinguo del caso, talora potrei definire insuccessi. E’ il caso della riforma dell’ordinamento nella sua interezza, dall’accesso al funzionamento e organizzazione di CNN e Cassa fino all’aggiornamento dell’atto notarile. Tutti temi sottoposti all’attenzione dei colleghi e delle istituzioni notarili trovandone spesso condivisione ma senza che si sia giunti alla modifica normativa.

E si arriva così alla Giunta attuale, al mio e nostro impegno per continuare il lavoro di questi anni e prendere il testimone di Carmelo Di Marco. Compito complesso come sopra scrivevo ma non impossibile.

Gli ambiti sono sempre più ampi sul piano esterno ma anche interno e tra loro molto spesso interconnessi.

Vi è, ancora e purtroppo, l’ormai storico e appena ricordato profilo del funzionamento di Consiglio e Cassa Nazionale e della riforma del sistema elettorale; quello collegato ma forse ancora più prioritario dopo le modiche del 29 agosto, dell’omogeneizzazione dei distretti e della competenza territoriale, le modifiche migliorative della legge notarile in materia di formazione dei notai e i più pratici profili della redazione dell’atto notarile per soggetti deboli e stranieri.

E vi sono temi in buona parte nuovi. Ne riporto alcuni sui quali naturalmente la Giunta sta lavorando e lavorerà con proposte condivise dalle prossime settimane, alcune già mature altre in fase embrionale e che ha presentato o presenterà con diverse modalità ma sempre con spirito di servizio.

Una riforma del sistema disciplinare che da una parte si adatti alla mutata competenza territoriale e dall’altro allontani in primo grado i giudicanti dai giudicati, per una migliore indipendenza e serenità di tutti. Potremmo definirla una tappa, ulteriore e migliorativa, nella saggia scelta sopra ricordata e condivisa dal CNN, della giurisdizione non domestica. Un meccanismo che, per esempio, faccia giudicare i colleghi di una regione da quelli di un’altra più lontana o che individui un’unica Coredi Nazionale. In questo contesto la moderna tecnologia ci può esser d’aiuto.

Una svolta nell’ambito dell’atto informatico. Il lavoro e le riforme compiute fino a oggi sono un enorme successo ma bisogna andare avanti. Su un versante con piccole modifiche migliorative per l’atto digitale in generale e iStrumentum in particolare. Si tratta di operare per superare alcune rigidità pratiche ma anche psicologiche che la tecnologia informatica comporta, inclusa la interoperabilità. E, in questa prospettiva, occorre proporre un adattamento dell’art. 59 bis della legge notarile all’atto informatico e un’interazione con Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Su un altro versante, occorre immaginare quello che credo si possa chiamare atto notarile multimediale, partendo dalle potenzialità che anche per noi derivano della tecnologia blockchain e come dimostrato dall’interesse per la Notarchain. Un atto digitale che non sia sempre o solo una modifica del supporto di scritturazione ma che, sulla base di esperienze quali quelle embrionali della georeferenziazione spagnola, arrivi a fare dell’atto notarile un contenitore multi dati e interattivo, pur nella immodificabilità di taluni elementi. Atto multimediale perché in esso convergono e concorrono il contenuto attuale e nuovi contenuti fruibili a miglior narrazione anche storica della stipula ma anche oltre la stessa.

Naturalmente un obiettivo di medio lungo – periodo a fronte di un altro più prossimo su cui ragionare con mente fredda, senza pregiudizi ma anche senza facili entusiasmi con attenta valutazione: l’atto a distanza. Le spinte dell’UE e le scelte di alcuni governi europei a cui hanno fatto seguito quelle di alcuni notariati inducono ad accelerare le decisioni passando a una fase sperimentale, oltre le discussioni teoriche. Non propongo, pur se astrattamente possibile, una interpretazione evolutiva della legge notarile. E’ stato fatto in altri campi della stessa legge notarile, come nel caso del puntatore ottico per le persone affette da SLA e, in teoria, potrebbe condurre a rimeditare il concetto di presenza davanti al notaio. Tuttavia una siffatta interpretazione andrebbe a incidere su profili troppi delicati e pericolosi della professione, l’atto a distanza, per non preferire a essa la via maestra di una riforma complessiva. In altra sede ho già rilevato che occorre il coraggio di affrontare il mare aperto oltre le attuali colonne d’Ercole dell’atto in presenza e dell’attuale atto informatico.

Il CNN e la Cassa in carica hanno sostanzialmente un anno davanti a loro per completare il lavoro che già ha prodotto risultati positivi. Come è naturale che sia, però ci sono cose da fare, migliorare o completare. Penso a proposte concrete per l’alleggerimento del carico contributivo e per renderlo più equo, al lavoro con l’Autorità Antitrust e i Ministeri anche in tema di surroghe e, allargando lo sguardo, per ragionevoli compensi continuando il lavoro con l’Abi. Penso alla ripresa del lavoro con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero degli Affari Esteri per rendere il notariato il primo soggetto a servizi degli investimenti da e per l’Italia. Un lavoro iniziato attraverso un accordo con l’Agenzia Italia (o ICE), presentato durante un Congresso Nazionale a Roma ma non coltivato adeguatamente. Penso a un codice deontologico snello ma chiaro nell’individuare un virtuoso esercizio dell’attività, al miglioramento e implementazione o, forse, al completamento d’iniziative apprezzabili come Avvisi notarili.

Proprio su quest’ultima il punto nodale, a mio avviso, è intendersi su dove vogliamo andare e utilizzare le parole appropriate all’obiettivo. L’esperienza francese ci conferma come possa essere utile fornire ai clienti un ‘servizio globale’, in cooperazione e sinergia con altri attori (geometri architetti, agenti immobiliari commercialisti etc). Questo significa far diventare lo studio un One Stop Shop. E questo può e, forse deve, implicare anche ‘far vendere le case’. Ma se vogliamo essere OSS usiamo la relativa terminologia e abbandoniamo parole o formule pure alla moda come ‘disintermediare’ che ci creano solo nemici e bastoni tra le ruote. Nulla c’entra il nostro ambito con la mediazione che così si evoca. Come l’engineering è qualcosa di diverso dalla tradizionale attività degli ingegneri o architetti, così sarebbe l’OSS notarile. E vi sarebbe perfetta integrazione con la sopra ricordata iniziativa con Agenzia Italia.

L’avvio di iniziative in vista della campagna elettorale per il rinnovo delle nostre istituzioni penso che possa ancora esser rinviato di qualche mese. Ciò sebbene personalmente auspichi che la prossima campagna elettorale del 2019 raggiunga un gradino di concretezza maggiore di quanto visto sin qui. Mi immagino un approccio più specifico con l’indicazione espressa di quale ruolo si vorrà avere in CNN o Cassa se eletti, quale settore coordinare, con quanti e quali fondi, con quale prospettiva rispetto al coordinatore precedente. I settori strategici sono molti, tra essi informatica, deontologia, propositivo, assicurazioni, studi e internazionale; è bene sia noto chi vorrà coordinarli (e come) sin dalla campagna elettorale. E’ bene che vi sia un rinnovo in tutte le Commissioni o Gruppi di lavoro per portare idee nuove e l’entusiasmo dei più giovani.

Guardiamo anche in casa nostra ovviamente; nelle prossime settimane presenteremo ai nostri associati e dopo anni di complesso lavoro, la nostra proposta di modifica dello Statuto di Federnotai, per rendere il sindacato ancora più rappresentativo, se possibile, delle diverse realtà territoriali e generazionali. A quarant’anni il Sindacato non sarà forse più giovane né vorrà apparire giovanile ma certamente potrà assumere una struttura matura e più aggiornata al tempo in cui viviamo.

L’impegno mio personale e quello della Giunta sarà quello di lavorare con lealtà nei confronti del CNN e della Cassa e di ciascuno dei suoi componenti, di fungere da stimolo quando occorra e spirito critico quando necessario, di supportare chi ricopre quelle cariche con la nostra maggior libertà di azione. E tutto, sempre, nel rispetto (naturalmente reciproco) dei rispettivi ruoli e funzioni.
Federnotai è stata e continua a essere al servizio del notariato e dei suoi organi rappresentativi con idee e progetti talora apparentemente rivoluzionari ma in concreto, semmai, forse soltanto presentati con troppo anticipo o con parole non sempre idonee.

Giovanni Liotta
Presidente di Federnotai

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L’impegno di Federnotai ultima modifica: 2018-05-11T08:15:34+02:00 da Giovanni Liotta
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